Firefox OS, la nostra prova
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Firefox OS, la nostra prova

Prime impressioni sul nuovo sistema operativo mobile di Mozilla mostrato al Mobile World Congress di Barcellona

da Barcellona

Veloce, semplice e con qualche brillante intuizione. Questo in sintesi il primo giudizio su Firefox OS, il nuovo sistema operativo mobile targato Mozilla che Panorama.it ha potuto provare durante il Mobile World Congress. La regola generale è che non ci sono clamorose rotture rispetto all’esperienza d’uso a cui siamo abituati, a partire dalla schermata home con quattro piccole icone che danno accesso alle chiamate, ai messaggi, al browser e alla fotocamera. O a Facebook o alle mail in alcune varianti. Insomma, l’idea, solita, è che le cose a cui teniamo di più, che usiamo più spesso, sono a portata di mano.

Piace molto come sono stati concepiti i contatti: c’è una foto di ogni persona che scompare dietro a un menu a tendina. Accanto a nome, numero di telefono, mail e simili c’è il contatto Facebook, con la possibilità di postare direttamente sulla bacheca o di inviare un messaggio privato senza nemmeno entrare nella piattaforma di Mark Zuckerberg. Anche Ubuntu ha deciso di fare qualcosa del genere, l’idea insomma è di non perdersi dietro singole app, ma di raggruppare nello stesso luogo tutta l’esperienza di interazione con un contatto. Interessante il design della parte musicale, con gli album sistemati come se fossero delle mattonelle grandi e piccole in movimento. Nessuna rivoluzione, ma una soluzione appealing. Comparto foto, c’è una piccola suite di editing a bordo: il senso è scattare e modificare in cinque secondi, senza troppi fronzoli ma in maniera rapida e funzionale.

Tra le tante funzioni a bordo c’è un meccanismo per controllare in ogni momento quanto stiamo spendendo per i vari servizi, voce, dati e simili, ma le cose che in assoluto ci sono piaciute di più sono due: il sistema di ricerca evoluto e le app on demand. Cominciamo dal primo punto: quando stiamo digitando qualcosa, il sistema ci fornisce tutta una serie di informazioni collaterali che potremmo ritenere utili. Per esempio, di un singolo artista, al di là dell’elenco delle canzoni e dei video, possono comparire i testi oppure un link all’acquisto dei biglietti. Bisognerà vedere quanto funzionerà in maniera estesa, ma intanto l’idea è interessante.

Interessantissime sono le app on demand, oppure, se volete, usa e getta. Una serie di applicazioni comuni disponibili subito, senza bisogno di scaricarle o installarle. Un tocco del dito e partono subito. Divise per generi (film, giochi, eccetera), sono a prova anche di chi non ha dimestichezza con download e simili. Qui le potenzialità dell’Html5 si vedono davvero tutte. Mentre la filosofia open source di Mozilla emerge quando si parla di un marketplace aperto e anche la possibilità data agli sviluppatori di creare e distribuire direttamente le loro applicazioni, anche per creare una targettizzazione locale, veicolando software solo su un determinato territorio o in una singola lingua. Infine, tutte le app e i contenuti sono legati a noi, non al dispositivo. Se lo cambiamo, basterà loggarci e ritroveremo ciò che avevamo sul telefono precedente.

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Dunque, accanto alle frasi giustamente entusiaste e roboanti del Ceo Gary Kovacs - «vogliamo liberare il mondo mobile come abbiamo liberato il web» - c’è parecchia sostanza e tanto interesse. Da parte degli addetti ai lavori (la conferenza stampa di presentazione era strapiena; lo stand era tra i più affollati della fiera); da parte dei costruttori, visto che a bordo ci sono già ZTE, LG, Alcatel, più avanti Huawei e anche Sony pare interessata. Soprattutto, da parte degli operatori. A Barcellona abbiamo visto una parata di amministratori delegati e presidenti dei principali colossi della telefonia mondiale, che nei prossimi mesi distribuiranno i nuovi telefoni con a bordo Firefox OS in tanti mercati. Si comincia da Brasile, Colombia, Ungheria, Messico, Montenegro, Polonia, Serbia, Spagna e Venezuela. Altri verranno annunciati presto.

E sì, i telefoni con Firefox OS arriveranno anche da noi. Anzi, il primo tra i rappresentanti degli operatori a prendere la parola è stato Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom Italia, che ha tessuto le lodi di «una piattaforma veramente aperta, più efficiente, in grado di intercettare i bisogni di nuovi mercati». Ricordando che Telecom Italia ha supportato questo progetto «sin dall’inizio». E di tutta risposta il Ceo Gary Kovacs ha aggiunto salutando Bernabè: «Abbiamo fatto molta strada dalla nostra prima telefonata».

Di strada Firefox OS vuole farne certamente tantissima. Ha i partner giusti, inclusa la sempre più attiva Qualcomm che fornirà i processori di tutti i telefoni; porterà nell’arena dei sistemi operativi mobili un’alternativa intuitiva, leggera, facile da usare e in grado di parlare agli utenti più esperti e sia, tramite alcune scorciatoie, a chi ha ancora un timore reverenziale di fronte a uno smartphone. Soprattutto, ha parecchi numeri dalla sua. Un esercito potenziale di milioni di sviluppatori per il web, che grazie a HTML5 potranno estendere la loro attività sul terreno del mobile. Un esercito potenziale ancora più nutrito di possibili utenti. Si calcola che nei prossimi 4-5 anni altri due miliardi di persone entreranno nel mondo della telefonia mobile, soprattutto in quei mercati in rapido sviluppo. Ed è proprio a quelle porte dove Android e iOS sono concetti vaghi o sconosciuti, non abitudini a cui bisognerebbe rinunciare per sposare Firefox OS, che Mozilla sta andando a bussare.  

Twitter: @marmorello

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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