Spotify: non occorre più Facebook per il login
Tecnologia

Spotify: non occorre più Facebook per il login

Un "divorzio soft" tra due nomi molto noti del "social": non sarà più necessario l'account Facebook per entrare nel popolare servizio di streaming musicale

In Italia lo attendiamo ancora e chissà per quanto dovremo ancora aspettare.

In molti altri paesi del mondo, Spotify è un servizio musicale importantissimo sia per gli utenti - che vi trovano un ricchissimo catalogo in streaming, praticamente senza eguali - che per artisti e discografici, che dallo sbarco in USA nello scorso anno hanno visto questo servizio crescere ulteriormente e ormai piazzarsi a ridosso di Amazon al secondo posto dopo Apple iTunes per le vendite di musica online.

Fa perciò scalpore la notizia, peraltro niente affatto strombazzata, di una sorta di silenzioso "divorzio" da Facebook: in pratica, anche e soprattutto grazie all'intercessione di Sean Parker, personaggio presente in entrambe le società con ruoli diversi, Spotify aveva a un certo punto ceduto alla tentazione di far creare agli utenti necessariamente un account Facebook per fare login nel proprio servizio musicale.

Questo ovviamente portava discreti benefici: da un lato, la musica in Facebook (che però è spessissimo presente sottoforma di embed da YouTube o Soundcloud); dall'altro, la condivisione sul principale social network di ascolti e playlist (non vi è mai capitato di vedere nel feed di Facebook in alto a destra cose come "tizio sta ascoltando il tale brano dei Rolling Stones su Spotify"?).

Si è anche vociferato a lungo tempo di una relazione più stretta tra le due società, e di un servizio musicale "vero" realizzato da Spotify solo per Facebook, un po' come MySpace ha tuttora la sua ricca ma ormai semidimenticata sezione musicale.

Eppure, la cosa non solo non si è concretizzata; oggi, anzi, si fa un passo indietro: Spotify consente ancora di entrare con le proprie credenziali Facebook. Ma, alla chetichella, in una schermata che per dirla con Digital Music News contiene "istruzioni confusionarie" compare in basso anche la possibilità di creare, come era in origine, un proprio account Spotify semplicemente inserendo il proprio indirizzo di e-mail.

Questo era già possibile in Germania, dove il "re dello streaming" è sbarcato da pochi mesi, ed ora la possibilità viene nuovamente offerta anche in altri paesi, dal Regno Unito alla Svezia, dagli Stati Uniti alla Francia.

Un segno dei tempi, e del fatto che Facebook potrebbe essere un partner meno affidabile e duraturo di quanto non si pensasse un anno fa o anche solo pochi mesi addietro? Forse. Non vediamo un Facebook ridotto a brevissimo peggio del MySpace odierno, né uno Spotify in gran difficoltà come potrebbe essere Zynga o qualche altro nome che si sia legato eccessivamente alla creatura di Mark Zuckerberg per il proprio modello di business. Ma - lasciatecelo immaginare - probabilmente Daniel Ek e Sean Parker, o chi per loro, avranno probabilmente pensato che "prevenire è meglio che curare"...

I più letti

avatar-icon

nicolabattista