BioShock Infinite, esplode il fenomeno
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BioShock Infinite, esplode il fenomeno

Tutti ne parlano: da tempo un gioco non suscitava tanto entusiasmo e tanti dibattiti in Rete

Fra qualche anno potrete guardare i più giovani con il sorrisetto di chi la sa lunga e dire "Io c'ero": BioShock Infinite sta entrando di prepotenza nella storia dei videogame. Non si tratta semplicemente di registrare l'enorme successo di critica, cui ci accodiamo di buon grado . Il fatto singolare è lo tsunami di commenti e approfondimenti che sta scuotendo la Rete, qualcosa che solo un gioco eccellente poteva scatenare.

È un po' quello che succede con i primi della classe, che vengono guardati con occhio più attento e critico rispetto ai compagni. Prendiamo ad esempio la questione della violenza nei videogiochi. Nessuno ha commentato i corpi maciullati di un titolo scemotto come Army of Two: The Devil's Cartel, mentre il sangue di BioShock Infinite ha fatto parecchio rumore.

Ad esempio ne ha parlato Cliff Bleszinski, uno che conosce l'argomento avendo inventato Gears of War e i mitragliatori con la sega elettrica incorporata. Beninteso, non siamo di fronte a violenza gratuita: il protagonista è un tipaccio e nel corso dell'avventura saltano fuori parecchi dei suoi scheletri nell'armadio, tanto che l'intera campagna può essere letta come una sorta di viaggio verso la redenzione. La questione sollevata da Bleszinski riguarda i pesi e le misure adottati nel momento in cui viene rappresentata la violenza, discorso molto più sottile, stimolante e fertile.

All'ennesima testa che esplode, Bleszinski si trova a scrivere: "So che è strano e forse dipende dal fatto che la realizzazione di questo mondo ricco di sfaccettature è frutto di un lavoro fantastico, ma i momenti di massima violenza mi sono sembrati fuori posto".

Un'altra questione interessante riguarda il contesto sociale di Infinite: si parla di razzismo, estremismo religioso, fanatismo rivoluzionario e non sono mancate critiche, da destra come da sinistra. Lasciamo perdere quelle stupide. Uno spunto che vale la pena di segnalare è quello di Josh Engen , che osserva come dopo aver attraversato la città di Columbia in lungo e in largo, i suoi amici hanno aumentato il numero di battute politicamente scorrette riguardanti irlandesi ubriachi e uomini di colore utilizzati per pulire i bagni (elementi di contorno presenti nel gioco): "Ovviamente, non penso che BioShock stia davvero rendendoci più razzisti, ma questo tipo di comportamento mi spinge a farmi delle domande sul nostro rapporto con l'intrattenimento".
La domanda di Engen è aperta, e i commenti degli utenti stanno portando avanti il discorso.

Torniamo dunque a bomba: un titolo meno valido e coinvolgente non avrebbe mai innescato ragionamenti tanto vivaci e partecipati. E l'attenzione di molti è già proiettata al futuro: dando cioè per scontato che BioShock Infinite diventerà una pietra miliare, ci si chiede in che modo si farà tesoro della sua lezione. Giù il cappello, insomma, di fronte al creative director Ken Levine e al suo lavoro: di giochi così non ci saziamo mai.

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Aldo Fresia

Scrivo di cinema e videogame. Curo e conduco la trasmissione radiofonica Ricciotto.

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