Fake News on a Smartphone
Thomas Faull @iStock (2017)
Tecnologia

Facebook: come riconoscere le fake news

Il social network pubblica un decalogo con i consigli per riconoscere le bufale che transitano sul news feed. Ecco quali sono punti salienti

La lotta alle fake news? È un po’ come quella ai rifiuti: è soprattutto una questione di (buoni) comportamenti.

È più o meno con questo spirito che va letto il decalogo pubblicato da Facebook sul news feed degli utenti di 14 Paesi (Italia compresa), una sorta di prontuario di consigli da tenere a mente per riconoscere una bufala da una notizia vera.

“Non ti fidare dei titoli”, “Guarda bene l’URL”, “Controlla le date", “Verifica le testimonianze” : si tratta nella maggior parte dei casi, di suggerimenti dettati dal buon senso, ma che spesso - complice anche la velocità con cui si scrollano le notizie in bacheca - vengono ignorati.

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"Abbiamo lavorato consultandoci preventivamente con First Draft, un’associazione non profit dedicata a migliorare la capacità e la metodologia utilizzata per segnalare e condividere informazioni online, in modo da lanciare uno strumento educativo con lo scopo di aiutare le persone ad identificare le notizie false"
, ha spiegato Adam Mosseri, responsabile mondiale del NewsFeed a Menlo Park.

Ma per il momento nessuna censura
Il vademecum anti-bufala rappresenta solo l’ultima di una serie di iniziative promosse da Facebook (in alternativa potrebbe arrivare Full Fact) per arginare il fenomeno delle notizie fasulle. Nelle ultima settimane, il social network ha annunciato anche una nuova opzione per il controllo delle notizie, una sorta di istanza di fact checking che gli iscritti (per il momento solo quelli statunitensi) possono avviare nel momento in cui si imbattono in una notizia considerata poco e per nulla attendibile. 

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Il sistema non prevede nello specifico la cancellazione delle notizie, ma l’applicazione di un vero e proprio bollino rosso che ne penalizza la visibilità all’interno del news feed. “Non possiamo essere noi a decidere cosa è vero e cosa è falso”, ha spiegato Campbell Brown - ex giornalista della CNN assunta da Facebook proprio per definire una nuova linea di condotta fra il social network e le testate che pubblicano articoli online. “Dobbiamo chiedere aiuto alla community per ridurre la diffusione di queste notizie. Quello che possiamo fare è fornire un contesto che aiuti a identificarle”.

Francia e Germania guidano la lotta europea alle bufale
È proprio di qualche giorno fa l'annuncio della prima notizia bollata come “fake”, una velina scandalistica sul presidente Donald Trump, che - stando a quanto ripotato da The Seattle Tribune, un sito che si autodefinisce di satira online - sarebbe in possesso di un smartphone Android che favorirebbe la fuga di informazioni sensibili dalla Casa Bianca. La notizia, segnalata da Snopes.com e PolitiFact, due delle organizzazioni che collaborano con il social network di Mark Zuckerberg per il fact checking delle news online, è stata giudicata disputed (letteralmente "contestata") lo scorso 2 marzo.

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Sulla base dello stesso sistema verranno valutate anche le notizie che transiteranno sulle bacheche europee, partendo da quei Paesi - è il caso di Germania e Francia - in questo momento maggiormente esposti al rischio di mala-informazione in vista delle imminenti elezioni presidenziali. Proprio il governo di Berlino ha recentemente firmato un disegno di legge che prevede multe fino a 50 milioni di euro per i colossi del Web che permetteranno il transito di contenuti non verificati sulle proprie piattaforme.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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