Questa foto è stata scattata con un telefono, ci credereste?
Roberto Catania
Tecnologia

Questa foto è stata scattata con un telefono, ci credereste?

Perché la fotografia da smartphone sta sorprendendo tutti, anche gli scettici

Quella che vedete qui sopra (qui la trovate nel suo formato originale) è una foto che ho realizzato io stesso con un Lg G5. Non è una foto artistica, e nemmeno una foto difficile. Anche un bambino di 5 anni, dotato del suddetto telefono, sarebbe in grado di scattarla. Gli basterebbe attenersi a queste quattro indicazioni: cogliere il soffione, prendere il telefono in mano, aprire l’app fotocamera, scattare. 

Nessun filtro, nessun effetto speciale: in gergo si chiama punta e scatta, un termine che racconta alla perfezione l’essenza stessa della fotografia da smartphone. Sì, perché checché se ne dica, chi fa foto dal cellulare non vuole smanettare troppo, non vuole ragionare su impostazioni manuali, file raw, bilanciamento del bianco e altre chincaglierie da utente pro. Per quelle cose ci sono già le reflex (e i loro proseliti). 

No, l’obiettivo qui è un altro: portare a casa il risultato, senza penare troppo. E il risultato, bisogna ammetterlo, è straordinario. Per definizione, colore e profondità, siamo di fronte a uno scatto che pare realizzato con una vera macchina fotografica. Date un’occhiata ai dettagli del pappo, allo sfocato degli alberi in background rispetto al fiore in primo piano, ai colori vibranti di tutta la scena. Chiunque, anche il più accanito fra i detrattori della fotografia in formato telefonico (io ero fra quelli), non può che riconoscere i mirabili progressi compiuti dai produttori di cellulari negli ultimi tempi: soltanto 5 anni fa un risultato del genere sarebbe stato impensabile

Roberto Catania

E dunque onore al merito di chi, come Lg, non si è lasciato scoraggiare dalle sentenze di certi professoroni della fotografia professionale, investendo una bella fetta del proprio budget nell’area della cosiddetta smart-photography. A inizio millennio l’impresa pareva ai limiti dell’impossibile; la fotografia – lo abbiamo scritto e riscritto in altre occasioni – resta uno dei pochi settori dell’hi-tech nel quale le dimensioni contano. Le leggi della fisica, o meglio, dell’ottica, non consentono troppi strappi alla regola. Eppure, malgrado tutto, certi limiti oggettivi degli smartphone sono stati brillantemente superati grazie all’innesto di componenti sempre più evoluti: sensori sempre più sensibili, autofocus laser, sistemi di stabilizzazione ottica e tante altre piccole e grandi diavolerie hanno permesso di ridurre il gap dalla fotografia con la F maiuscola.

Ci sarebbero un sacco di altre funzioni smart da raccontare. Un telefono come il G5, ad esempio, può girare video in 4K, scattare in formato RAW, e persino realizzare foto grandangolari utilizzando un secondo obiettivo situato sul retro accanto all’obiettivo principale. Ma si tratta di orpelli, piccoli e grandi condimenti che passano quasi in secondo piano di fronte a quella che è, in fin dei conti, la prima vera missione di un cameraphone: scattare delle belle foto, con un semplice clic.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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