Sonos Hi-Fi, la recensione
Roberto Catania
Tecnologia

Sonos Hi-Fi, la recensione

Un sistema di diffusori wireless che cambierà per sempre il vostro modo di ascoltare la musica

Il comparto audio è senza dubbio quello che più di tutti ha risentito della rivoluzione del digitale. Basta guardarsi indietro per rendersene conto: negli ultimi 30 anni il modello di fruizione del bene “musica" è stato distrutto e ricostruito almeno tre volte. Dal CD all'Mp3 fino allo streaming, dall'acquisto in negozio ad iTunes fino a Spotify e Deezer, dalla musica di “proprietà" a quella eterea e condivisa sul cloud. Una serie di scosse di magnitudo 10 ha letteralmente stravolto e scombinato tutte le nostre abitudini di ascolto. Se si escludono i cosiddetti early adopters, i primi a sintonizzarsi sulle frequenze delle nuove tecnologie, ciascuno di noi ha avuto bisogno di tempo per adattarsi ai cambiamenti. Scegliendo, in alcuni casi, di non lasciare completamente la strada vecchia per la nuova. Ce lo ricordano, in maniera quasi impietosa, tutte le tracce di questo percorso evolutivo disseminate in ogni angolo della casa: compact disc stipati negli scaffali (destinati inesorabilmente a prendere polvere), hard disk pieni zeppi di mp3 (spesso scaricati e mai ascoltati), smartphone e tablet sempre connessi a servizi di streaming musicale.

I contenuti - ormai possiamo dirlo - non sono più un problema: da quando la musica ha imboccato la strada del digitale e, soprattutto, da quando i servizi di streaming ci hanno fatto scoprire i piaceri dell'ascolto a sbafo a un tot al mese, le nostre canzoni preferite sono a un clic, massimo due, dalle nostre orecchie. I nodi stanno altrove. Ad esempio nella capacità di gestire tutto questo mare magnum di tracce audio, sia dal punto di vista hardware che software. La domanda che ricorre sempre più spesso fra i musicofili di lungo corso è sempre la stessa: ma non si potrebbero radunare i contenuti musicali che abbiamo sparso nel mondo fisico e virtuale in un solo punto, e riprodurli in modo semplice, immediato e magari vigoroso?

Alla domanda prova a dare la sua personalissima risposta Sonos, società americana specializzata nelle soluzioni audio wireless, che da qualche tempo offre un sistema di diffusori senza fili pensati per interfacciarsi con tutte o quasi le sorgenti musicali. Si chiama semplicemente Sonos Hi-Fi e in questa recensione vi spieghiamo come funziona e quali sono i suoi pregi e difetti.

Sonos Hi-Fi: le foto

Roberto Catania
Sonos Connect:Amp e Play:1

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Connect:AmpRoberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Connect:Amp, Play:1 e PlaybarRoberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Connect:AmpRoberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Roberto Catania
Sonos Playbar, una vista del retro

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Play:1Roberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Play:1 e PlaybarRoberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Connect:Amp, una vista del retroRoberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Connect:Amp, Play:1 e PlaybarRoberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Play:1 (in primo piano) e Connect:AmpRoberto Catania

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Sonos Play:1Roberto Catania

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Sonos Connect: AmpRoberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Connect:Amp e Play:1Roberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Connect:AmpRoberto Catania

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Sonos PlaybarRoberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Play:1Roberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Play:1, Connect:Amp e PlaybarRoberto Catania

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Play:1Sonos

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Play:3Sonos

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos ConnectSonos

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Play:5 e SubSonos

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Playbar e SubSonos

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Play:5 e Sonos SubSonos

Sonos Hi-Fi: le foto

Sonos Plat:1 e Play:5Sonos

Cos’è
Sonos Hi-Fi è sostanzialmente un sistema multiroom senza fili che può essere assemblato in maniera modulare, ovvero aggiungendo un pezzo alla volta. In pratica: si può partire con una configurazione base, ad esempio una cassa, e poi aumentare via via il numero di unità, aggiungendo amplificatori, subwoofer e diffusori, come fosse un Lego dell’audio. Il tutto - lo ribadiamo - senza alcun cablaggio. Sonos Hi-Fi lavora infatti sfruttando la rete Internet domestica in due modalità: o partendo da un semplice collegamento Wi-Fi, oppure, in grandi ambienti o laddove la rete Wi-Fi non è così affidabile, attaccando un componente Sonos al router e attivando una comunicazione diretta fra gli altoparlanti (che utilizzeranno così una rete wireless dedicata). In questo modo si eviteranno i classici problemi di latenza nella sincronizzazione tipici delle connessioni Bluetooth ed AirDrop.

Come funziona
Naturalmente il sistema offre il meglio di sé quando lavora al completo, o perlomeno in formazione allargata. Ad esempio combinando un amplificatore con una soundbar (Playbar) da attaccare al televisore e un paio di diffusori satelliti da piazzare negli angoli della casa. Una configurazione di questo tipo, è evidente, fa crescere la resa sonora e, al tempo stesso, le combinazioni di ascolto: si può decidere, ad esempio, di concentrare tutto l’impianto in soggiorno per fare una sorta di home theatre, oppure lasciare la soundbar in salotto e portare due diffusori in altre stanze. Una delle peculiarità di SonoS Hi-Fi risiede infatti nella capacità di realizzare più di un ambiente sonoro, da far suonare in sincrono o in maniera separata. Ideale se volete vedervi la partita a tutto volume mentre vostra moglie è in camera ad ascoltare la quinta sinfonia di Beethoven.

