Glose sfida Kindle, ma il social reading è una partita persa
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Glose sfida Kindle, ma il social reading è una partita persa

L'app consente agli utenti di scambiarsi appunti e commenti mentre leggono lo stesso libro. Ma quanti vogliono leggere in compagnia?

Negli ultimi anni in molti hanno provato a confezionare il social network definitivo per la lettura, Anobii e Goodreads si contendono il centro del palcoscenico da diversi anni, ma volendo guardare ai numeri, è chiaro che la partita del social reading non è mai veramente cominciata.

Certo, migliaia di utenti si sono registrati a questi social network e ogni giorno discutono, lasciano commenti, recensioni e voti, ma il vero salto di qualità non è mai avvenuto. I teorici del social reading ipotizzano da tempo lo sviluppo di una comunità di lettori che interagisca in tempo reale nel corso della lettura di un libro, scambiandosi pareri, appunti, indicazioni e consigli; l’idea di base è quella di trasformare la lettura digitale in una specie di evento comunitario, come se i vari utenti fossero tutti seduti attorno allo stesso focolare, a leggere lo stesso libro e a parlarne facendo oscillare un calice di vino rosso.

Dopo anni di tentativi, nessuno è ancora riuscito a concretizzare un simile scenario, nemmeno Amazon, che pure può vantare il dispositivo più diffuso (Kindle), il social network più utilizzato per la lettura (Goodreads) nonché un enorme serbatoio di utenti. Ma qualcuno continua a sperarci.

È il caso di Glose, una nuova startup che si è posta l’obiettivo di rendere l’esperienza di lettura di un ebook significativamente diversa dalla lettura di un libro cartaceo. Glose è una via di mezzo tra uno store digitale di ebook e un’app di lettura, è disponibile per iOS e web (a breve anche per Android), mette a disposizione un catalogo di oltre 300.000 titoli delle maggiori case editrici e, soprattutto, è stata ideata per consentire alle persone che stanno leggendo lo stesso libro di interagire tra di loro durante la lettura.

Ogni utente può commentare ed evidenziare singole parti dell’ebook, e condividere queste annotazioni con l’intera comunità Glose. In questo modo, un utente che voglia confrontarsi con altri su un libro che ha letto (o che ha intenzione di leggere) può accedere alle diverse annotazioni, o scegliere di mantenersi in contatto con specifici utenti dei quali apprezza maggiormente gli appunti.

Naturalmente, un approccio simile funziona molto di più per la saggistica che per la narrativa, ma l’ambizione dei creatori di Glose è di introdurre un nuovo modo di concepire la lettura, una sorta di reincarnazione digitale dei club del libro.

Per ora l’app è ancora lontana dall’essere perfettamente funzionale. Alcuni utenti lamentano poca versatilità nella scelta di font e dimensioni dei caratteri, e anche la funzionalità più interessante, ossia la possibilità di evidenziareautomaticamente intere frasi con un solo tocco, deve ancora essere perfezionata.

Ma sicuramente Glose è una proposta interessante, e non è da escludere che, se anche non farà successo come app a sé stante, le compagnie che producono ereader potrebbero avere interesse a integrarla nei loro dispositivi (o ad acquisirla direttamente per evitare problemi, vero Amazon?).

Esiste tutta via la concreta possibilità che l’obiettivo che gli sviluppatori di Glose si sono posti non sia in realtà raggiungibile. Sebbene il social reading sia un esperimento interessante, difficilmente avrà lo stesso successo del social listening o del social watching.

Per capirci: era abbastanza prevedibile che prima o poi gli utenti avrebbero utilizzato Twitter e i suoi hashtag per commentare in tempo reale degli spettacoli televisivi o dei film; questo non significa che lo stesso debba avvenire per la lettura, che tradizionalmente è un’attività perlopiù solitaria, spesso legata a un momento di raccoglimento e di isolamento dal mondo esterno.

Insomma, non so voi, ma io, quando leggo un libro, del resto del mondo me ne dimentico volentieri.

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Fabio Deotto