Facebook non fa più tendenza, l’hanno deciso gli adolescenti
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Tecnologia

Facebook non fa più tendenza, l’hanno deciso gli adolescenti

Poca privacy e troppi spacconi, gli adolescenti sembrano mostrare sempre meno interesse verso il social network di Zuckerberg. Ecco perché Facebook rischia di perdere i suoi abitanti più giovani

Oh, sai che c’è?
Cosa?
Che mio figlio di quattordici anni snobba Facebook.”
Impossibile.”
Te lo giuro, sia lui che i suoi amici, dicono che è roba da sfigati.”
Figurarsi, sarà che a quell’età diventano tutti bastian contrari.

Sarà, ma a quanto pare è stata proprio una conversazione di questo tipo a indurre Blake Ross, Director of Product presso Facebook nonché co-fondatore di Firefox, ad annunciare il suo addio alla compagnia di Menlo Park. Lo scorso 22 febbraio, in un post di Facebook inavvertitamente condiviso pubblicamente, Ross spiegava che tra le ragioni che lo spingevano all’addio al social network più famoso di sempre c’era un articolo di Forbes in cui un giornalista rivelava che suo figlio e i suoi amici non consideravano più Facebook come ‘qualcosa di figo’.

Quella che potrebbe essere liquidata come una battuta, o come l’opinione di un paio di teenager statunitensi, trova una sorta di conferma nell’ultimo annual report pubblicato da Facebook lo scorso 1 febbraio:

Crediamo che alcuni dei nostri utenti, in particolare quelli più giovani, utilizzino altri prodotti e servizi che sono simili o alternativi a Facebook. Ad esempio, crediamo che alcuni dei nostri utenti abbiano ridotto il proprio coinvolgimento su Facebook a favore di altri servizi come Instagram. Se questa tendenza venisse confermata, potremmo ritrovarci a sperimentare un declino nel coinvolgimento utente e il nostro business potrebbe risultarne danneggiato.
Esistono diverse motivazioni che possono spingere un adolescente a tenersi alla larga da Facebook, innanzitutto la presenza sul social network di genitori, parenti e (volendo) insegnanti, che finisce per contrastare con l’esigenza tipicamente adolescente di barricarsi con pochi amici in una zona franca, al riparo dal giudizio di tutti quegli adulti che “non possono capire”. Ci sono poi utenti quindicenni che hanno dichiarato di non sopportare il magnetismo di Facebook, ossia il fatto che una volta entrati nella piattaforma si finisce per saltare da uno status all’altro e a perdere un sacco di tempo. E poi ancora la tempesta di annunci pubblicitari, le persone che ti taggano a tradimento, le foto imbarazzanti che rispuntano inaspettate da qualche angolo della Timeline, e in cima a tutto, un sistema di impostazioni della privacy talmente complesso da rendere più appetibile mettere a posto la cameretta.

Esiste anche una motivazione psicologica. Diversi ragazzini hanno rivelato di passare sempre meno tempo su Facebook per via del fatto che troppi utenti utilizzano questo social network per mettersi in mostra e fare gli spacconi, piuttosto che per condividere contenuti e interagire con altri contatti. In effetti non è difficile immaginare che un ragazzino che magari a scuola passa la giornata a subire l’ombra di compagni più bravi, atletici e attraenti, non voglia ritrovarsi a fare la parte del comprimario anche nel suo tempo libero.

Ma dove vanno i ragazzini che hanno perso interesse in Facebook? Fuori a giocare, come ai vecchi tempi? Non esattamente, di solito preferiscono migrare verso altre piattaforme, come Snapchat, Instagram e, soprattutto Tumblr. A quanto pare, infatti, una buona parte dell’utenza adolescente mostra maggiore interesse per piattaforme come Instagram e Tumblr, che consentono un approccio minimale e una condivisione di contenuti immediati (in particolare fotografie) piuttosto che un social network più complesso e difficile da controllare. A questo proposito è emblematico l’interesse di questa fascia d’utenza verso SnapChat, un sistema di condivisione estremamente privato, che consente di scambiarsi contenuti usa-e-getta senza lasciare traccia.

Che si tratti o meno di una tendenza passeggera, a giudicare dal numero di studi che si concentrano sull’astensione da Facebook, il social network di Mark Zuckerberg si appresta ad affrontare una sfida piuttosto inedita. Per un po’ di anni l’emozione per la novità ha prevalso, nessuno era abituato a disporre di una platea virtuale a cui sottoporre le proprie opinioni, le proprie spacconate, i numeri da clown e le foto della prima vacanza con la prole. Così, per qualche anno ci siamo tutti divertiti a credere di essere delle star per il solo motivo di essere al centro di una piazza virtuale. Ora che i 15 minuti di successo sono conclusi, a rimanere al centro della piazza a sbracciarsi si rischia di passare per scemo del villaggio, e i primi ad accorgersene sembrano essere proprio quelli che nell’universo social ci sono cresciuti, i nativi digitali.

Insomma, mentre uno stuolo di trenta-quarantenni continua a battersi il petto su Facebook, i teenager cominciano ad arredarsi una propria nicchia in altre piattaforme. È a loro che le grandi aziende social dovrebbero guardare per pianificare una strategia per il futuro. Facebook ci sta provando con la nuova messaggistica e l’introduzione delle chiamate gratis. Forse Mark Zuckerberg riuscirà a recuperare tutte le farfalle nel suo retino, forse le intercetterà Google . O forse questa nuova e imprevedibile fascia di pubblico si terrà alla larga dagli strumenti social tradizionali per poi approdare a una piattaforma nuova e più vicina alle proprie esigenze, magari sviluppata da altri nativi digitali, e a quel punto per Facebook potrebbero essere dolori.

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Fabio Deotto