Google Glass ed emicrania: tutta la verità
lawrencegs, Flickr
Tecnologia

Google Glass ed emicrania: tutta la verità

Il produttore lancia in rete le “istruzioni” per usare gli occhialini e non avere problemi. Ecco chi li ha avuti

Da quando Google ha avviato il programma “Glass Explorer” appassionati e sviluppatori si sono chiesti in quanti modo avrebbero potuto sfruttare i Google Glass: in montagna, al mare, in mezzo ad una festa in maschera. I Google Glass erano (il condizionale è d’obbligo) il gadget ideale per ogni occasione, perfino per lanciarsi con il paracadute (ricordate il video di presentazione ?). Ma a quanto pare non è così. Qualche giorno fa Google ha realizzato e reso disponibile una guida che consiglia come e dove indossare gli occhialini e quando non farlo.

Oltre al guidatore dell’auto, i Glass non dovrebbero essere utilizzati durante attività pericolose (tipo il lancio dal paracadute), sport molto “maschi” e quando si è all’interno di situazioni dove la privacy è d’obbligo, come ristoranti e cene romantiche. In quel caso “dovreste toglierli e metterli in borsa” dice Big G. Tante le occasioni da evitare ma anche quelle in cui i Google Glass possono rappresentare un valore aggiunto. Citiamo la possibilità di controllare il web mentre si hanno le mani occupate (in cucina, sul tram o in treno), scattare foto e girare video mentre il paesaggio ci passa davanti e divertirsi con le app e i giochi per rendere il mondo un grande terreno di sfida.

L’idea di Google è far capire agli utenti che non è un bene indossare sempre gli occhialini per più ore al giorno; il risultato potrebbe essere un gran mal di testa. A mettere in campo una simile possibilità è Chris Barret, uno degli sviluppatori che sta testando il dispositivo: “Il primo mal di testa è cominciato durante la prima settimana di utilizzo. Indossavo ogni giorno i Google Glass, al supermercato, da Starbucks, ogni cosa facessi erano sul mio naso”.

Il problema è che quando una persona non soffre di emicrania, come Chris, quando comincia ad averne diversi in poco tempo, si accende una lampadina. Secondo Barret, la necessità di spostare di continuo gli occhi da una parte all’altra dello schermo (soprattutto negli angoli alti) può causare un malessere simile a quello che si avverte rimanendo per troppo tempo (più di tre ore) davanti allo schermo di un PC.

Ma in che modo i Google Glass causerebbero il mal di testa?

Gli avvertimenti sui problemi dovuti ad un utilizzo continuato erano stati lanciati già tempo fa. “Gli occhiali sono davvero troppo vicini agli occhi per poter mettere a fuoco correttamente un oggetto – aveva spiegato il dott. Nathan Bonilla-Warford, optometrista americano a Mashable  giusto un anno fa -  per questo il display altera la luce in modo che l’immagine venga percepita dall’alto e ad una distanza paragonabile ai 2 metri. Ma nonostante l’effetto, la visione può ancora suscitare problemi”. L’utilizzo prolungato causerebbe quindi una diversa percezione di quello che abbiamo dinanzi agli occhi, alterato dallo schermo posto sugli occhialini. Non è detto che in un prossimo futuro l’occhio umano non si possa adattare a questo veloce passaggio di visuale. Per ora resta solo un bel il mal di testa.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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