Con lo smartphone apriremo anche la camera d’albergo
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Tecnologia

Con lo smartphone apriremo anche la camera d’albergo

La catena Starwood sostituirà i vecchi sistemi di accesso basati su scheda magnetica: sarà un’app a dare ai clienti la chiave (virtuale) per entrare nella stanza dell'hotel. Senza bisogno di fare check-in

Con il portafogli e le chiavi di casa compone la triade onnipresente nel taschino dell’homo sapiens 2.0. Non chiamatelo telefono, però: lo smartphone è molto di più, è il centro nevralgico della nostra vita (reale, oltre che digitale), un vero e proprio coltellino svizzero in chiave moderna capace di risolvere ogni piccolo e grande problema della nostra quotidianità.

Ci si può fare di tutto con lo smartphone, persino aprire una camera d’albergo. Se non ci credete provate a prenotare una stanza in un hotel Starwood ad Harlem o a Cupertino, le prime due sedi dalla popolare catena americana che adotteranno un nuovo - e ipertecnologico - sistema di accesso in camera. Cellulari intelligenti al posto delle “vecchie” chiavi magnetiche, questa l’idea del gruppo americano che ha battuto in velocità tutte le altre hotellerie a cinque stelle. Merito, manco a dirlo, dell’ennesima applicazione mobile: chi la scaricherà su un telefonino di ultima generazione (iPhone 4S o successivo e telefonini Android), spiega la società, riceverà una sorta di chiave virtuale per aprire (via Bluetooth) la porta della propria stanza.

“All’inizio sarà una novità ma crediamo che presto diventerà un punto fisso nella gestione degli hotel”, ha commentato Frits van Paasschen, CEO di Starwood, sottolineando la portata rivoluzionaria dell’innovazione soprattutto per ciò che concerne la prassi di registrazione. Con questo sistema, infatti, la compagnia conta di ridurre drasticamente le code alle reception durante le fasi di check-in, uno dei problemi più annosi per gli operatori di settore.

Ma c’è anche chi storce il naso. “La reception dell'hotel è un po' come il bancone del bar, può creare una interazione che piace alle persone", spiega al WSJRobert Habeeb, presidente di Hospitality Group First. Che racconta di aver disinstallato due chioschi per il check-automatico da due dei suoi hotel Holiday Inn dopo aver constatato che la maggior parte degli ospiti li ignorava.

Al di là del rigetto tecnologico ci sono poi almeno due grossi punti su cui Starwood dovrà lavorare. Il primo, ça va sans dire, riguarda la sicurezza: in un epoca in cui tutti spiano tutti , che garanzie dà un sistema basato su una “semplice” trasmissione Bluetooth?

Il secondo, più banale, è legato all’operatività degli smartphone: chi, arrivando in camera a notte fonda, scoprirà di avere il terminale scarico cosa farà? Avrà un exit strategy – o, meglio, un enter strategy - per rimediare all’inconveniente, o dovrà rassegnarsi e coricarsi sulla moquette del pianerottolo?

 

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Roberto Catania

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