Call of Duty: Black Ops II, un'abbuffata sparatutto – Recensione
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Call of Duty: Black Ops II, un'abbuffata sparatutto – Recensione

L'appuntamento annuale con COD porta un'offerta ricca e abbondante, con alcune novità interessanti e qualche imperfezione

Azione pirotecnica, dinamiche di gioco ben calibrate, multiplayer come fiore all'occhiello: tutti ciò che ti aspetti da un Call of Duty effettivamente lo trovi in Black Ops II, e questo spiega le vendite spettacolari che tradizionalmente accompagnano una delle serie di riferimento nell'universo fps. Stavolta, però, l'abbondanza e la varietà dell'offerta hanno prodotto qualche boccone indigesto.

I difetti maggiori stanno nella campagna in singolo, dove l'intelligenza artificiale è discontinua e dove capitano ambientazioni che ti obbligano all'interno di un unico percorso, riducendo praticamente a zero le opzioni tattiche. Non è sempre così, per fortuna, ma restano note stonate.

Qualche perplessità destano anche le missioni Strikeforce, che si portano avanti gestendo le unità sul campo sia attraverso dinamiche da strategico in tempo reale, sia prendendo il controllo diretto di un soldato o di un mezzo meccanico. L'idea è valida e inietta originalità nella serie, ma l'interfaccia non è realizzata al meglio e genera così un'esperienza farraginosa.

I punti di forza sono invece un multiplayer ormai più che rodato, che è stato arricchito senza perdere bilanciamento, e una trama che dà spessore alla campagna, fra salti temporali, finali alternativi e personaggi che sono meno stereotipati del solito (per quanto la retorica bellica sia sempre quella). Ci sono pure gli zombi, in un'avventura a parte con tanto di modalità di gruppo: i fan del sottogenere apprezzeranno.

Non tutti i meccanismi sono perfettamente oliati, dunque, ma Black Ops 2 conferma la solidità della serie, che, anche quando non azzecca tutte le mosse, può camminare comunque a testa alta.

Voto: 83

Piattaforma: PC, PlayStation 3, Xbox 360
Sviluppatore: Treyarch
Produttore: Activision

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Redazione