Google Maps è appena diventato più social. Ecco perché Google si è comprato Waze
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Tecnologia

Google Maps è appena diventato più social. Ecco perché Google si è comprato Waze

La startup israeliana era contesa da tutti, se l'è aggiudicata Google, che ora può aggiungere una dimensione social ai suoi servizi di geolocalizzazione. Il navigatore di Google non sarà più un semplice strumento, ma una piattaforma geosocial in cui interagire con altri utenti

Voglio raccontarvi una storia. C’erano una volta tre ricchi pretendenti, Facebook, Microsoft e Apple, che speravano di spodestare Google dal trono dei servizi di geolocalizzazione. Per farlo, ognuno di loro aveva deciso di puntare ad aggiudicarsi la mano di Waze un servizio di navigazione social che avrebbe consentito ai loro utenti di condividere informazioni sul traffico e interagire in tempo reale. Alla fine, tra i tre litiganti, il quarto a godere fu proprio Google, che si limitò a sedersi al tavolo delle contrattazioni e, aprendo il proprio generoso portafogli, mise fine una volta per tutte alla questione. E i tre pretendenti vissero tutti ricchi e scontenti sotto regno indiscusso di Re Google.

Dopo mesi di tiro alla fune, qualche ore fa Google è riuscito a porre la firma decisiva e a rilevare la startup israeliana per una cifra che si dice superi il miliardo di dollari. Si tratta della quarta maggiore acquisizione operata da Google negli ultimi 15 anni. Il che è curioso, dal momento che, delle quattro aziende in questione, Google è quella che avrebbe meno necessità di integrare un sistema come Waze nel suo già affollato esercito di servizi geolocalizzati, ma è anche vero che è quella che ha più interesse a tenere la startup israeliana lontana dalle grinfie di Facebook, Microsoft e Apple. Volendo rimanere ancora un po’ nella cornice della metafora, Re Google potrebbe tranquillamente chiudere Waze nel suo forziere, e continuare a dominare indisturbato il suo regno.

Ma nel mondo reale, ogni occasione è buona per estendere il proprio raggio d’azione e massimizzare i propri profitti. Waze, nello specifico, è un’occasione addirittura ottima, considerato il potenziale insito in questa app di crowdsourcing geolocalizzato. La questione è semplice: sempre più gente ha uno smartphone, la gente durante la giornata si sposta e spesso, quando è in città, tende ad affidarsi a applicazioni mappe che lo scortino incolume fino al posto desiderato. La grande partita che i quattro contendenti della nostra storia si apprestano a giocare consiste nel tappezzare le proprie mappe di annunci geolocalizzati, recensioni, suggerimenti e notifiche personalizzate che raggiungano l’utente mentre vaga aggrappato alla sua bussola 2.0.

Oltre a fornire un ottimo set di mappe, Waze consente di particolareggiare le mappe con informazioni in crowdsourcing che possono rivelarsi preziose per chi è bloccato nel traffico (o per chi vuole stare alla larga dagli autovelox). Fino a ieri, Waze era un’applicazione gratuita di relativo successo, che ha saputo attrarre in poco tempo 50 milioni di utenti, diventando un punto di riferimento indispensabile per i cittadini di Israele (9 su 10 usano correntemente Waze). Se Facebook, Microsoft e Apple hanno valutato la possibilità di scucire un miliardo di dollari per accaparrarsi la startup israeliana, questo può voler dire due cose: 1- Il settore della geolocalizzazione ha ormai un valore strategico cruciale per un azienda che voglia dominare la scena mobile. 2- Google ha fatto bene ad affrettarsi a togliere Waze dai giochi.

Investire denaro per strappare Waze dalle mani di qualcun altro è sicuramente una buona cosa per Googlespiega Brian Wieser della Pivotal Resaerch Group “Difficile prevedere in quale proporzione Waze aiuterà a generare introiti, ma indubbiamente aiuterà Google a evitare le perdite e i rischi derivanti da una possibile acquisizione di Waze da parte di altri competitor.

Da Google fanno sapere che Waze continuerà ad operare indipendentemente, mantenendo il proprio team originale in Israele (una delle presunte richieste che la startup aveva avanzato a tutti i pretendenti), e si riserverà la possibilità di introdurre le funzionalità social di Waze all’interno dei propri servizi (il che vorrebbe dire Google Navigator). Parallelamente, Waze potrà usufruire dell’insuperato asset di dati geolocalizzati di Mountain View e migliorare così il proprio servizio.

Insomma, la mossa di Google ha il sapore di una vittoria. Alleggerendo il proprio tracimante portafoglio di un miliardino di euro (robetta, per un colosso del Web), Google si è assicurato le seguenti cose: 1-Nessun altro potrà acquisire Waze e sfidare Google sul fronte geosocial. 2- Per quanto possa crescere e migliorare, Waze non diventerà mai un rivale. 3- Di servizi mappe e navigatori ne esistono a iosa, di applicazioni di navigazione e mappe social in crowdsoursing ne esisteva uno: Waze; ora ne esistono due, e uno di questi due è Google.

Già prima di ieri le mappe di Google erano considerate sostanzialmente irraggiungibili. Tuttavia, Google ancora non era riuscito a trasformare i propri servizi geolocalizzati in piattaforme social dove gli utenti potessero interagire. Con Waze è in grado di colmare anche questa lacuna. Facebook e Apple dovranno cavare qualcosa di davvero insolito dal proprio cilindro, se non vogliono continuare a mangiare polvere nelle retrovie.

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Fabio Deotto