Facebook Home: come reagirà Google?
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Facebook Home: come reagirà Google?

La nuova applicazione lanciata da Mark Zuckerberg snatura completamente l’identità di Android. Mettendo Mountain View in una posizione scomoda

Dunque ci risiamo? Facebook Home è l’ennesimo attentato alla nostra privacy ? Sinceramente non sarei così allarmista.

Facebook ha partorito una creatura che, per quanto mostruosa possa essere, dovrà comunque passare al vaglio degli utenti. Insomma si chiamerà pure Home ma questo non significa che qualcuno ci stia obbligando a lasciare la porta del nostro smartphone aperta per far scorazzare liberamente i contenuti (e la pubblicità) del social network. Se l’ecosistema studiato da Facebook  si dimostrerà all’altezza delle nostre aspettative (e della nostra privacy) lo accoglieremo a braccia aperte, altrimenti amici come prima, in fondo c’è sempre l’applicazione 1.0 di Android.

Il problema semmai è altrove, a qualche chilometro di distanza da Menlo Park, e più precisamente a Mountain View. Già, chi rischia davvero di smenarci in tutta questa faccenda è proprio Google. Inutile girarci intorno: Facebook Home sarà pure uno strato impalpabile che veleggia leggero sopra Android ma il cambiamento è di quelli che si notano.

Android c’è ma non si vede. Via la griglia delle applicazioni, via le widget, alterato tutto il sistema delle notifiche. Senza parlare della messaggistica: così com’è, Facebook Home sembra il modo migliore per tagliar fuori Google Talk a favore del messenger interno.

Come reagirà la grande G a questo “attentato” al suo sistema operativo tascabile? Un precedente – a dire il vero c’è – ed è anche piuttosto significativo: quello di Amazon, che su uno dei suoi prodotti di punta (il tablet low-cost Kindle Fire) ha installato una versione riveduta e corretta di Android. Una decisione che ha fatto storcere il naso ai vertici della grande G, che a più riprese hanno espresso la preoccupazione circa la possibilità che i tablet Android “puri” venissero cannibalizzati da un’invenzione ibrida. Nulla di più, però.

Google sa bene che questo è il bello (e il brutto) di un sistema operativo aperto qual è appunto Android: c'è un kit di sviluppo su cui chiunque può mettersi a lavorare per creare personalizzazioni. E Facebook l’ha fatto, a suo modo.

Lo stesso Mark Zuckerberg, ieri, rispondendo a quanti gli chiedevano se mai sarà possibile vedere una versione di Facebook Home per iOS ha ribadito che mentre Google non ha bisogno di essere direttamente coinvolta per ciò che viene fatto su Android, tutto ciò che accade su iOS deve essere concordato in partnership con Apple. Come dire che ogni modifica su Andorid – bella o brutta che sia – non ha bisogno del placet di Larry Page e compagni.

Google insomma ha le mani legate (almeno fintantoché Android sarà un sistema operativo aperto) il che significa che non può impedire a Facebook di creare uno strato software che stravolga il suo sistema operativo. Quel che può fare, semmai, è cooperare con il team di Menlo Parl per creare una nuova app per Android, capace magari di combinare tutti i vantaggi di Home senza pregiudicare le funzionalità di Android (e ovviamente la sicurezza della privacy). In fondo ci guadagnerebbero tutti, utenti compresi.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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