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Tecnologia

Italia bisex, le confessioni in chat

Per quattro giorni e notti abbiamo frequentato le app di dating per conoscere chi incontra uomini e donne senza preferenze di genere. Ecco le loro storie

Tre puntini di sospensione si agitano sul lato sinistro dello schermo, alzandosi e abbassandosi secondo un ritmo ordinato, quasi ipnotico. Paola sta scrivendo. Pesa le parole a una a una, ha preso la domanda molto sul serio. Passa un minuto, un altro ancora, alla fine preme invio: «Non so perché» risponde in segno di resa «ma sia un lui che una lei riescono a trasmettermi un fascino straordinario, un’attrazione a volte incontrollabile. Tu vuoi sapere in cosa sono diversi, io posso dirti quanto sono identici».

Paola, torinese, 41 anni, arredatrice d’interni, in chat abborda uomini e donne senza un criterio o una gerarchia: «Solo mio cugino gay sa di me, gli altri non capirebbero, figuriamoci mio marito. Distruggerei la nostra famiglia, pagherebbero i bambini» si confida su Badoo, social network globale con 302 milioni di cuori a caccia, pinacoteca di bit di pose ammiccanti, visi impacciati, selfie indovinati o disastrosi. Un paradiso per i bisex, che qui corteggiano mentre si lasciano sedurre da pretendenti di entrambi i sessi.

Panorama l’ha frequentato per quattro giorni e altrettante notti, alternando i profili di Fabio e Ludovica, ventenni qualunque con gli occhi diafani e lo sguardo trasognato preso in prestito da due modelli stranieri. Abbaglianti quanto basta per essere tempestati di richieste e attaccare cursore con chiunque: un pugile e un vigile, casalinghe e studenti, un professore universitario, fidanzate con ragazzi che orchestrano incontri con ragazze, un pensionato che tallona potenziali «giovani amici o amiche per due chiacchiere, poi si vedrà». Coppie liberali: «Non sono geloso se mia moglie va con altre» si vanta Alessandro; coppie libertine: «Cerchiamo un terzo o una terza per puro divertimento. Hai scatti in intimo?» provoca Giorgio.

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Sarebbe impossibile o almeno irrealistico tracciare categorie per reddito, occupazione, posizione geografica, fasce anagrafiche: la regola, in rete, è la piena trasversalità. L’eccezione sono i vecchi siti di annunci, ormai poco dinamici, a partire da Bicupid.com, fondato nel 2001 in Canada e con in archivio quasi 1 milione di membri disponibili per entrambe le metà del cielo. Meglio calarsi nelle applicazioni di dating, di abboccamenti virtuali che propiziano appuntamenti reali, da Tinder a happn, da Twoo a Meetic e Lovoo: qui, con veloci passaggi, si conversa con utenti del proprio sesso o di quello opposto. Meglio ancora iscriversi ai programmini per gay come Grindr, se si è uomini bisex e il piacere immediato è l’obiettivo principe.

«Mi sono lasciato con la mia ex qualche giorno fa e ora voglio divertirmi un po’. Sei proprio un bel fighetto, ci vediamo? Sono a casa da solo» si lancia Stefano, 28 anni, professione tatuatore. «Con la donna provi la sensazione di proteggere qualcuno, il maschio è molto più trasgressivo in tutto. Io tendenzialmente faccio ciò che mi va, non ho una pistola sulla testa che mi obbliga a scegliere tra i due» argomenta Michele, dopo aver chiesto «immagini Xxx» e averne mandate un paio senza maglietta, un’erezione da intuire sotto il pigiama, gli addominali e i bicipiti in evidenza sul petto nudo. Luca, «avvocato bi», 36 anni, passa direttamente alle parti intime: «Ti interessa?» domanda. È evidente che non si riferisca al viso. Massimiliano, occhi da bambino che guastano la camicia appena slacciata sotto una posa da playboy, nella sua scheda dichiara di avere diciotto anni. In chat si contraddice, afferma di frequentare il terzo liceo, ammette di andare verso i diciassette: «Sono stato con un paio di compagne, mi piacciono abbastanza i compagni di calcetto. Mi darebbero del frocio, meglio cercare qui». Una pesca veloce e proficua: «Da quando ho quattordici anni non mi faccio mancare nulla».

