Perché Pinterest piace alle aziende
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Perché Pinterest piace alle aziende

A differenza di Facebook e Twitter il social network delle immagini crea un legame più profondo con gli oggetti. E dunque coi marchi

Che fine ha fatto Pinterest? Dopo l’entusiasmo iniziale, il clamore mediatico attorno al social network delle immagini sembra essersi un po’ affievolito. Eppure, a guardare i risultati forniti da ComScore, la bacheca creata nel nel 2010 da Evan Sharp, Ben Silbermann e Paul Sciarra non se la passa poi così male: gli utenti nel mondo sono più di 70 milioni e il tasso di crescita in Italia dal settembre 2013 (da quando cioé la piattaforma è stata localizzata) è del del 175%.

Certo, Facebook e Twitter si muovono con un altro passo, ma per Matt Crystal, Head of International, questi numeri sono già sufficienti per fare di Pinterest un stella molto luminosa, capace di attrarre investimenti, oltre che utenti.

"Alcuni servizi sono finalizzati a raccontare le cose fatte nel passato o che si stanno facendo nel presente", spiega a Panorama.it il responsabile, "Pinterest, invece, è l’unica piattaforma che si basa sulle cose che vorremmo fare in futuro. È uno strumento per scoprire e pianificare, che riflette i gusti personali di ognuno di noi. Perciò, si tratta meno di essere connessi alle altre persone che conosciamo e più alle community con cui abbiamo un interesse in comune.

La naturale vocazione del network a individuare e rafforzare il legame con le "cose" e fra i membri delle varie community, fa sì che ci siano almento tre buoni motivi per portare un’azienda o un professionista a investire in Pinterest: "Le aziende vedono un’opportunità in Pinterest come naturale canale di marketing. Dato che ogni pin è collegato a una url, cliccando sul pin l’utente viene rimandato a un sito. Il meccanismo genera traffico in maniera naturale. Pinterest, inoltre, viene utilizzato per collezionare e organizzare le cose che più ci piacciono, perciò le persone lo usano per connettersi ai loro brand preferiti e ai loro prodotti. Infine, Pinterest viene utilizzato come canale per condividere le cose che ci piacerebbe fare nel futuro. Quindi, c’è un certo livello di “intenzione” negli utenti, che diviene una parte naturale del processo di acquisto su cui le aziende possono puntare".

Ma quali sono, a conti fatti, le aree nelle quali l’utilizzo di Pinterest può rivelarsi più efficace? "Pinterest - continua Matt Crystal - è una piattaforma che speriamo diventi sempre più apprezzata dalle persone, a prescindere dagli specifici interessi. Abbiamo iniziato principalmente con i settori food, fashion e arredamento ma, dopo essere cresciuti, due delle categorie più in voga sono i viaggi e il giardinaggio. Abbiamo lanciato le Bacheche di Luoghi circa un anno fa per rendere più semplice organizzare i luoghi, vicini e lontani, che più piacciono agli utenti".

L’idea di giocare a tutto campo è figlia di un’analisi sull’identikit dell’utente medio del social network. Il nostro intento - spiega il responsabile - è quello di essere una piattaforma che può essere utilizzata da tutti, senza distinzioni tra aree geografiche o dispositivi. Non esiste un utente standard, i nostri utenti sono persone attratte da Pinterest perché gli dà l’opportunità di condividere e collezionare oggetti o idee, di trarre ispirazione e fare progetti per la loro vita.

Come dire che chiunque sia connesso in rete e abbia un interesse è potenzialmente un frequentatore del social network. Naturalmente questo non è di per sé sinonimo di successo ed è per questo che l’azienda di San Francisco sta lavorando su nuove funzioni in grado di aumentare l’attrattività del servizio. "Abbiamo recentemente lanciato la Ricerca Guidata, una guida che rende più facile trovare cose che magari non pensavamo nemmeno di cercare! Abbiamo anche lanciato la possibilità di inviare messaggi, che rende più semplice la possibilità di collaborare in quanto è possibile inviare un messaggio a un amico in relazione a un pin e iniziare una conversazione su di esso. Quindi, in futuro continueremo a vedere innovazione in ambito mobile e modi per rendere le ricerche più definite e senza limitazioni".

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Roberto Catania

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