TikTok sorprende con il suo primo smartphone
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Tecnologia

TikTok sorprende con il suo primo smartphone

La società dell'app del momento sforna un modello di prima fascia riservato però al mercato cinese. E mentre macina numeri record piovono accuse dagli Usa e si ragiona sullo sbarco in Borsa

L’ascesa di TikTok non si ferma ma anzi punta al colpo grosso con uno smartphone di alta gamma firmato da ByteDance, la società cinese che controlla l’applicazione che consente di realizzare e condividere via mobile brevi video da 15 a 60 secondi divertendosi ballando o cantando in playback. Annunciato in estate dopo l’acquisizione di parecchi brevetti del produttore cinese Smartisan, Jianguo Pro 3 è un modello che ha poco da invidiare ai migliori terminali sul mercato. Display FHD+ Amoled da 6,39’’, processore Qualcomm Snapdragon 855+, RAM da 8/12 GB e memoria interna da 128/256 GB, con batteria da 4000 mAh con supporto per la ricarica veloce da 18 W. Notevole il comparto fotografico, con quattro obiettivi posteriori che includono un sensore principale da 48 megapixel, un grandangolo da 13 MP, un teleobiettivo da 8 MP e la lente Macro da 5 MP, cui si aggiunge la camera frontale da 20 MP inserita nella “goccia” che caratterizza la parte superiore del display, mentre dalla schermata di blocco si può lanciare TikTok con un solo tocco. Tre le colorazioni disponibili (bianco, verde e nero) in altrettante configurazioni, con prezzi che vanno da 370 a 460 euro.


Un successo mondiale

Guardando il cartellino, è un peccato che lo smartphone sarà un’esclusiva per il mercato cinese (potrebbero esserci novità più avanti per l’Europa e gli Usa, aree in cui TikTok è molto gettonata, magari anche per modello diverso) ma non una sorpresa, perché l’intento principale di ByteDance è stimolare la diffusione della sua applicazione più popolare, il cui successo non accenna a placarsi. Con circa 500 milioni di utenti e ricavi nel primo semestre dell’anno inclusi tra 7 e 8,4 miliardi di dollari, l’erede di Musical.ly - il cambio di nome è arrivato il 2 agosto 2018 - è disponibile in 150 paesi (da noi è arrivata poco più di un anno fa) e continua a macinare numeri riuscendo nell’impresa di scalzare WhatsApp, Facebook e Messenger nella classifica delle app più scaricate al mondo.  


Le accuse dagli Usa

Oltre a proseguire l’espansione dell’app, ByteDance è impegnata su altri fronti, con il governo americano in cima alla lista degli avversari. L’accusa verso l’azienda cinese è di mettere a repentaglio la sicurezza nazionale, tanto che è già scattata l’indagine per verificare l’acquisto di Musical.ly, passata al gruppo fondato nel 2012 da Zhang Yiming per una cifra vicina al miliardo di dollari, e della successiva fusione con TikTok. Entrambe le realtà sono parte integrante della compagnia di Pechino, che conta su vari altri servizi, come per esempio Jinri Toutiao, piattaforma con le notizie del giorno che in patria è la sua principale fonte di guadagno. Due sono gli aspetti che in Usa vogliono chiarire circa il legame della società con il governo di Pechino: l’atteggiamento verso i contenuti censurati, come quelli inerenti le proteste di Hong Kong, e il trattamento e la conservazione dei dati degli utenti statunitensi, con TikTok che ha affermato di archiviare le informazioni in datacenter fuori dalla Cina. Uno scontro che torna in auge dopo la multa di 5,7 milioni di dollari che lo scorso febbraio la Federal Trade Commission ha inflitto al gruppo cinese per aver raccolto dati sensibili di utenti di età inferiore ai tredici anni senza il consenso, obbligatorio, dei genitori.


La futura quotazione

L’ascesa di TikTok in prospettiva futura potrebbe continuare la sua parabola con la quotazione, ipotesi lanciata nei giorni scorsi dal Financial Times, cui ha fatto seguito il diniego da parte di ByteDance, che ha parlato di voci prive di fondamento. Per la startup che, dopo l’ultimo round dell’anno scorso da oltre tre miliardi di dollari, ha toccato una valutazione intorno ai 75-78 miliardi di dollari, la possibilità di quotarsi (a Hong Kong e non a New York) rappresenta un’opportunità ma non ancora una priorità, perché al momento l’interesse sembra rivolto a diffondere l’app in tutto il mondo.  

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Alessio Caprodossi