Tinder
Leon Neal/Getty Images (2017)
Tecnologia

Tinder Select, arriva il dating dei VIP

Modelle, imprenditori, ma anche utenti comuni ad alto indice di gradimento. Ecco chi può entrare nel nuovo "privé" della popolare app di incontri

Qual è l’identikit dell’utilizzatore medio di Tinder? Difficile dirlo. Si potrebbe affermare, con una discreta approssimazione, che si tratti di una persona giovane, single e con una certa dimestichezza con il mondo delle nuove tecnologie. Ma non è detto. Le dimensioni del bacino di utenza (più di 100 milioni di iscritti secondo le ultime stime) fanno infatti dell'app lanciata 5 anni or sono da un gruppo di sviluppatori americani una piazza davvero eterogena, capace di radunare profili di qualsiasi tipo.

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Fra gli abituè ci sarebbero anche personaggi più o meno famosi, come modelle, imprenditori, direttori d’azienda, un target che i gestori del servizio vorrebbero curare in modo molto particolare attraverso una vera e propria versione VIP del servizio. Si tratta di Tinder Select, una variante privata dell’app riservata a pochi selezionatissimi iscritti, scelti da Tinder attraverso un meccanismo a inviti.

Un privé molto esclusivo
Da un punto di vista prettamente tecnico, Tinder Select non è un applicazione a sé stante, quanto piuttosto un secondo livello del servizio contraddistinto da lievi differenze grafiche (una S su sfondo blu prende il posto della classica fiammella rossa) oltre che da un più ristretta cerchia di iscritti.

I VIP hanno la facoltà di nominare altri utenti, ma questo privilegio non può essere trasferito a terzi: chi viene nominato, in altre parole, non può a sua volta invitare altre persone. Una volta all'interno di Select, comunque, è possibile tornare all’applicazione principale (e viceversa) in qualsiasi momento.

Entra solo chi conta
Non è dato sapere su quali criteri Tinder stabilisca chi è meritevole di entrare in Select e chi invece no. Un fattore, ipotizza TechCrunch, potrebbe essere quello del cosiddetto Tinder Elo score, un algoritmo segreto che classifica gli utenti in base a quanto sono desiderabili. Non solo personaggi famosi, quindi, ma anche utenti comuni ad alto indice di gradimento, almeno online.

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Ma cosa ci guadagna Tinder da tutto questo? C’è chi parla di un modo po’ snob per separare gli utenti che contano dai "comuni mortali", e chi invece sospetta di un possibile specchietto per le allodole per creare hype su una variante a pagamento del servizio. Giusto per ribadire un concetto sempre valido, anche in ambito Web: quello secondo cui la qualità si paga.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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