Steve Wozniak: "Il cloud computing porterà un sacco di orribili problemi"
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Steve Wozniak: "Il cloud computing porterà un sacco di orribili problemi"

L’ex numero due di Steve Jobs ha messo in guardia una platea dai rischi connessi alla cloud e al progressivo trasferimento dei propri dati dall’hard-disk ai server

Era stato invitato alla penultima di The Agony and The Extasy of Steve Jobs, un monologo teatrale in cui Mike Dasey dibatte apertamente di alcuni dei risvolti più controversi dell’operato di Apple (questione Foxconn in primis). Ha assistito al monologo, in qualità di star d’eccellenza. Poi, a luci accese, arrivato il momento della discussione, Steve Wozniak ha cominciato a parlare a braccio. Finché non si è arrivati a parlare di cloud computing, a quel punto ha estratto dal cilindro qualcosa che in pochi si aspettavano di vedere:

Sono davvero preoccupato di tutto quello che sta finendo nella cloud. Credo che sarà orrendo. Credo ci saranno un sacco di problemi orribili da affrontare nei prossimi cinque anni.

Wozniak non si riferisce a problemi di costo o questioni di natura tecnica, che pur sono state già affrontate nei mesi scorsi, le sue preoccupazioni si concentrano piuttosto sul fatto che, con la progressiva transizione alla nuvola, ci saranno sempre meno file sul tuo hard-disk e sempre di più sui server di compagnie terze.

Con la cloud non possiedi nulla. Una volta che accetti le condizioni d’uso, i tuoi dati appartengono ad altri. Io voglio sentire di possedere le cose. Un sacco di persone dice ‘Oh, in realtà è tutto nel mio computer’, ma io credo che più ci ostiniamo a trasferire tutto sul Web, nella cloud, meno controllo avremo su questo tutto.

Difficile non intravedere in queste frasi un riferimento a quelle aziende che di fatto forniscono servizi gratuiti in cambio della possibilità di ottenere dati sugli utenti e di indirizzare loro ad pubblicitari. Il panorama tinteggiato da Wozniak è piuttosto tetro, ma probabilmente contiene una radice di verità. È vero che molti stanno osannando la diffusione del cloud computing come la panacea che trasformerà il lavoro in Rete in un paradiso di velocità. Prima che ciò possa avvenire, però, sarebbe opportuno informarsi su come e quanto siano sicure le cloud e sui rischi connessi all’affidamento di dati personali a compagnie terze.

Mentre i luddisti dell’ultim’ora provano a riesumare il mito dell’hard-disk, qualcuno, come Joe McKendrick, suggerisce di cominciare a considerare la sua cloud come una sorta di banca (o un consulente finanziario) qualcuno che bisogna conoscere, studiare, al fine di avere fiducia nel fatto che tratterà i tuoi preziosissimi dati con la stessa cura che ha per i suoi.

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Fabio Deotto