Google vuole trasformare ogni tessuto in un touchscreen
The Verge
Tecnologia

Google vuole trasformare ogni tessuto in un touchscreen

Si chiama Project Jacquard e consente di incorporare sensori touch in ogni tessuto, dal rivestimento del divano ai jeans che indossiamo

Come al solito anche quest’anno, nella cornice del keynote Google I/O, Big G sta estraendo dal suo munifico cilindro una serie di inattese meraviglie, dal nuovo sistema operativo Android alla partnership con GoPro per il comparto realtà virtuale. Ma tra tutte le novità, una in particolare sta generando una fervente attesa, anche perché promette di rivoluzionare l’intero settore delle tecnologie indossabili.

Si chiama Project Jacquard (in onore allo storico telaio) ed è una tecnologia che consente di trasformare qualsiasi tipo di tessuto, sia esso il rivestimento del tuo divano o la canotta che usi per correre, in una sorta di touchpad di stoffa.

Sostanzialmente, Google ha creato un sistema di sensori talmente sottile e sofisticat da poter essere tranquillamente intessuto direttamente dentro un pezzo di stoffa. Questi sensori hanno l’aspetto di una griglia che emerge in rilievo e che risponde in modo affidabile al passaggio di uno o più dita; sono in grado di collegarsi a diversi dispositivi utilizzando una connessione Wi-Fi.

Jacquard non verrà presentato prima di questo pomeriggio, ma chi ha avuto modo di “toccarlo” in anteprima sostiene che non si tratti del solito goffo prototipo inutilizzabile, quanto di un sistema apparentemente già pronto per essere incorporato in una varietà di indumenti e oggetti. In realtà, prima di poter essere integrato in superfici curve (come quelle dei pantaloni, per dirne una), le componenti dovranno essere perfezionate e le loro dimensioni ulteriormente ridotte.

Del resto, le applicazioni possibili sono tantissime: c’è chi già si immagina di poter silenziare una chiamata passandosi un dito sul taschino della camicia, chi vorrebbe potere cambiare le canzoni della sua playlist mentre corre semplicemente toccandosi un avambraccio, qualcun altro invece sogna di sostituire lo scomodo mouse utilizzando il proprio divano come trackpad mentre poltrisce con il laptop in grembo.

L’obiettivo di Google, probabilmente, è più legato ai futuri dispositivi indossabili. La possibilità di incorporare una tecnologia touch in indumenti che già abbiamo l’abitudine a indossare risponde al principio, molto in voga negli ultimi anni, secondo cui le tecnologie che conquisteranno gli utenti del futuro saranno quelle capaci di rendersi invisibili.

Non è un caso che il settore dei wearable stia attraversando un periodo di forte crescita. Secondo le stime più recenti, il mercato degli indossabili raggiungerà i 45 milioni di unità vendute entro il 2016, una cifra che entro tre anni potrebbe gonfiarsi fino a toccare quota 126 milioni. Se pensiamo che le previsioni parlano di un mercato da attuale da oltre 1 miliardo di dollari, non è difficile intuire quante uova d’oro questa gallina potrebbe deporre entro il 2020.

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Fabio Deotto