Lo smartwatch che usa il corpo come touchscreen
Future Interfaces Group @ Carnegie Mellon University/YouTube
Tecnologia

Lo smartwatch che usa il corpo come touchscreen

Gli schermi degli orologi intelligenti sono troppo piccoli? Ecco chi ha pensato di risolvere il problema proiettando le icone direttamente sul braccio

Gli indossabili stanno velocemente prendendo piede. Sono vicini i tempi in cui gli smartwatch diventeranno popolari come i telefonini e i tablet, così da aumentare le possibilità comunicative digitali di ognuno. Sempre più piccoli, sempre più intelligenti, i cosiddetti “wearable” hanno una caratteristica in comune: per essere portati con sé, senza diventare un impedimento per le normali attività giornaliere, devono essere discreti e maneggevoli. Un presupposto che ha comportato una diminuzione delle componenti tecnologiche presenti anche su dispositivi più grandi, come lo schermo. Per questo anche le azioni più semplici, come il controllo degli eventi in agenda o l’avvio del player musicale, sugli orologi del nuovo millennio possono diventare scomode e fruibili solo scorrendo varie pagine sul display (come succede su Android Wear).

In che modo migliorare l’interazione delle persone con un orologio iper-connesso? L’Università di Carnegie Mellon ha la risposta: il corpo umano. Il team dell’istituto ha sviluppato un nuovo modo per “espandere le possibilità di interazione con gli indossabili, tra cui gli smartwatch, permettendo alle persone di andare oltre i limiti del piccolo schermo del dispositivo”. Funziona in questo modo: quando si indossa l’orologio, alcuni laser in miniatura, posti ai due lati, proiettano varie icone sul braccio di chi lo indossa, icone che possono essere premute per accedere alle diverse funzioni contemplate dall’oggetto.

“Forse tra 15 o 20 anni ci saranno telefoni ed apparecchiature elettroniche molto più potenti di quelle che abbiamo oggi, ma non ci sarà mai abbastanza schermo – ha spiegato a Wired USA Chris Harrison, capo del Future Interfaces Group dell’Università di Carnegie Mellon – per questo abbiamo pensato di estendere lo schermo sul braccio, uno spazio da utilizzare quando si indossa l’orologio”.

Il progetto si chiama “Skin Buttons” ed è frutto degli studi sull’interazione tra uomo e macchina in ambito hi-tech di consumo. Nel filmato prodotto dal team di ricercatori si capisce il reale vantaggio di utilizzare una tecnologia del genere: invece di compiere continui swype (verso destra e sinistra), con la soluzione laser è possibile accedere alle app più utilizzate, come email, musica e sveglia, premendo direttamente le icone che compaiono sul braccio. L’appeal degli indossabili resta intatto: il prototipo mantiene le stesse dimensioni dei concorrenti attualmente in commercio, con il surplus di due proiettori laser per ogni lato. Basta poco per sognare: il braccio 2.0 è servito.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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