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Tecnologia

Con happn il destino ha una seconda possibilità

Incontro con Didier Rappaport, il fondatore della app che permette di contattare i potenziali amori incontrati ogni giorno per strada

da Parigi

La notate per caso nel disordine affollato della metropolitana, bella e possibile, ma non trovate una scusa sensata per attaccare bottone. Lo vedete a giorni alterni correre per chilometri nel parco vicino l’ufficio: si accorge del vostro sguardo, imbastisce un sorriso, poi abbassa la testa e passa oltre. È la solita storia: ogni giorno abbonda d’incontri forse promettenti, di occhiate ricambiate con curiosità o imbarazzo che però si perdono nel nulla. O forse non più, non sempre almeno, grazie a un’applicazione nata per lanciare un salvagente al destino, per fare da antidoto alla timidezza.     

Si chiama happn e permette di ritrovare sullo smartphone gli sconosciuti incrociati per strada in un raggio di 250 metri dalla propria posizione. A patto, naturalmente, che anche loro siano iscritti al servizio. Ipotesi non improbabile visto che gli utenti hanno superato i 15 milioni in tutto il mondo, crescono al ritmo di un milione e mezzo al mese, sono 600 mila in Italia di cui 110 mila soltanto a Milano. E gradiscono parecchio l’opportunità: su Google Play, il negozio di programmini per cellulari Android, la media voto di 450 mila recensioni è pari a 4,5 su 5. Un plebiscito o quasi.

Happn-sedeUn'immagine della sede parigina di happnhappn

Ecco: se il ragazzo schivo del parco, la ragazza attraente della metro o qualsiasi equivalente del vostro microcosmo quotidiano sono a bordo della app, potete tentare subito un approccio virtuale. La loro presenza on line, d’altronde, è un buon indice dell’apertura verso nuove conoscenze. Altrimenti è ammesso scorrazzare tra gli altri profili negli immediati dintorni per scoprire, chissà, un’intesa travolgente con la cassiera della panetteria sotto casa o un’attrazione impetuosa per l’amministratore del condominio di fronte.

«Il meccanismo è lo stesso del mondo reale. Mentre camminiamo ci sono alcune persone di cui nemmeno ci accorgiamo. Altre invece ci colpiscono, le troviamo interessanti. Vorremmo parlarci. Noi offriamo questa possibilità» ragiona Didier Rappaport, il creatore di happn. Francese, 61 anni, modi eleganti ravvivati da un entusiasmo da startupper, è un veterano del digitale con oltre vent’anni d’esperienza: ha lanciato società di e-commerce, un motore di ricerca, ma è noto a livello globale per essere uno dei fondatori di Dailymotion, piattaforma di video nata tre settimane prima di YouTube e suo rivale più accreditato e agguerrito per svariati anni.

Rappaport accoglie Panorama nella sede parigina dell’applicazione, un open space luminoso nel quartiere Opéra dove palloncini blu a forma di cuore svolazzano irrequieti sulle scrivanie e la lingua ufficiale è l’inglese perché i dipendenti, diventati settanta in due anni e due mesi dal lancio, arrivano da ogni continente. Da qui gestiscono i mercati consolidati, come le città di San Paolo (670 mila iscritti), Londra (520 mila) o Buenos Aires (480 mila), accanto a quelli in rampa di lancio, con l’India in prima fila.       

La app ha ricevuto 22 milioni di dollari di finanziamenti da fondi d’investimento europei e americani, può essere usata in modo totalmente gratuito oppure comprando crediti extra per inviare uno «charm», un «mi piaci davvero», una dichiarazione d’interesse di bit. I pacchetti partono da 1,99 euro: «Basta che il 5 per cento degli utenti decida di acquistarli perché il nostro modello di business sia profittevole. Noi abbiamo già superato quella soglia» confida Rappaport. Che non crede agli abbonamenti a tempo «perché chi trova ciò che cerca potrebbe, a un certo punto, chiudere il suo profilo»; né agli infiniti questionari per combinare intrecci sulla base di interessi in comune, credi politici e religiosi affini, passioni gastronomiche o cinematografiche convergenti: «Il fatto di ritrovarsi alla stessa mostra, per esempio, rappresenta di suo un ottimo indice di affinità». 

Happn-staffAlcuni membri del team di happnhappn

«Ho una certezza: ognuno di noi tiene acceso dentro di sé un piccolo desiderio di innamorarsi, la speranza che la prossima volta sia quella buona»

Le critiche più ovvie che happn si è attirata riguardano i rischi per la privacy, ma il ceo le respinge con forza: «Il raggio di 250 metri è vasto abbastanza perché sia impossibile seguire qualcuno. Non sveliamo mai le posizioni esatte, inoltre siamo categorici di fronte a ogni atteggiamento aggressivo o scorretto. Se riceviamo una segnalazione, la valutiamo e cancelliamo subito chi si comporta male». Se invece qualcuno non ci interessa e continuiamo a incrociarlo ogni giorno, magari perché è un vicino di casa o fa il nostro stesso percorso per andare al lavoro, basta depennarlo con un semplice tocco sul display. Non lo vedremo più.   

Il software è aperto a eterosessuali e omosessuali, senza particolari difficoltà o pericolo di equivoci: è sufficiente indicare cosa si cerca e si troveranno persone con i medesimi desideri. «In generale, è cambiata la percezione di fronte a questi servizi. Prima chi li usava si nascondeva, ora sono abitudini trendy. Non esserci sarà presto l’eccezione» scommette il cofondatore Antony Cohen, 28 anni, fidanzato da 18 mesi con una ragazza conosciuta proprio tramite happn. Termine che contiene tre significati: «app»; «happen», nel senso di «facciamolo succedere», riferito a un incontro fortunato; «happy», ovvero «felice». Un manifesto di efficacia strizzato in cinque lettere.  

Certo, alla pari di proposte analoghe, è l’apparenza, sono le immagini giuste sul profilo a rappresentare il valore aggiunto, una calamita di seduzione: «Ma siamo ben consapevoli» fa notare Rappaport «che una persona non si risolve in una manciata di foto. È ricca di sfaccettature. Abbiamo lanciato e stiamo studiando strumenti aggiuntivi affinché gli iscritti possano raccontarsi meglio, sempre in modo immediato». Dall’integrazione con le playlist musicali di Spotify, per mostrare le proprie canzoni preferite, ai messaggi vocali, per interagire non solo tramite frasi scritte e faccine gaudenti.

Perché, è innegabile, anche con happn si trova sesso veloce, ma l’impressione è che quell’«happy» scolpito nel nome suggerisca un altro tipo di lieto fine. «I nostri utenti» commenta il creatore dell’applicazione «sono liberi di usarla come credono. La nostra missione è facilitare, tramite una strada digitale, un incrocio nel mondo reale. Ho però una certezza: ognuno di noi tiene acceso dentro di sé un piccolo desiderio di innamorarsi, la speranza che la prossima volta sia quella buona».

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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