Reverse, la app italiana per riscoprire il volto passato delle città
Tecnologia

Reverse, la app italiana per riscoprire il volto passato delle città

Tra le finaliste mondiali della Imagine Cup di Microsoft, con la realtà aumentata sovrappone immagini storiche a piazze e monumenti

Una piazza, un monumento, una via di una città hanno un volto visibile che si mostra agli occhi nel suo quotidiano fermento o in un inatteso attimo di quiete. Quell’angolo di presente, però, ha alle spalle un passato, è il frutto di un cambiamento. Scoprirne l’evoluzione, ripercorrerla attraverso una serie d’istantanee, significa recuperare la memoria che nasconde, conoscere ciò che era per realizzare meglio cos’è diventato. Impresa possibile, ma faticosa. Che richiede di visitare un museo, spulciare in un archivio, cercare (spesso invano, o con soddisfazione relativa) su internet. Oppure, a breve, niente di tutto questo: basterà scaricare una app per Windows Phone.

Si chiama «Reverse», termine che tiene in sé ed esprime questo cammino all’indietro; sfrutta la bussola e il Gps dello smartphone per capire la posizione dell’utente e mostrargli sullo schermo immagini storiche di quello che sta inquadrando nel mirino della fotocamera. L’effetto è sorprendente: grazie alla realtà aumentata, si sovrappone all’odierno una patina antica e però coerente, riconoscibile, splendidamente autentica. L’interfaccia principale dà modo di scorrere tra le date, le epoche disponibili, consultare una mappa, trovare i punti d’interesse in cui l’effetto speciale è attivo; presto, accanto agli scatti, dovrebbero arrivare contributi video.

«Il lancio ufficiale è previsto a ottobre con le prime due città, Milano e L’Aquila. Entro in un anno contiamo di aggiungere le principali capitali europee» racconta a Panorama.it da Seattle Matteo Valoriani, 28 anni, dottorando in ingegneria informatica al Politecnico di Milano e tra gli sviluppatori della app. Ideata da un giovanissimo, il 21enne Alessandro Pozone, il cui spunto, come spesso avviene, è stato figlio di un desiderio: trovare un modo per ricostruire, almeno a livello visivo, la sua città d’origine, L’Aquila, devastata dal terremoto. A loro si aggiunge Francesca Guerrera, 29 anni e un background in comunicazione e marketing.

Il team si trova al momento negli Stati Uniti dove nei giorni scorsi ha partecipato alla fase decisiva dell’edizione 2014 dell’Imagine Cup di Microsoft, la competizione tecnologica rivolta a studenti appassionati di tecnologia, sviluppatori e imprenditori in erba che, in dodici anni, ha coinvolto oltre 1,7 milioni di giovani di tutto il mondo. La app Reverse si è imposta nelle selezioni italiane (nell’immagine sotto un momento della premiazione), ha superato quelle europee, è arrivata alla finalissima a livello internazionale.

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«Siamo orgogliosi di aver visto il nostro Paese rappresentato da un progetto interessante come Reverse che inaugura un nuovo modello d’interazione con le città e che mostra risvolti importanti in ambito turistico e didattico. È proprio in virtù del valore di questo progetto che il team è stato selezionato come uno degli 11 migliori team internazionali per la categoria Innovation» dice a Panorama.itCarlo Purassanta, ad di Microsoft Italia. Che aggiunge: «Microsoft Imagine Cup intende proprio incoraggiare i giovani a mettersi alla prova e promuoverne la creatività e lo spirito imprenditoriale in un percorso di crescita a 360 gradi. È proprio questo di cui il nostro Paese ha bisogno: puntare sui giovani e trasformarli in leader d’innovazione».

«Al di là del risultato, si tratta di una grandissima occasione di visibilità. Al nostro stand sono passati molti potenziali investitori e confidiamo che si siano create le premesse per avviare una partnership. Alcuni di loro sono rimasti a bocca aperta, volevano scaricare subito la app» conferma Valoriani, che è alla sua seconda partecipazione alla Imagine Cup. Era stato a Seattle già nel 2012 con un altro progetto, FifthElement, che sfrutta i sensori e il riconoscimento vocale di Kinect collegato a un pc per aiutare bambini che hanno problemi cognitivi, anziani, malati di Parkinson o Alzheimer, chiunque abbia subito un trauma, a stimolare il cervello tramite il movimento. Senza dover indossare alcun dispositivo. Sia a domicilio, a costi molto contenuti, che in centri specializzati. Con un collegamento costante con un medico per tenere traccia dei progressi fatti.

Tornando a Reverse, al momento è in una fase di beta privata: per provarla subito, non bisogna aspettare fino a ottobre. È sufficiente inoltrare una richiesta dal sito ufficiale della app. Che sarà scaricabile gratuitamente, con un tetto previso di dieci immagini navigabili al giorno. Per poterne visualizzare altre, tenerle offline (per esempio quando si va all’estero e si prevede di non avere a disposizione un pacchetto dati), prendere parte a tour virtuali di una città che annodano passato e presente, bisognerà acquistare piccoli pacchetti. Per farlo, ci sarà una moneta ad hoc, il «Reversi». «Per diffondere l’applicazione» aggiunge Valoriani «pensiamo di siglare collaborazioni con musei, siti archeologici, enti locali che vogliano dare ai turisti un’opportunità in più per scoprire meglio il luogo che stanno visitando».

Bontà dell’idea a parte, Reverse punta forte sui suoi contenuti. «La nostra fonte non è il web, ma musei, collezioni, archivi in grado di fornirci immagini di alta qualità. Eravamo disposti a pagare loro una piccola somma per ogni foto, ma sono stati ben contenti di metterle a nostra disposizione. Hanno capito che è un modo per valorizzare un patrimonio culturale che altrimenti rischia di andare perso». E che, invece, è stracarico di suggestioni. Provare per credere davanti a una piazza accesa dalle luci delle vetrine e che, d’incanto, sfuma i colori per vestirsi di bianco e di nero; si riempie di soldati con moschetto ai tempi dei moti dell’Ottocento o di gente con abiti di fortuna che scambia grano e altri viveri durante la Seconda Guerra Mondiale. Come siamo e come eravamo, riassunti in uno sguardo allo smartphone.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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