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Tecnologia

No, l’account gratuito di WhatsApp non scadrà tra 48 ore

Ennesimo tentativo di truffa inviato come catena tra le chat dell’app più usata per i messaggi. Gli hacker non aspettano altro

Si sta diffondendo in maniera veloce e repentina un nuovo messaggio truffa su WhatsApp. Ancora una volta il tentativo è quello di spingere le persone a cliccare su determinati link per installare virus sullo smartphone e ottenere le chiavi di accesso alle piattaforme più usate, come email e social network.

Ecco il testo che sta scaldando ulteriormente questo inizio di agosto: “Caro cliente, l’uso gratuito per il tuo account scadrà entro 48 ore. Il tuo account verrà bloccato. È necessario rinnovare il tuo account o i vostri dati saranno persi (foto, video, messaggi)”.

Perché è falso

Sappiamo benissimo che usare WhatsApp è gratis oramai da tempo. Solo agli inizi l’app per il cellulare chiedeva il pagamento di pochi centesimi ogni 12 mesi, per supportare lo sviluppo e il miglioramento del sistema ma, già prima dell’acquisizione da parte di Zuckerberg, sia il software per iPhone che Android, BlackBerry e Windows, era divenuto gratuito e completamente libero. Cosa ci guadagna allora la compagnia? I nostri numeri di cellulare e, anche se per il momento è ferma, l’associazione con l’account del profilo registrato su Facebook.

Perché esistono le catene-truffa

Sebbene lo stesso team di WhatsApp sia intervenuto in passato per invitare gli utenti a non dar seguito a messaggi del genere, è sempre possibile che prima o poi qualcuno ci caschi, premendo con il dito sull’indirizzo web inserito in fondo. A quel punto i rischi sono molteplici: chi ha creato il sito farlocco può chiedere i dati personali, l’indirizzo email e la password di accesso, persino IBAN e codici di verifica delle carte di credito. Tutte informazioni che non ci sogneremmo mai di inserire così, sul primo portale che capita, vero?

Prevenzione online

E invece no, stando alla Polizia Postale il tentativo di imbroglio va ancora a segno in molti casi. Per questo è nato proprio su Facebook il Commissariato di PS Online-Italia, che non fa in tempo a divulgare l’esistenza di una truffa che eccone subito pronta un’altra. Proprio dalla pagina della Polizia è partito l’avviso all’ennesima bufala via WhatsApp.

Il virus è vero

Tra le balle di queste ore di vero c’è Lipizzan, un nuovo malware che punta gli account del servizio di messaggistica su Android. La minaccia, presente in oltre 20 applicazioni non certificate sul Play Store (molte sviluppate da NSO Group), una volta installata riesce a leggere le conversazioni in memoria sia di WhatsApp che di Skype, oltre alle email scambiate su Gmail.

Il lavoro di Google

Sebbene non sia semplice riconoscere i software maligni (praticamente impossibile), il team di Google sta lavorando sempre più nella direzione di bloccarne la pubblicazione online e, quando non ci riesce in maniera preventiva, limitarne la diffusione, eliminando le app dallo Store e contattando gli utenti che le hanno scaricate. Circa un centinaio nell’ultimo caso.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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