Lo streaming è ovunque
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Lo streaming è ovunque

Smartphone, auto, sistemi multi-room, piani dati: ecco perché i servizi musicali via Web stanno facendo irruzione su tutti i canali digitali

Che sia un piacere “fedele” non lo scopriamo certo da oggi. Da quando esistono le radio, i lettori e gli altri supporti portatili, la musica ci segue praticamente ovunque: dal divano di casa all’auto, dalla palestra al lavoro, dai mezzi pubblici al pub. In qualsiasi angolo della nostra quotidianità c'è una colonna sonora ubiqua e incessante, pronta a scandire ogni attimo della nostra esistenza.

Mai come oggi, però, abbiamo avuto la sensazione avere il controllo completo sui nostri ascolti. Gli smartphone da un lato, e i servizi di streaming dall’altro, ci hanno consegnato quello che in fondo abbiamo sempre sognato: uno scrigno dei desideri pieno di tutta la musica della storia del mondo, dai canti gregoriani alle hit del momento; il tutto per la modica cifra di 9,99 euro al mese.

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E insomma, Deezer, Spotify, Last.fm, Play Music All Access e tutti gli altri servizi di streaming a un tot al chilo stanno radicalmente cambiando il nostro modo di avvicinarci ai nostri artisti preferiti, ma soprattutto stanno aumentando la nostra fame di ascolti. Se ne stanno accorgendo, a quanto pare, tutti i player del grande luna park dell’intrattenimento digitale, sempre più stuzzicati dall’idea di inserire promozioni sui catalaoghi musicali online all’interno dei propri supporti tecnologici: smartphone, tablet, console, sistemi multi-room, persino le automobili.

Un servizio che arricchisce il dispositivo
È un modello che piace a tutti: all’industria della musica, innanzitutto, che può in questo modo diffondere la cultura dell’ascolto legale, ai produttori di hardware perché permette di dare valore aggiunto ai propri dispositivi, e ovviamente agli utenti che si ritrovano in questo modo con un mix esplosivo device+contenuti fra le mani. “Le offerte in bundle sono un ottimo strumento per migliorare l’esperienza d’acquisto", racconta a Panorama.it Laura Mirabella, Country Manager di Deezer Italia. "Senza i contenuti di qualità uno smartphone di ultima generazione rischia di essere un oggetto inutile, vuoto. E lo stesso dicasi per un tablet o un sistema multiroom. Associare un servizio di streaming a questi dispositivi offre una reason why maggiore al consumatore".

Dallo smartphone alle casse wi-fi
Deezer, streaming nato in Francia nel 2007 e attivo oggi in 180 paesi (Italia compresa), è fra i player più attivi nella ricerca di una convergenza con il mondo dei produttori hardware. La società ha siglato un accordo con Samsung per la fornitura di un bundle gratuito del servizio Deezer Premium della durata di 6 mesi per chi acquista un Galaxy S5, e può contare su altre due importanti collaborazioni con Sonos e Bose per quanto riguarda il mercato dell’alta fedeltà. Nel mezzo, ci sono poi gli accordi con gli operatori telefonici. "Abbiamo stretto accordi con 50 carrier internazionali con l’idea di far conoscere il nostro prodotto e il nostro modello di business al mass market", puntualizza la Mirabella. Ciò vale soprattutto per Paesi come l’Italia (dove l’accordo è stato siglato nella fattispecie con Fastweb ndr) nei quali il fatturato della musica digitale è ancora piuttosto ridotto rispetto alle nazioni più evolute.

Laura Mirabella, Country Manager di Deezer Italia

Pagare per la musica: un modello che piace anche gli utenti
L’obiettivo è dunque quello di riuscire, lentamente ma inesorabilmente, a diffondere la cultura dell’ascolto a pagamento. Gli ultimi dati sono in questo senso abbastanza incoraggianti: "In molti Paesi il numero di ascolti legali ha superato i download illegali", commenta la responsabile Deezer - e questa è una buona notizia, non solo perché segna la vittoria dell’industria musicale sulla pirateria. La sensazione è che gli utenti abbiano finalmente trovato un’offerta all’altezza delle loro aspettative, sia in termini di qualità che di prezzo. Ciò vale soprattutto per gli utenti over 30, gli stessi che magari fino a qualche anno fa scaricavano illegalmente da Napseter e dai torrent e oggi invece sono disposti a pagare qualcosa per avere un servizio più rapido, snello e portatile".

L'alta definizione per superare i limiti dei formati compressi
In un contesto di questo tipo, pare chiaro, la battaglia dello streaming si snoderà soprattutto su due fronti: da un lato la capacità di sviluppare un modello freemium sempre più attraente (si accede al servizio da PC gratuitamente, si paga per avere i servizi aggiuntivi), dall’altro migliorare la qualità dell’ascolto. Da qui l’interesse per l’audio in alta definizione, considerato ormai da più parti la leva che consntirà ai fornitori di musica online di fare breccia nelle orecchie degli utenti più esigenti . “Uno dei limiti più urlati nel mondo dello streaming è quello del segnale più o meno compresso”, conclude Laura Mirabella, “e ciò vale soprattutto per un pubblico generalmente maturo. Per questo motivo abbiamo costruito un catalogo in formato FLAC (Free Lossless Audio Codec) ad un livello standard di 1.411 kbps o superiore all'interno del profilo Deezer Elite associato alle casse Sonos. Così facendo andiamo a impreziosire l’impianto audio con un servizio di qualità: l’esperienza sulle casse Wi-Fi acquisisce una cifra distintiva che viene percepita al massimo della sua resa".

Il paragone con il mondo della ristorazione vien quasi naturale. L’offerta musicale come quella gastronomica: vincerà chi saprà offrire un menu sempre più variegato, capace di incontrare i gusti di tutti consumatori, da quelli attenti al portafogli ai palati fini.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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