Per una misura statistica dell’Italia maschile bisex, l’applicazione giusta è però un’altra: Romeo. Qui è possibile effettuare ricerche scremando per località, età, etnia, tipo di fisico, ruolo tra le lenzuola e, appunto, indicare questa specifica preferenza sessuale. Con un pienone di risultati nelle grandi città, ma non solo. A Roma includono due vicini di casa di chi scrive e altri 600 candidati in un raggio di tre chilometri; a Milano ci sono Gian, 67 anni, «amante di antiquariato e sesso, anche in gruppo» o un settantenne in una relazione aperta, «serio, eccentrico, molto educato». Tanti over pure a Palermo, dove un ottuagenario inneggia al «carpe diem» ed è difficile dargli torto, mentre Napoli vanta un quarantasettenne campione di concretezza che dice «no a filosofi e checche senza foto» o un trentaduenne avanguardista del linguaggio che si definisce «maskikissimo».

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Ognuno ha la sua storia e, presto o tardi, finisce per raccontarla a uno sconosciuto. Sarà che i bisex, in chat, inseguono la trasgressione di diventare sé stessi

Per elevare un minimo il tono della conversazione e smetterla d’incrociare attributi o lati b tra un «come stai?», «che fai?» e un immancabile «che cerchi?», meglio cambiare programma e scaricare Wapa. Sarebbe il Grindr delle lesbiche, comunque abbonda di mogli con prole che puntano a evasioni al femminile, ragazze con ragazzo e orizzonti da allargare, ibridi identitari anche lessicali, come chi si definisce «etero curiosa forse bsx». Un po’ per gioco, un po’ per desiderio, per tante un uomo o un loro assortimento non è sufficiente: «Sento la differenza mentale, soprattutto. Dipende dalle sensazioni che ti dà una persona» spiega Valentina.

Tanto più complessa, ma di una dolcezza e una trasparenza spiazzanti, è Ginevra: «Sono una persona difficile» scrive «e il fatto che vada a pelle mi porta costantemente in confusione tra i due sessi. Amo il fisico dell’uomo e la bellezza della donna». Tre lunghe storie importanti alle spalle, nessuno sbandamento nelle prime, durante l’ultima avvampa la fiamma con una lei: «Mentre ero con lui è partita la mia relazione con quella che era la persona più importante della mia vita. Che era più di un’amica. Eravamo due in un solo corpo, ci siamo innamorate senza capir nulla! Non è stato semplice, ho sofferto molto in quel periodo, ma alla fine non potevo soffocare un sentimento. Dovevo viverlo. Di nascosto, ma viverlo».

L’amore bisex si espone ai medesimi slanci di una passione etero o gay, ne condivide le angosce e, qualora le condizioni lo impongono, gli stessi vincoli di clandestinità. Ma può correre lungo un binario meno sicuro, implicare un maggiore senso d’incompiutezza, il traballante squilibrio di un puzzle di sensazioni in contrasto tra loro: «Mi sono sposato, per quasi 20 anni tutto è filato liscio, fino a poco tempo fa quando l’attrazione verso i maschi si è fatta preponderante e così mi sono separato» racconta Max; «in futuro? Non so: magari vivrò con un maschio oppure assieme a mia moglie» ragiona Matteo; «un giorno vorrò avere una famiglia con dei figli bellissimi. Per gli uomini provo soltanto attrazione a livello fisico» conferma Tiziano. Ognuno ha la sua storia e, presto o tardi, finisce per raccontarla a uno sconosciuto o a una sconosciuta troppo attraenti per essere reali, ma dotati della pazienza di ascoltare. Sarà che i bisex, in chat, inseguono la trasgressione di diventare sé stessi.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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