Perché avete meno follower su Twitter
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Perché avete meno follower su Twitter

La lotta agli account fake entra nel vivo grazie a un nuovo algoritmo che elimina i profili falsi usati solo per aumentare la popolarità

Ora si fa sul serio. Chiunque abbia usufruito di un servizio online per aumentare il numero dei propri follower, si ritrova oggi con un account penalizzato, che rispecchia maggiormente la realtà dei fatti.

Sono tanti i siti web che, a fronte di qualche decina di dollari, riempiono di seguaci gli acquirenti, anche con cifre importanti: dai 500 ai 10 mila profili, che tutto d’un tratto si dimostrano interessati a ciò che postiamo.

Una linea strategica utilizzata da molti, sia per il costo abbordabile che per l’opportunità di dare una svolta alla propria social-carriera, in un mondo che bada sempre più spesso alla quantità invece che alla qualità dei contenuti.

Cosa succede oggi

Come anticipato, Twitter sta effettuando una profonda pulizia della piattaforma, eliminando in automatico i follower falsi, bot, che pubblicano messaggini ogni tanto ma il cui vero e unico scopo è incrementare il totale dei fan mostrati in bacheca. In realtà la mossa del social network è pure tardiva, perché nelle linee guida era già presente il divieto di utilizzare sistemi di automazione per far crescere il profilo anche se il team ha voluto ribadire meglio la questione, pubblicando un lungo post sul blog per gli sviluppatori in cui spiega che mantenere la rete pulita e trasparente c’è bisogno di liberarla costantemente dallo spam, che si traduce sia in testi, foto e video contrari alle regole che in veri e propri account fasulli.

L’indagine del New York Times

Il tutto è partito a fine gennaio 2018, quando un’indagine del New York Times aveva tirato in ballo il costante successo di servizi come Devumi, nato per soddisfare la crescente voglia di popolarità dell’utente connesso. Basti pensare che con una spesa di circa 225 dollari ci si porta a casa 25 mila follower, il triplo di quelli della nostra Arianna Fontana e di molti partiti italiani che si preparano alle elezioni.

Tutto più vero

Anzi, proprio in vista del voto italiano e di quelli in giro per il mondo, tra cui il midterm americano di novembre, Twitter ha accelerato nella cancellazione dei fake anche per evitare che siti e app vengano usati per spammare notte e giorno messaggi politici senza sosta, lasciando che siano gli utenti reali, candidati e sostenitori, a portare avanti il dibattito online, che ha senso solo se genuino.

Tanti piccioni con una fava

Tramite una sola mossa, il taglio degli account farlocchi, Twitter raggiunge più risultati. Il primo, fondamentale, è donare all’emisfero internettiano una rappresentazione digitale del globo più vicina alla realtà. Il secondo è combattere lo spam, non solo politico ma diffuso in tanti contesti, da quello sportivo all’economico, dove i bot servono per canalizzare il traffico verso alcuni portali, così da aumentarne i click e la visibilità.

Basta fake news

Un’altra finalità è la ferrea lotta alle fake news, che non la smetteranno di inquinarci la vita con la sparizione di qualche milione di falsi profili ma la cui condivisione, amplificata dalle condivisioni seriali, si ridurrà sensibilmente.

Scacco alla Russia (e non solo)

Non a caso, la Internet Research Agency, definita il palazzo dei troll, oltre ai collaboratori umani per la costruzione e divulgazione delle bufale, contava parecchio sulla pubblicazione periodica di pensieri e sentimenti di disordine sociale ad opera di individui inesistenti e giustificati online solo da una foto e una breve biografia. Sarà molto difficile d’ora in poi per la Russia, e per chiunque abbia progetti di manipolazione delle idee, sfruttare Twitter per i suoi scopi di conquista.

Anche così si combatte il terrorismo

Meno bot vuol dire, in generale, minore propaganda estremista, a qualunque genere essa appartenga. Sappiamo che anche nazioni notoriamente poco tecnologiche, come l’Iran, hanno imparato negli anni a fondare parte della comunicazione sul web. Dietro l’inneggiare all’Isis ci sono maree di persone in carne e ossa ma soprattutto software automatici, che hanno già smesso di cinguettare, con decine di migliaia che seguiranno la stessa sorte.

Cosa cambia per gli utenti

L’adozione di questo più attento algoritmo di ricerca e analisi della menzogna ha avuto, e avrà in futuro, effetti immediati sugli iscritti. Lo abbiamo già accennato: la rapida discesa del numero di follower che, considerando i fake, non di rado erano ben oltre il 50% dei totali.

Ci sono casi in cui si arriva addirittura all’80-90% di seguaci fantasmacon una piccola porzione dedicata ai twittatori reali. Che fare? Di certo non tornare a comprare bot perché se la vicenda è partita con Devumi non si fermerà assolutamente qui. Le pulizie di primavera sono solo all’inizio e la strada per diventare influencer, già lunga e travagliata, adesso si fa più dura che mai.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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