Motorola Moto G: la recensione
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Motorola Moto G: la recensione

Per qualità costruttiva, display, prestazioni e autonomia lo smartphone low-cost della casa americana vale più dei 200 euro necessari per il suo acquisto

Lo abbiamo inserito nella nostra personalissima classifica dei migliori smartphone low-cost della stagione. Per una ragione piuttosto semplice: il Motorola Moto G è uno di quei (rari) oggetti tecnologici che riesce a mettere tutti d'accordo: tecno-impallinati, utenti parsimoniosi, amanti del design, cultori della razionalità. Del resto basta guardare il tabellino delle specifiche tecniche (display da 4,5 pollici e 720 x 1280 pixel di risoluzione, processore quad-core da 1,2 GHz, fotocamera posteriore 5 megapixel, batteria da 2070 mAh, Connettività HSPA, Wi-Fi, Bluetooth, GPS) per capire che pochi altri modelli come il “piccolo” di Motorola possono vantare un simile pedigree a un prezzo di 200 euro.

Ma come si comporta il Moto G nell'utilizzo quotidiano? Grazie alla disponibilità del distributore italiano (Tech Data) abbiamo avuto la possibilità di testare il telefono per qualche giorno e di ricavarne qualche impressione. Qui di seguito la nostra recensione.

DESIGN E MATERIALI
Il Moto G può essere definito un telefono di medio calibro, almeno se rapportato alla taglia media dei cellulari Android. Costruito intorno a un display da 4,5 pollici, lo smartphone low-cost di Motorola si colloca proprio a metà strada fra un iPhone e il Nexus 5. Al di là della taglia, l'impressione al tatto è quello di un cellulare compatto, leggero ed estremamente facile da maneggiare. Il che non significa “povero”. Per qualità dei materiali impiegati e cura nell'assemblaggio il Moto G è infatti un terminale che rende onore all'eccellente tradizione costruttiva di Motorola.

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DISPLAY
Detto già delle dimensioni, vale la pena soffermarsi sugli aspetti qualitativi dello schermo. Il Moto G sfrutta un pannello Ips da 720 x 1280 pixel di risoluzione che, spalmati su una superficie da 4,5 pollici di diagonale, offrono una densità complessiva di 326 pixel per indice; più o meno lo stesso valore del blasonatissimo display Retina dell’iPhone. Numeri a parte è il colpo d’occhio a convincere: i caratteri sono nitidi e incisivi e lo stesso dicasi dei colori: il nero è nero, il bianco è quasi bianco (c’è una leggera tendenza al blu) i colori non sono troppo vibranti (come capita spesso di vedere sugli Lcd). Forse non è quel genere di display che piace a chi utilizza lo smartphone per guardarsi i film in 16:9 ma fidatevi: Motorola ha fatto le cose per bene.

PRESTAZIONI
Dal punto di vista prestazionale, il Moto G è sicuramente più vicino a uno smartphone top di gamma che al classico Android low-cost. Per fluidità e capacità di gestione delle applicazioni difficili siamo di fronte a un telefono che in molti casi dà - quel che si dice - la "paglia" a concorrenti più blasonati (e costosi). Le uniche vere defaillance si riscontrano allorquando si chiede al telefono di gestire più task contemporaneamente, probabilmente per via di una ram un po’ risicata (1 giga). E poi c’è la questione della memoria: la mancanza di uno slot per memory card pesa come un macigno, soprattutto sulla versione da 8 Gb. In definitiva restano solo 5 giga di memoria disponibile, davvero pochini se siete quel genere di utenti che ama registrare video a nastro.

SOFTWARE
Portato al debutto inizialmente con Android 4.3, il Moto G si è potuto giovare quasi subito dell’aggiornamento a KitKat. Quasi nulla l'opera di personalizzazione della casa americana che ha optato per un’integrazione praticamente stock della piattaforma di Google, con alcune piccole aggiunte. Da segnalare, in questo senso la presenza di un’applicazione (Assist) per la schedulazione di comandi automatici base a regole predefinite dall’utente: si può ad esempio chiedere al Moto G di zittire la suoneria durante le ore notturne, di disattivare le notifiche durante le riunioni (se fissate a calendario), di rispondere alle chiamate dei contatti preferiti con un messaggio e via dicendo.

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FOTOCAMERA
La fotocamera è probabilmente il vero punto debole del Moto G, e non tanto per i 5 megapixel di risoluzione (ci sono telefoni ben più rinomati che si fermano addirittura a 4 milioni di pixel). No, il vero problema dell’obiettivo del Moto G sta nella sua scarsa versatilità nel leggere le variazioni di luminosità. Fintantoché la scena è illuminata bene e in modo uniforme fila non ce ne si accorge; ma quando il gioco si fa duro (leggasi al calar delle tenebre, negli ambienti indoor e laddove luci e ombre si alternano in modo impietoso) il Moto G rivela tutti i suoi limiti: per rumore e range dinamico, dobbiamo dirlo, il Moto G non ci ha impressionato. Non va meglio sul fronte video: la limitazione del fondo scala a soli 720p di risoluzione sembra un po’ anacronistica in un’era in cui il Full HD è diventato il minimo sindacale per entrare nel regno dell’hi-tech.

BATTERIA
La batteria del Motorola Moto G ha un solo difetto: non è rimovibile. Sul piano dell’autonomia, invece, non ci sono appunti da fare. Gli oltre 2000 mAh dell’unità in dotazione appaiono infatti perfettamente calibrati per le risorse da gestire (il display, non dimentichiamolo, è abbastanza contenuto e questo limita i consumi). La giornata di lavoro, insomma, si porta a casa senza troppi patemi d’animo.

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CONCLUSIONI
Forse fra qualche tempo il mercato sarà pieno zeppo di smartphone capaci di combinare prestazioni d’alto livello al costo di una macchina per il caffè espresso. Ma per il momento il Moto G resta uno dei pochi oggetti sul mercato che vale più dei 200 euro necessari per il suo acquisto. Per qualità costruttiva, display, prestazioni e autonomia siamo di fronte a un piccolo miracolo. Doti che ci fanno chiudere un occhio dinnanzi a tutte le piccole e grandi mancanze del terminale (connettività LTE, NFC, slot per schede di memoria, fotocamera non eccelsa). Chi pretende di più sa bene che dovrà sborsare cifre decisamente superiori (si va dai 350 euro del Nexus 5 ai 700 euro dei vari top di gamma). Con il rischio, magari, di trovarsi fra qualche mese con un modello già vecchio e obsoleto.

 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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