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Sharp
Tecnologia

Robohon, l'incrocio tra un robot e uno smartphone

Parla e cammina, risponde alle domande, ma scatta anche foto e fa telefonate. Un androide immagina il cellulare del futuro

A pensarci bene, il nesso è piuttosto automatico: i robot diventeranno presto i nostri assistenti personali, i telefonini sono già compagni quotidiani versatili quanto irrinunciabili. A unirli in un oggetto solo - anche nel nome: «Robohon» fonde robot e smartphone - è questo androide progettato dalla Sharp che telefona, risponde ai messaggi e alle mail, scatta fotografie e registra video come un qualsiasi cellulare di ultima generazione. In più, cammina e all’occorrenza balla, chiacchiera con chi ha di fronte, ubbidisce ai suoi ordini.

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Grazie alla connessione a internet di bordo, può trovare un taxi oppure comprare on line gli oggetti richiesti, ricordare un appuntamento e suggerire di affrettarsi a uscire se la strada è intasata dal traffico. Col tempo, per essere più efficiente, apprende gusti e abitudini del suo proprietario.

Alto poco meno di 20 centimetri e non pesantissimo (quasi 400 grammi, il doppio di un iPhone 6s Plus), Robohon è stato pensato non solo per un uso domestico, ma per essere portato dappertutto. In uno zainetto, in una borsa o appeso al collo.

Com’è evidente, si tratta di un esperimento, un tentativo d’immaginare un’evoluzione dello smartphone, nella forma oltre che nelle funzioni. Con una virtù: questa sua versione umanizzata, che fa leva sulla voce e non su una sequenza di tocchi sul display, distoglie l’attenzione dallo schermo. Col rischio però di spostarla e concentrarla sul robot stesso, per accertarsi che abbia capito bene o non sia inciampato da qualche parte.  

L’androide parla, risponde alle domande e consente di ascoltare le chiamate in vivavoce.

Visto da davanti sembra un robot qualunque. Lo schermo, da 2 pollici, è sulla schiena.

Sulla testa, oltre agli occhi, ci sono una fotocamera e un proiettore per visualizzare le immagini scattate.

Robohon è disponibile al momento solo sul mercato giapponese. Costa 198 mila yen (all’incirca 1.700 euro).

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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