Sonos Play:1

Sonos Play:1

Roberto Catania

Qualità audio
Le prestazioni sonore del sistema sono di tutto rispetto. Sonos Hi-Fi offre un’eccellente gamma dinamica, con un buon equilibrio fra basse e alte frequenze. Ovviamente la presenza di un amplificatore e di un subwoofer può fare la differenza, ma anche con una configurazione più semplice (ad esempio con due diffusori Play:1 o un unico diffusore Play: 5) l’ascolto risulta comunque di grande impatto. Non stiamo parlando della perfezione, intendiamoci. Esistono in commercio sistemi stereo più performanti (e ovviamente più costosi), e a voler ben guardare alcune funzioni sono state trascurate (il DTS e le tracce in alta risoluzione, ad esempio, non sono supportate, e l’ascolto della Tv è consentito - via cavo ottico - solo tramite la Playbar), ma nel complesso siamo di fronte a una soluzione che può accontentare sia il neofita sia l’ascoltatore più evoluto.

L’applicazione
Sonos Hi-Fi si gestisce come detto tramite un’applicazione da scaricare su smartphone o tablet (Android, iOS o Windows Phone). Il ruolo primario dell’app è ovviamente quello di consentire il controllo remoto in tutta comodità - leggasi sdraiati sul divano o in qualsiasi altro dove - senza bisogno di telecomandi supplementari o altri tasti fisici sui dispositivi (che comunque ci sono). In realtà l’applicazione fa molto di più: il software è il vero perno del sistema Sonos, il punto di accesso centralizzato capace di integrare tutte le sorgenti musicali, sia quelle di proprietà, sia quelle residenti sul cloud. Dall’interfaccia Sonos, in pratica, è possibile “vedere”, e quindi riprodurre, le tracce salvate sull’iPhone o sul telefonino Android, quelle presenti sul cloud (vedi Google Play Music o Amazon Cloud Player) nonché una ricca selezione di servizi in streaming (Spotify, Deezer, Last.FM, Rdio, Napster, Soundcloud, Radionomy, 7digital, 8tracks, Aupeo!, Bandcamp, Calmradio, Concert Vault, Dar.fm, DayTrotterHearts of Space, Juke, Live365 per citare i principali). E ovviamente si possono ascoltare anche le stazioni radio (sia FM che Web) e le fonti esterne (ad esempio un lettore CD) qualora connesse all’amplificatore.

Sonos: come si presenta l'app per dispositivi mobili

Sonos: come si presenta l'app per dispositivi mobili

Sonos: come si presenta l'app per dispositivi mobili

Sonos: come si presenta l'app per dispositivi mobili

Sonos: come si presenta l'app per dispositivi mobili

Sonos: come si presenta l'app per dispositivi mobili

Sonos: come si presenta l'app per dispositivi mobili


Al di là dell'abbondanza, l'applicazione studiata da Sonos ha il merito di offrire tutta una serie di comodità studiate per viziare l'ascoltatore. Ad esempio, si può chiedere al sistema di riprodurre due o più fonti nelle diverse stanze, regolare il volume generale e quello di ogni singolo diffusore, settare la soundbar del televisore per l'ascolto notturno o in modalità dialogo e si può persino chiedere a Sonos di svegliarci a una determinata ora facendo partire una selezione di tracce musicali a un volume prestabilito.

Conclusioni
Di diffusori e altoparlanti wireless è pieno il mercato. Ma un sistema come quello realizzato da Sonos, capace di combinare prestazioni audio di qualità con una piattaforma aperta ai servizi di terze parti, è merce rara. In questo senso è soprattutto l'app nativa a fare la differenza. Il software realizzato da Sonos offre all'utente un'unica interfaccia dalla quale accedere a tutti i suoi contenuti, indipendentemente dal fatto che siano stati salvati su dispositivo, hard-disk, cloud, piuttosto che provengano da servizi di streaming. Certo, chi vuole una soluzione articolata che permetta di dare fiato anche alla Tv, può arrivare a spendere anche più di 1000 euro, ma va anche detto che l'architettura modulare del sistema consente di dilazionare l'investimento. A conti fatti, bastano 199 euro (a tanto ammonta il prezzo del diffusore più economico Sonos Play:1) per entrare nel mondo Hi-Fi, rinviando a un secondo momento l'acquisto degli altri componenti. Costi a parte, l'impressione finale è che il gap fra la quantità di contenuti musicali oggi disponibili e la possibilità di portarli fattivamente in riproduzione non sia più così elevato. L'integrazione delle fonti è in questo momento più importante di qualsiasi offerta musicale no-limits, e Sonos sembra averlo capito prima degli altri.

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Roberto Catania

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