Uscire dai social network, che strazio
Tecnologia

Uscire dai social network, che strazio

Cancellare il proprio profilo e i dati personali si rivela un’impresa lunga e macchinosa. E, quando finalmente ci si riesce, scopriamo che qualcosa di noi resta

Se l’ingresso di un social network è come un portone enorme e spalancato, l’uscita invece è un varco piccolissimo nascosto alla fine di un percorso tortuoso. Iscriversi richiede meno di un minuto, cancellarsi (per un motivo qualsiasi) può rivelarsi un’operazione complessa, piuttosto frustrante e, una volta portata a termine, insoddisfacente.

Mark Zuckerberg, che in passato è stato accusato di conservare i dati degli utenti Facebook dopo il loro addio, ha deciso di offrire due alternative. Un arrivederci, la disattivazione temporanea, che fa sparire finché lo si desidera la maggior parte dei contenuti condivisi sul sito, sebbene alcune informazioni, come i messaggi inviati, «potrebbero rimanere visibili agli altri» come avverte la stessa Facebook. O la disattivazione definitiva, che pure ha i suoi limiti: è un po’ macchinosa, non semplicissima da trovare e lascia due settimane di tempo per ripensarci. Se in quel periodo si accede a Facebook o ad applicazioni correlate anche solo per errore, il processo si annulla e bisogna ricominciare daccapo.

Su Twitter il periodo per cambiare idea si allunga a 30 giorni prima che il nostro profilo con i relativi cinguettii, subito oscurati agli altri iscritti, venga eliminato del tutto. Ma attenzione: il social network non controlla i contenuti indicizzati sui motori di ricerca, dunque i nostri tweet potranno essere ancora rintracciabili.

Linkedin promette invece di andare oltre e rimuovere le informazioni memorizzate da Google e affini, però, come scrive il New York Times, «si riserva il diritto di usare i tuoi dati per marketing o altri scopi», anche ad account chiuso. Google+ è solo un frammento dell’ampia galassia di Mountain View, dunque la cancellazione non interesserà le foto, che appartengono al servizio Picasa, i contatti, che servono a Gmail, le chat e tutto ciò che è condiviso con altre applicazioni. Se proprio si è determinati, bisogna sbarazzarsene manualmente, un poco alla volta. I social network, insomma, sono come i grandi amori: richiedono tantissime attenzioni e lasciarli è spesso uno strazio. 

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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