Samsung Galaxy Gear, ecco cosa possiamo aspettarci dal nuovo smartwatch
 (Sarah @ pingsandneedles  @ Flickr)
Tecnologia

Samsung Galaxy Gear, ecco cosa possiamo aspettarci dal nuovo smartwatch

La data prevista per il lancio è il prossimo 4 settembre. Secondo molti sarà una mossa tutta volta a contrastare il predominio Apple. E a emanciparsi da Google

Da una settimana diverse voci di corridoio si coagulano su un’insistente premonizione : Samsung è in procinto di svelare la sua risposta anticipata all’iWatch di Apple, uno smart-orologio di nome Galaxy Gear. Ma è solo nelle ultime ore che le indiscrezioni hanno cominciato a convergere in modo verosimile.

A partire dalle tempistiche di lancio. La data prevista è il 4 settembre, in largo anticipo su tutta la concorrenza, e in particolare su Apple che da mesi lascia trapelare indizi su un dispositivo indossabile che, secondo alcuni analisti, avrà una dirompenza paragonabile a quella dell’iPhone.

Ed è proprio qui che casca l’asino. Prima ancora che i grandi colossi dell’hi-tech facciano il loro debutto in questo settore, diverse aziende hanno lanciato sul mercato una varietà di orologi intelligenti, alcuni dei quali hanno ottenuto un discreto successo (Pebble, in primis). La vera partita però si gioca su un terreno più elevato: ad aziende come Samsung, Apple, Google e Microsoft non basta presentarsi sul mercato con una propria versione di smartwatch, hanno bisogno di imporsi con un dispositivo che possa creare uno standard, cosa che Apple è riuscita a fare prima con lo smartphone e poi con il tablet.

Per questo la mossa di Samsung, se poi effettivamente deciderà di calare il suo asso a inizio settembre, va valutata nell’ottica di una diretta concorrenza con Apple, che da diversi mesi temporeggia, probabilmente in attesa di lanciare sul mercato un dispositivo che non tema confronti.

In attesa che arrivi settembre, ecco cosa possiamo aspettarci dalla nuova scommessa di Samsung.

1. Un hardware essenziale ma di primo livello
Stiamo parlando di un second-screen, ossia di un dispositivo ideato per essere utilizzato in concerto con un dispositivo mobile principale, come uno smartphone, un phablet o un tablet. Per questo motivo l’hardware deve rispondere a esigenze di leggerezza e piccole dimensioni. Secondo fonti vicine all’azienda, Galaxy Gear sarà dotato di un touchscreen OLED da 2,5 pollici con risoluzione 320 x 320. Il processore dovrebbe essere un Samsung Exynos 4212 dual core a 1.5GHz. Inoltre, lo smartwatch a quanto pare presenterà una serie di sensori per il tracking dei movimenti e dei parametri fisiologici, un sensore NFC, un accelerometro che consenta al dispositivo di attivarsi quando avvicinato al volto e una piccola telecamera integrata.

2. Un’integrazione ottimale con i dispositivi Samsung
L’elemento che contraddistinguerà Gear sarà l’elevato grado di compatibilità con i dispositivi Samsung, in particolare gli smartphone come il Galaxy S4. Stando a quanto riferito dagli sviluppatori che hanno avuto l’opportunità di lavorare con Samsung, il nuovo dispositivo indossabile della casa coreana supporterà Android 4.2 e sarà possibile connetterlo al proprio dispositivo mobile primario attraverso Bluetooth 4.0. L’obiettivo è ottenere una massima fluidità di utilizzo. Un esempio: stai camminando verso casa, nel frattempo con l’indice stai facendo scorrere le notifiche che il tuo Gear ha ricevuto dal tuo telefonino, ti fermi su una notifica importante (ad esempio una email), e quando estrai il tuo telefonino, quella mail è già pronta per essere letta. Ma l’integrazione con gli altri dispositivi della linea Galaxy potrebbe essere molto più vasta e comprensiva di così. È assai probabile che Galaxy Gear sia stato studiato in modo da interfacciarsi alla perfezione con le funzionalità del sistema S-Health .

3. Una passo importante verso l’indipendenza da Google
Una delle indiscrezioni più interessanti riguarda le app. A quanto pare, Samsung avrebbe intenzione di spingere gli sviluppatori a presentare nuove applicazioni utilizzando una piattaforma proprietaria Samsung. Di conseguenza, l’utente si troverebbe a scaricare le app per Galaxy Gear non più dal Play Store di Google, bensì dal Samsung App Store. Se poi, come ventilato, Samsung decidesse di consentire un appaiamento esclusivo di Gear con dispositivi della linea Galaxy, avremmo sufficienti indizi per sospettare che Samsung abbia intenzione di creare un ecosistema blindato in stile Apple. Il che potrebbe rivelarsi una mossa azzeccata, quanto un marchiano autogol, che Apple non esiterà a utilizzare a proprio vantaggio.

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Fabio Deotto