Apple contro Google: quando l’orologio sfida gli occhiali
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Tecnologia

Apple contro Google: quando l’orologio sfida gli occhiali

Smartphone addio. Il nostro futuro digitale verrà governato da due oggetti nati nel Medioevo. Reinterpretati per regalarci un’interazione coi nostri sensi più comoda, oltre che più ricca

Se avessimo una sfera di cristallo, cosa vedremmo nel futuro delle nuove tecnologie? Tablet costituiti da schermi sottili come fogli di carta ? Telefonini ultra-intelligenti che si comandano con la sola imposizione del pensiero ? Robot capaci di ragionare e di giudicarci ? Sì, forse. Per il momento, però, l’ipotesi più plausibile è che il nostro domani venga governato da due oggetti dal sapore decisamente retrò: l’orologio e gli occhiali.

Proprio così: Apple e Google, le due aziende che più di tutte incarnano lo slancio verso la nuova era digitale, stanno pensando di trasferire tutta la loro conoscenza a bordo di due accessori che per il genere umano non sono propriamente nuovi.

Certo, non stiamo parlando di occhiali e orologi in senso stretto: il progetto Google Glass è di fatto un dispositivo basato su su due lenti con display incorporati da collegare a uno smartphone Android, mentre Apple ha in mente uno smartwatch in vetro flessibile in grado di dialogare con l’iPhone.

Ma per quanto reinterpretati, stiamo pur sempre parlando di due oggetti che risalgono al Medioevo. Come dire, tutto questo rutilar di innovazioni per tornare indietro di quasi 1000 anni.

Il fatto è che entrambe le aziende credono fermamente nelle cosiddette tecnologie indossabili: l’era del dopo-smartphone dovrà dare agli utenti la possibilità di avere tutto il necessaire tecnologico appiccicato al corpo. Questione di velocità: un conto è estrarre il proprio telefonino intelligente dal taschino per rispondere a una chiamata o mandare un sms, altra cosa è farlo da un oggetto attaccato al polso o addirittura davanti agli occhi.

Personalmente credo che fra i due progetti quello di Google abbia una marcia in più (qui potete leggere la mia scommessa ): innanzitutto perché oltre l’80% delle nostre percezioni sensoriali passa dai nostri occhi, in secondo luogo per l’enorme potenziale delle applicazioni basate sulla realtà aumentata. Se quello che ci racconta Google corrisponde al vero, in un futuro nemmeno troppo lontano potremmo metterci comodi davanti a una chiesa rinascimentale e avere davanti agli occhi – e in tempo reale – tutte le informazioni storiche del monumento. Mica poco.

D’altro canto bisognerà capire quanto sarà gestibile dai nostri occhi una tecnologia così invasiva e ricca di fonti di distrazione. In questo senso, la scelta più conservativa di Apple – quella di un orologio in grado di fare le veci di uno smartphone – appare forse più pratica e quindi attuabile nel medio termine.

Nel dubbio, consiglierei alla concorrenza di darsi da fare per trovare un altro accessorio in grado di vestire i panni del terzo incomodo. Chessò, magari un ombrello, un portafogli o qualsiasi altro oggetto rimasto pressoché uguale a se stesso fin dalla notte dei tempi.

E voi? Siete pronti a rinnovare il vostro guardaroba tecnologico?

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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