aNobii: che ne sarà dopo l’acquisizione di Mondadori?
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aNobii: che ne sarà dopo l’acquisizione di Mondadori?

Il fondatore del servizio, Greg Sung, e i responsabili della divisione Libri del Gruppo di Segrate spiegano quali sono i piani di sviluppo per rilanciare le attività del social network della lettura

Pochi ma buoni. L’Italia sarà anche agli ultimi posti delle classifiche europee per numero di lettori (più di un italiano su due, lo dice il Censis, non legge nemmeno un libro all’anno) ma può senz'altro contare su uno zoccolo duro di lettori incalliti che non teme rivali al mondo. Lo dimostra, fra le altre cose, il successo ottenuto nel nostro paese da aNobii , il social network della lettura. Circa il 45% degli iscritti alla piattaforma parla italiano. Segno, forse, che quando la lettura si fa dura, gli italiani iniziano a giocare, e soprattutto a farsi sentire. Fatto sta che dal 2006 – anno di fondazione del servizio – ad oggi circa 300mila dei nostri connazionali si sono ritrovati su aNobii per catalogare libri, commentarli, recensirli e scambiarsi opinioni all'interno di veri e propri gruppi di lettura.

Comprensibile, dunque, che parte di loro si domandi oggi che ne sarà di aNobii alla luce dell’acquisizione appena annunciata da Mondadori . Una domanda alla quale hanno cercato di rispondere Greg Sung, fondatore di aNobii, Riccardo Cavallero ed Edoardo Brugnatelli, rispettivamente direttore generale di Mondadori Libri Trade ed editor responsabile del progetto, nel corso di una conferenza organizzata questa mattina a Milano presso la Sala Eventi di Mondadori Multicenter.

"Cambiamenti ce ne saranno – ha spiegato Greg Sung – ma non saranno modifiche calate dall'alto, lavoreremo con Mondadori per arricchire la piattaforma, facilitare la condivisione e migliorare l'esperienza sociale, il tutto sempre nell’ottica di restare vicini a chi ama i libri". Quali siano nel concreto le funzionalità sulle quali aNobii intende rilanciare le sue ambizioni non è dato per il momento sapere; tuttavia – sottolinea ancora Sung – ci sono tre obiettivi certamente prioritari nello sviluppo della piattaforma: rendere il sito web più veloce ed efficiente, lavorare sulle versioni mobili del servizio e sfruttare le API per migliorare l’apertura della piattaforma. "Quando nel 2006 abbiamo deciso di creare aNobii, il nostro focus era rivolto suoprattutto alla community di lettori appassionati, poi ci siamo via via allontanati da questa mission per concentrarci sugli aspetti commerciali dell'iniziativa. Questa opportunità ci permette di ritornare all'origine, di tornare a lavorare sul concetto di community e di farlo con ambizioni globali: possiamo parlare di una vera e propria rinascita".

Per Mondadori, c’è soprattutto la volontà di entrare in contatto con un osservatorio privilegiato dal quale acquisire informazioni sui lettori. "aNobii è il paradiso per un editor", commenta Edoardo Brugnatelli, sottolineando l’importanza di una piattaforma di questo tipo per ciò che riguarda la catalogazione dei gusti dei lettori. "aNobii permette di fare grandi cose per il lettore, lo aiuta a scoprire nuovi percorsi nella foresta dei libri”. “L'obiettivo immediato”, ha comunque chiarito Riccardo Cavallero, "non è aumentare il numero di utenti ma lavorare sull'autorevolezza della piattaforma", che come ha ammesso lo stesso numero uno della divisione Libri Trade da qualche tempo si è un po’ addormentata.

Per questo motivo Mondadori ha programmato tutta una serie di investimenti – soprattutto sul lato IT – per migliorare l’esperienza d’uso e il livello di coinvolgimento attivo degli iscritti. E ha annunciato l'apertura di un blog che avrà l’obiettivo di allacciare un filo diretto con gli iscritti per comprendere quali sono le modifiche più urgenti da attuare lato utente.

 

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Roberto Catania

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