Facebook, 5 cose che possiamo aspettarci dall’evento di oggi
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Tecnologia

Facebook, 5 cose che possiamo aspettarci dall’evento di oggi

Uno smartphone, un motore di ricerca, una suite di app, oppure, perché no, un'automobile social? A poche ore dal misterioso evento di Facebook le previsioni si sprecano. Ecco le cinque cose che Facebook potrebbe presentare oggi

Il trucco, nel mondo dell’hi-tech, è lanciare un sassolo minuscolo, nascondere la mano e aspettare di vedere se i cerchi nell’acqua si trasformano in maremoto. È uno sport che praticano un po’ tutti, ma in cui Facebook è particolarmente bravo. Dopo aver passato l’anno più difficile della sua carriera a tempestare l’utenza con annunci (cambieremo la Timeline!), test (messaggi a pagamento, sponsored stories etc.) e indiscrezioni (Facebookfonino, motore di ricerca social etc.), una settimana fa Zuckerberg e soci hanno annunciato che alle 19 di stasera presenteranno al pubblico una “grande novità”, che già viene attesa come epocale.

E sarà bene per Facebook che lo sia, e che sia abbastanza convincente da levare il barcone di Menlo Park dalle acque stagnanti in cui si è andato a cacciare negli ultimi mesi. A settembre le precarie azioni di Facebook hanno raggiunto un minimo storico, ora il titolo ha ricominciato a prendere quota , ritornando a un livello (32 dollari) che non vedeva da Luglio. Diversi analisti scommettono che il merito sia del misterioso annuncio, altri credono che a sollevare il titolo sia l’attesa per i risultati finanziari dell’ultimo trimestre, che verranno diffusi il prossimo 30 gennaio. Ma c’è dell’altro, a quanto pare Facebook non sta perdendo la presa solo sugli investitori, SocialBakers oggi rivela che il social network nel solo Regno Unito ha perso 600.000 utenti . Colpa, pare, delle difficoltà nella gestione della privacy e dell’eccessiva quantità di amici accumulati dai vari profili.

Per questo, qualunque cosa Facebook estrarrà dal cilindro alle 19 di stasera (le 10 negli States), la speranza degli investitori è che non sia solo epocale, ma risolutiva. Naturalmente, la natura dell’evento di stasera è al centro di una vera e propria guerra di pronostici. Ecco secondo le 5 cose che potrebbero nascondersi dietro il sipario di Facebook.

1. Un motore di ricerca
Se ne parla da tempo, lo scorso marzo addirittura è cominciata a circolare la notizia secondo cui Facebook avrebbe già arruolato una equipe di ricercatori perché realizzino un motore di ricerca a misura di social network. Ma perché Facebook ha bisogno di un motore di ricerca? Innanzitutto, per monetizzare un servizio che ha un disperato bisogno di restare a galla in borsa. Per ora, Facebook può vantare un’estesa architettura di contatti e un ricco forziere di dati personali. Interconnettendo questo patrimonio con un motore di ricerca, Zuckerberg potrebbe potenziare di molto la sua portata pubblicitaria, dal momento che diversi studi rivelano che gran parte delle ricerche online sono compiute in vista di un possibile acquisto. Ma Facebook ha anche bisogno di uno strumento che consenta agli utenti di cercare contenuti, persone ed eventi della propria Timeline in modo più svelto e preciso. Costruire un motore di ricerca, però, non è una passeggiata. Per questo alcuni analisti prevedono che, per ora, Facebook si limiterà a presentare un nuovo sistema di retargeting pubblicitario, ancora più aggressivo e, dunque, profittevole.

2. Un Facebook Phone
È il cavallo su cui puntano tutti, la chimera per eccellenza del mondo hi-tech. Nell’ultimo anno le indiscrezioni su un possibile approdo di Facebook al settore hardware si sono sprecate, a maggio si diceva pure che Zuckerberg avesse chiesto la consulenza di ingegneri Apple . Poi tutto è stato messo a tacere a suon di smentite ufficiali. Ma è bastato quel “venite a vedere cosa stiamo costruendo” per riportare la chimera sul palcoscenico. Su un Facebookfonino interamente made in Menlo Park non ci scommette nessuno, sarebbe folle, nella situazione in cui Facebook è ora, lanciarsi in un’impresa così titanica. La cosa più ragionevole, è che Facebook intenda lanciare un telefonino in partnership con un’altra compagnia hardware, magari con l’idea di puntare al mercato dei paesi emergenti. Lo stesso mercato a cui potrebbe puntare un iPhone mini , se solo Apple si decidesse a rompere gli indugi.

3. Una suite di app mobile per iOS
Un’altra possibilità è che Facebook decida di limitarsi a creare un sistema operativo mobile, o ancora meglio, una serie di app per iOS che vadano a ritagliarsi uno spazio simile a quello occupato da Google. Perché proprio su iOS? Perché come diverse analisi hanno dimostrato, gli utenti iOS sono più attivi, facoltosi e, in sostanza, disposti a spendere di quelli Android . Questo non toglie che Facebook possa decidere di lanciare qualcosa di analogo anche per Android, Windows Phone o Blackberry. Dopotutto, è solo grazie alla recente attenzione per l’universo mobile, che Facebook è riuscito a riguadagnare terreno in borsa negli ultimi mesi.
4. Un nuovo servizio videochat
Se davvero Google+ sta cominciando a fare paura , allora Facebook potrebbe essere sul punto di lanciare un nuovo servizio di videochat, all’altezza dei competitor e in particolare di Google Hangouts. Questo vuol dire un sistema che consenta di effettuare chat audio e video con uno o più contatti tra quelli presenti sulla piattaforma. Solo dieci giorni fa, Facebook ha introdotto un nuovo sistema di messaggistica vocale per mobile e annunciato il lancio di una fase di test per un servizio VoIP.

5. Una Facebook Car
A proposito di messaggi vocali, Facebook ha chiaramente indicato gli autisti come target del nuovo sistema di messaggistica. Le possibilità che stasera verrà svelata un’auto connessa dotata di un sistema di messaggistica basato su Facebook sono scarse, ma non nulle. Del resto, settimana scorsa al CES sono state presentate piattaforme di sviluppo per integrare app mobile negli abitacoli delle auto, e già da tempo la Ford ha annunciato di stare lavorando all’integrazione di Facebook nei suoi modelli. Comunque, dal momento che l’evento di oggi dovrebbe convincere non solo l’utenza, ma anche (e soprattutto) gli investitori, l’auto social risulta poco più di un’allettante miraggio.

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Fabio Deotto