Perché tutti parlano di Fortnite Battle Royale
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Perché tutti parlano di Fortnite Battle Royale

Un riuscito adattamento per smartphone di un videogame gratuito da giocare su PS4, Xbox One, PC e Mac con migliaia di fan e un sistema semplice ma vincente

Quando il famoso rapper Drake ha mandato in onda lo streaming di una sua partita a Fortnite Battle Royale ha raccolto circa 600 visualizzazioni contemporanee, un record per una diretta del genere.

Negli ultimi giorni tutti gli appassionati parlano incessantemente di questo videogame sviluppato da Epic Games in modalità free-to-play, gratis, sulle principali piattaforme casalinghe: PS4, Xbox One, PC e persino Mac. Il motivo?

Da metà marzo Fortnite è disponibile su iOS, iPhone e iPad, sebbene con un ingresso a invito, limitato ai primi tester. Nel giro di qualche ora, il titolo adattato perfettamente da versione estesa a mobile, ha raggiunto un clamore pari solo a quello che, nel 2016, aveva portato in strada migliaia di persone intente a catturare i Pokémon.

Di cosa si tratta

Tutto è cominciato con il Fortnite su computer e console lanciato lo scorso autunno e che secondo gli analisti è stato scaricato oltre 40 milioni di volte. La storia è questa: il mondo moderno è invaso dagli zombie e il nostro unico scopo è sopravvivere. Il gioco inizia con alcuni paracadutisti che si fiondano su un'isola armati solo di picconi.

Oltre che a combattere, bisogna costruire basi, migliorare le armi e acquisire capacità specifiche, che evolvono con il tempo, come un vero RPG. Diciamo che il titolo non è per tutti, visto che ha una categorizzazione di T, ovvero per teenager in su, ospitando un bel po’ di violenza. Ma Epic è stata intelligente: la grafica a cartone animati rende l’esperienza meno cruda del previsto, sebbene resti frenetica e a tratti ansiogena.

Come si gioca

Questo è il punto forte. Ci si può imbattere in Fortnite da soli, in un’arena contro altri 99 giocatori, oppure organizzati in coppia o in team. Il videogame è gratuito ma essendo in tempo reale, sfrutta la connessione internet e il multiplayer. L’aspetto interessante è che non vi sono limitazioni dovute alla piattaforma, cioè possono ritrovarsi a rincorrersi sia persone con l’iPhone che con in mano un gamepad della Play, Xbox o connesso a PC e Mac.

Si realizza in questo modo la promessa di un’esperienza cross-platform, che i big del settore ancora faticano ad implementare, sia per problemi di licenze che tecnici, rendendo impossibile, ad esempio, partite a Fifa 18 tra chi ha una PS4 e chi una Xbox o Windows 10.

Perché è cosi popolare

Fondamentalmente perché è divertente. Fortnite Battle Royale si rivolge a vari tipi di utenti: amanti degli strategici, role playing game, sparatutto, multiplayer, con un livello di difficoltà iniziale molto basso e pensato in modo che ogni sessione sia breve ma intensa. Gli elementi di costruzione dei fortini e la possibilità di aggregarsi in team contribuisce a rendere meno noioso il gameplay, col vantaggio che gli sviluppatori aggiungono periodicamente nuovi elementi, tra cui armi e strutture.

E non c’è ancora su Android

Il gioco sarà pure gratis ma le microtransazioni sul solo iOS hanno già portato nelle casse di Epic Games qualcosa come 1,5 milioni di dollari, secondo SensorTower. Il confronto con l’assoluto protagonista gaming di due estati fa, Pokémon Go, è tutto appannaggio dell’app più recente. Nintendo, con i suoi Niantic Labs, aveva guadagnato solo 4,9 milioni di dollari nei primi giorni dal lancio.

E pensiamo che Fortnite Battle Royale non è ancora approdato su Android, il sistema operativo che popola oltre l’85% di tutti gli smartphone attivi al mondo. Quando lo farà, entro l’estate, aspettiamoci un ulteriore boom di download e, probabilmente, tanti rallentamenti sui server. Epic Games è avvisata.

Per saperne di più:

Epic Games
Alcune immagini di Fortnite Battle Royale su iOS

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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