Realtà Virtuale
Roberto Catania
Tecnologia

Realtà virtuale e 360 cam: la nuova mania dell’hi-tech

Samsung, Lg, HTC e molti altri player tecnologici ne sono convinti: sarà l’anno della realtà virtuale e dei video immersivi

Dal MWC di Barcellona

Lo smartphone non è morto, sta solo cambiando pelle. Tutti o quasi i player del mondo tecnologico ne sono convinti (o si stanno convincendo): l’evoluzione è possibile, basta offrire agli utenti una modalità d’uso che vada al di là del classico “guarda, tocca e scrolla”.

Questa volta, però, non sarà un’app o una spolverata di megapixel a segnare il cambiamento. A fare del nostro telefonino uno strumento più potente, capace di traghettarci verso mondi sconosciuti ci penserà una nuova pletora di gadget pronti ad ampliare - letteralmente - le nostre capacità sensoriali: visori per la realtà virtuale, action cam, fotocamere a 360 gradi, videocamere sferiche e molto altro.

Lo si è capito una volta di più al Mobile World Congress di Barcellona, forse il più importante appuntamento dell’anno per gli appassionati di tecnologie mobili. Chi, come noi, ha avuto la possibilità di scorrazzare fra i saloni della fiera catalana se n’è subito reso conto: l’era delle tecnologie “immersive” - termine mutuato dal mondo anglosassone per descrivere tutto quel mondo di prodotti e applicazioni concepiti per immergere l’utente in un mondo parallelo ma molto vicino al reale - è ufficialmente iniziata.

Mobile VR: quando lo smartphone incontra la realtà virtuale
In principio fu Oculus, il visore realizzato dall’omonima azienda americana (poi acquisita da Facebook) che ha fatto della realtà virtuale la sua ragione di vita. L’idea è nota: prendi un video, un gioco, o qualsiasi altro contenuto digitale e proiettalo su un paio di occhialoni capaci di seguire il movimento degli occhi. Il risultato sarà talmente vivo da sembrare reale.

L’idea è piaciuta non solo a Oculus (e a Facebook) ma anche a molti produttori del panorama hi-tech, e in particolare del settore mobile. Lo dimostrano tutti i nuovi visori VR presentati al Mobile World Congress, oggetti più o meno ingombranti, più o meno sofisticati, tutti comunque pensati per fare immergere l’utente in una realtà parallela a quella presente davanti ai suoi occhi.

La vera differenza sta qui nel legame con le tecnologie mobili: se Oculus è un vero e proprio mini-computer stand alone da inforcare davanti agi occhi, i visori di ultima generazione funzionano in tandem con il cellulare, sfruttandone il display, i sensori ma soprattutto la potenza computazionale.

La "realtà virtuale" al Mobile World Congress

360 Cam: foto e video da far girar la testa
Se i visori per la realtà virtuale rappresentano l’esperimento più estremo di cambiare la nostra interazione con il mezzo digitale, le cosiddette fotocamere alternative sembrano offrire un approccio più moderato ma comunque innovativo alla questione. Di cosa stiamo parlando? Di tutta una serie di camere connesse in grado di scattare foto e registrare video in modo più dinamico e coinvolgente.

Il mercato, aperto qualche anno fa da realtà come GoPro, sembra essere promettente, e lo dimostra l’interesse dei grandi player dell’elettronica di consumo. Samsung ed Lg, per esempio, hanno lanciato le loro prime fotocamere a 360 gradi, soluzioni a doppio obiettivo in grado di superare il concetto della classica ripresa frontale. La fotocamera in pratica è in grado di scattare e riprendere tutto ciò che sta intorno al suo angolo giro; sarà l’utente poi, in fase di visualizzazione, a decidere cosa guardare.

Per qualcuno si tratta solo dell’ennesimo accessorio da attaccare allo smartphone per altri è una vero e proprio attacco alla fotografia tradizionale. Di certo i grandi produttori di dispositivi mobili hanno un grosso vantaggio rispetto a tutti gli altri player del firmamento tecnologico: conoscono gli smartphone e tablet meglio di chiunque altro, e faranno di tutto per creare un ecosistema di oggetti molto integrati fra loro.

Sarà un successo?
A benedire la nascita e lo sviluppo della nuova era delle tecnologie immersive è arrivato nientemeno che Mark Zuckerberg in persona: la realtà virtuale - ha spiegato il papà di Facebook all’evento di presentazione del nuovo Samsung Galaxy S7 - sarà "la piattaforma del futuro", quasi a preconizzare la nascita di una nuova forma di interazione sociale nel quale occhiali e visori VR prenderanno il posto di desktop e cellulari. Il prossimo passo, ha spiegato il guru di Menlo Park sarà la nascita e lo sviluppo delle social app per la realtà virtuali, applicazioni pensate proprio per portare le nostre relazioni digitali in una nuova dimensione.

Per qualcuno è un'ipotesi elettrizzante, per altri è qualcosa di inquietante: se un social network rappresenta già un surrogato digitale della nostra vita reale, l’idea di un nuovo modello di comunicazione nel quale tutti gli utenti saranno costretti a coprirsi gli occhi per interagire con un mondo non reale e individui altrattanto fake è in effetti un grosso controsenso.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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