medium homepage
Courtesy of Medium
Tecnologia

5 regole per usare Medium: il social della scrittura

Amato da blogger, giornalisti e lettori di tutto il mondo. Alcune regole per unirsi alla community che sta cambiando il modo di informarsi

Nella giornata di ieri Medium ha annunciato un’importante novità: l’arrivo sull’app per iOS e Android delle Collections, sezioni in cui lo staff inserisce le migliori storie su temi specifici, come le elezioni americane, lo sport, la musica. Con una mossa del genere Medium diventa un vero contenitore di notizie, al pari dei magazine più popolari, con una differenza: i suoi contenuti arrivano anche dagli uomini della strada, ragazzi e ragazze che di professione fanno altro e che decidono, con un livello leggermente superiore ad un classico blog, di raccontare la loro versione di un fatto, per disegnare contorni diversi di una vicenda, locale o globale che sia.

Fondato nell’agosto del 2012 da Evan Williams (lo stesso dietro la nascita, assieme a Jack Dorsey, Noah Glass e Biz Stone, di Twitter), Medium è una piattaforma dove ognuno può scrivere ciò che vuole, rispettando le norme condivise da anni in rete. La sua logica prosegue proprio quella di Twitter: produrre contenuti che estendono i 140 caratteri del microblog, permettendo ai seguaci di approfondire certi argomenti.

La sua popolarità lo ha portato presto ad invadere tutti i social network, tanto che per entrare basta un account di Facebook, Twitter o Google. Oggi Medium conserva più di 2 milioni di post e circa 30 milioni di utenti attivi al mese, con un tempo di lettura (il TTR - Total Time Reading una delle metriche utilizzate per capire il successo di un articolo) di circa 7 minuti. Un’eternità se si pensa che la media del tempo passato su una singola pagina web è di circa 15 secondi (qui un approfondimento del Time).

Insomma Medium è un modo per “riportare la civiltà sul web”, come spiega la BBC, in termini di qualità di ciò che viene trattato e del modo diretto in cui si scrive. Conviene allora farci un pensierino e seguire queste poche regole per cominciare a pubblicare. Freccia a destra per andare avanti. 

Connettere i mondi

Come anticipato, Medium avrebbe una potenza decisamente minore senza i social network. Al momento dell’iscrizione sarà dunque bene completare il proprio profilo con almeno un account social. Ciò servirà soprattutto a chi scrive per aumentare il pubblico di interesse, condividere più facilmente i propri contenuti e allargare la cerchia di pubblico appassionato su un certo tema.

Seguire gli altri

Medium non è solo un blog, cioè non ci si va solo per scrivere qualcosa ma anche per leggere. L’ultima integrazione, quella delle Collections, serve proprio per dare un senso maggiore di contenitore alla piattaforma. Avete presente Flipboard? Bene. Medium è un qualcosa di simile, senza le notizie provenienti direttamente dai giornali più famosi e meno appariscente, sicuramente più aperto alla produzione dal basso e qualificata (niente a che vedere con quei post spam pubblicati su Facebook per intenderci).

Partecipare

medium partecipare

Leggere vuol dire anche far capire all’autore quale parte di un testo è piaciuta di più, quale meno e su quale pensiero si vorrebbero maggiori delucidazioni. È come avere tra le mani uno di quelli evidenziatori gialli che però hanno un doppio potere: non solo attirare la nostra attenzione su un testo ma anche quella di tutti gli altri che accedono all’articolo. Basta cliccare su un articolo e poi selezionare una frase per evidenziarla, lasciare delle note, scrivere un commento in fondo alla pubblicazione e raccomandarla alla rete. Insomma, far parte di una community attiva di persone che non hanno solo l’obiettivo di accrescere il proprio ego (scrivendo) ma anche di allargare punti di vista e conoscenza.

Cosa scrivere

L’obiettivo di Medium è quello di far scrivere le persone solo se ne hanno voglia e ne sentono la necessità. Il motivo è semplice: il web è pieno zeppo di pagine, blog e social dove ci si sente il dovere di affermare la propria esistenza postando contenuti che spesso non sono di valore. Non che sia un male totale, i social possono rappresentare un canale di sfogo, ma Medium è altro. Non a caso nelle linee guida del sito si legge: Scrivi se e quando ne hai voglia e hai qualcosa da raccontare e condividere, lungo o breve che sia. Medium è aperto a qualsiasi tipo di contenuto: racconti, interviste, esperienze personali, storie di viaggio, recensioni, classifiche, manifesti, consigli, raccolte di link utili, aneddoti divertenti o spunti di riflessione e discussione. Scrivi quello che vuoi, come e quando preferisci. Senza pensare a quanto spesso o meno spesso pubblichi qualcosa: la frequenza è irrilevante. Conta solo quello che scrivi. 

La scrittura è un atto liberatorio: non lasciare che diventi un obbligo.

L'editing

È la parte più interessante. Ci vuol un attimo per capire come utilizzare gli strumenti a disposizione per la scrittura. Una volta cliccato su “Write a story” si entra nella pagina bianca di edting.

Title: qui ci va il titolo dell’articolo, già formattato per apparire più grande e in grassetto (in gergo H1). 

Tell you story: l’articolo vero e proprio. Si possono utilizzare le classiche scorciatoie di tastiera per inserire il corsivo, grassetto, sottolineato e anche i link. In realtà tra H1 e articolo si può premere Invio sulla tastiera e scrivere un sottotitolo. Una volta evidenziato basterà scegliere il tag H2 nel menu a comparsa. Allo stesso modo si può inserire nel corpo della storia un virgolettato o note private, visibili solo all’autore.

Pubblica: Una volta completato si clicca in alto a destra su “Publish”, scegliendo anche i tre tag che descrivono un articolo (ad es. Tecnologia, Smartphone, Samsung); in questo modo chi cerca un certo hashtag troverà anche la vostra storia.

Pubblicazioni: ogni utente può anche creare dei canali personali in cui inserire i propri contenuti. Ad esempio si può scegliere di dedicare una pubblicazione alla cucina, un’altra alla tecnologia e una terza alla politica. Per farlo si clicca sul proprio avatar e si sceglie “Publications”. In alternativa si possono inviare i propri articoli a pubblicazioni già esistenti, sarà poi compito dell’editor scegliere se inserirla o meno nel flusso del canale.

I più letti

avatar-icon

Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

Read More