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Tecnologia

Facebook con WhatsApp non è proprio una buona idea

Zuckerberg unirà le chat di Messenger, WhatsApp e i messaggi diretti di Instagram: "Sarà un beneficio per la privacy", ma non ci crediamo

Ieri il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, ha annunciato il futuro della piattaforma definito "Privacy Focused". Di cosa si tratta? Della volontà di rendere più sicure e chiuse le piazze virtuali che gestisce, almeno agli occhi di possibili agenzie e attori esterni.

Zuck ha confermato di sapere che Facebook condivide molti dati personali degli utenti con app di terze parti, ma allo stesso tempo ha promesso che porafforzerà le sue creature, portando a bordo maggiore riservatezza. La prima mossa? Unire le chat di Messenger, WhatsApp e Instagram. Forse ci sfugge qualcosa.

Capisco che molti non pensano che Facebook debba realizzare questo tipo di programma incentrato sulla privacy, perché francamente non abbiamo una solida reputazione per la creazione di servizi di protezione, e storicamente ci siamo concentrati su strumenti per una condivisione più aperta. Ma abbiamo ripetutamente dimostrato che possiamo evolvere per creare soluzioni di cui le persone hanno bisogno, pur in maniera privata.

Rendere Messenger, WhatsApp e Instagram un tutt'uno risolverà la sempre attuale emorragia di dati che vanno a finire sui server di agenzie e organizzazioni più o meno disparate? Per Mark si. Il motivo è semplice: avere i tre giganti della comunicazione digitale sotto un unico cappello, non solo burocratico ma anche tecnico, permetterà di gestirli al meglio, peraltro evitando di incorrere in beghe legali. 

Del tipo? 

Sappiamo che alcuni enti sovranazionali, come l'Unione Europea, non sono così d'accordo per l'unificazione di Facebook con WhatsApp, già ipotizzata mesi fa e bloccata anche dal governo tedesco, nel merito dei suoi cittadini ovviamente. Il rischio è quello di accentrare nelle mani di una sola azienda la vita digitale di milioni di persone, che magari sono iscritti all'una e non all'altra piattaforma am che si vedremmo comunque condividere i loro dati tra compagnie differenti. 

Cosa succede

Se ancora non è chiaro cosa la novità introdotta da Zuckerberg comporterà, possiamo immaginare semplicemente la comparsa tra le chat di un'app anche delle sezioni riguardanti le altre due, così da non dover passare varie applicazioni per comunicare con amici e parenti iscritti a servizi diversi. I dubbi sono tanti, troppi: il mio numero, attivo solo su WhatsApp, sarà visibile anche ai contatti di Facebook e Instagram senza che io li abbia mai aggiunti? La crittografia, oggi assente sul social delle foto, arriverà anche li oppure quelle chat dirette saranno maggiormente esposte al rischio hacking?

Lezione da imparare

In un'ondata di polemiche quasi ininterrotte da oltre due anni (informazioni false, cyberbullismo, manipolazione per scopi politici, gestione dei dati personali), Facebook ha garantito di aver imparato dai propri errori e di poter offrire un ecosistema finalmente maturo e pronto ad affrontare le sfide della privacy. Il fato qui è che, in caso contrario, a rimetterci saremo solo noi, mica quel furbacchione di Zuck.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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