5 motivi per iscriversi a Twitter nel 2014
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Tecnologia

5 motivi per iscriversi a Twitter nel 2014

Si chiude il cerchio sui pro e i contro dell'aprire, o meno, un account sui due principali social network. Ecco perché usare il microblog

La provocazione non era facile. È molto semplice iscriversi ad un servizio social: nessuna informazione personale, se non il nome e cognome, nessun obbligo di permanenza o di attività e nessuno che ti indichi (almeno all’inizio) la giusta via da seguire. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un forte incremento nell’utilizzo di Facebook, Twitter e Google+, le piattaforme social per eccellenza che, seppur con l’avanzata di competitor settoriali come Instagram e LinkedIn, mantengono ancora la leadership.

Quali sono i motivi di un tale successo? Dopo quelli che potrebbero spingere ad iscriversi a Facebook , ecco le migliori ragioni che fanno di Twitter il social network (quasi) perfetto, capace di connettere le persone con il resto del mondo, in un solo tweet. Per stilare una serie di punti che potessero rappresentare al meglio le ragioni degli utilizzatori (assidui e non), abbiamo ascoltato vari utenti tra cui social manager, blogger e SEO. Ecco i risultati (non necessariamente in ordine di importanza).

1.  Il mondo in tempo reale

Il più grande competitor degli organi di informazione classica (leggi cartacea) non è solo il web in quanto tale ma il web “sociale”, quello che mette in connessione utenti, storie, cause e conseguenze. In questo Twitter la fa da padrone avendo sviluppato, negli anni, uno strumento capace di arrivare alle persone più velocemente di una notizia d’agenzia. Il mondo, quello economico soprattutto, non è estraneo alla massa che crea e condivide opinioni sul microblog dai 140 caratteri. Non a caso un singolo tweet “fake” può scatenare il panico a Wall Street .

2. Le tendenze che fanno trend

Così come per le ultime notizie, dal mondo o dalle località di interesse, Twitter è un’ottima risorsa per il monitoraggio dei trend online al pari di servizi più rinomati come Google Trends e Buzz Feed. Un ruolo importante è svolto dagli hashtag. La maggior parte delle tendenze è rintracciabile digitando # seguito dalla parola che identifica un particolare tema di interesse (una partita di calcio, un reality, una zona di guerra). Dal broadcasting al narrowcasting in pochi secondi; quello che Marshall McLuhan aveva sognato esattamente 50 anni fa.

3. Un mondo di contenuti, per tutti

“Il bello è che contano i contenuti e non chi sei. Segui le persone per la sostanza, per quello che hanno da dire – ci dice Gabriele Persi, Social Media Manager di Area Science Park - non devi essere amico di nessuno, almeno in partenza. Puoi seguire e interagire conoscendo persone nuove sulla base dei contenuti che propongono e che hanno da darti”. Possiamo considerare Twitter la “livella” dei social network, capace di renderci uguali e metterci sullo stesso piano dei personaggi più seguiti? La risposta è si e, parafrasando Andy Warhol, tutto “per 140 caratteri di popolarità”.

4. La carica dei 140

Se siete tra quelli che non hanno una grande voglia (e tempo) di leggere lunghi papiri, romanzi e articoloni di approfondimento (tutta una colpa eh) allora Twitter fa per voi. Che sia questo uno dei motivi del suo successo non è chiaro ma di certo il ridurre tutto in 140 caratteri facilita l’apprendimento di un fatto o di una notizia importante che, grazie a foto, video e link, permette di arrivare fino alla fonte e, nel caso, verificarla. “La cosa migliore è utilizzarlo in mobilità – dice Michele Aquila, founder di U10 e co-founder di Tweetbook, piattaforma con cui creare ebook partendo proprio dagli hashtag di Twitter -  non solo per scrivere ma anche per leggere, soprattutto per chi è pigro con le parole”. Saranno poi hashtags e mentions a rendere il tutto maggiormente interattivo e "lineare".

5. Profili tematici

Come per Facebook anche su Twitter si può aprire un unico account e scrivere un po’ di tutto. La differenza è che su Twitter non esiste distinzione tra account di persone fisiche e prodotti (se non per gli account "verificati) per cui si può pensare di aprire diversi profili per produrre contenuti connessi ad un singolo interesse (poesia, satirica, news, parodie) e settore (politica, sport, musica, tecnologia, ecc…). In questo modo non si è obbligati a seguire un’intera testata giornalistica ma solo una loro categoria (ad esempio le recensioni dei film dal Guardian) oppure un singolo giocatore piuttosto che tutta la squadra.

Concludendo con una riflessione di Francesca Meloni, SEO, copywriter ed esperta social italiana a Berlino possiamo dire che:“Twitter è come un giardino bonsai di cui prendersi cura con costanza ogni giorno. Scegliere gli account giusti da seguire, partecipare alle conversazioni, selezionare i contenuti da condividere è un’attività zen che dona pace interiore e ordine mentale. Per chi ha uno o mille interessi, è il social da non perdere, e lo resterà anche nel 2014”.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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