Apple iPhone 7 Plus: la recensione
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Apple iPhone 7 Plus: la recensione

Abbiamo provato l'ultima versione dello smartphone di Cupertino, nella versione da 5,5 pollici con doppia fotocamera. Ecco le nostre impressioni

Lo ammetto. Quando lo scorso 8 settembre ho visto per la prima volta il nuovo iPhone 7 ci sono rimasto un po' male. Il fatto è che ci avevo preso gusto con questa cosa della svolta programmata ogni due anni; di norma quando sull'iPhone scatta il nuovo numero è perché c'è in ballo uno smartphone radicalmente nuovo.

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E invece no. A questo giro nessuna rivoluzione, almeno sul piano estetico. Se si eccettuano alcune rifiniture e due nuove varianti di colore, l'iPhone 7 e il suo gemello taglia XL (iPhone 7 Plus) sono pressoché identici ai modelli dello scorso anno.

Una scelta rischiosa, in un momento nel quale altrove si vedono tentativi più coraggiosi (telefonini curvi, indistruttibili, persino modulari), e che in fin dei conti non fa che aumentare le aspettative su tutto ciò che – design a parte – è contenuto in questo nuovo Melafonino.

Ecco. L'obiettivo di questa prova è proprio questo. Capire se davvero l'abito non fa il monaco, ovvero se siamo di fronte a un iPhone destinato comunque a passare alla storia, o se invece dobbiamo accontentarci di quella che in gergo si definisce una bella rinfrescata.

Design inalterato, ma occhio ai particolari
Senza perdere tempo estraggo quindi l’iPhone 7 Plus dalla sua confezione, buttando l’occhio a quelli che in fin dei conti sono gli unici elementi di novità del telefono: la nuova collocazione delle bande gommate copri-antenna, ora dirottate sul profilo dei due lati corti dello chassis, e la parte bassa del dispositivo, orfana del chiacchieratissimo jack audio da 3,5 mm. Impossibile non notare anche la nuova e gigantesca sede della fotocamera, fattasi oblunga per far posto a un secondo obiettivo. Ma di questo vi parlerò più avanti.

Pur senza togliere il fiato, la linea del nuovo iPhone 7 Plus resta ancora una delle più pulite del circus, soprattutto ora che la schiena è stata ripulita da tutta quella gomma antiestetica.

Inserisco quindi la scheda Sim nell’apposita sede, ora rinforzata da minuscole guarnizioni in gomma. Sono le protezioni che dovrebbero salvaguardare l'iPhone dagli spruzzi e dai contatti accidentali con l’acqua, ma il condizionale è d'obbligo, dal momento che Apple non garantisce la totale impermeabilità ma la resistenza all'acqua fino a un metro di profondità per un massimo di 30 minuti. Si tratta in ogni caso di un bel benefit, soprattutto per gli utenti maldestri (chi scrive è fra questi): sapere di avere un salvagente per tutte quelle situazioni ad alto tasso di rischio (sì, parlo anche di quando ci si reca in bagno con il telefono pericolosamente in bilico nel taschino dei jeans) è sempre confortante.

La sede della SIM con le nuove guarnizioni a tenuta d'acqua (IP67)

iFixit

Nel complesso l'operazione maquillage può dirsi riuscita. Pur senza togliere il fiato, la linea del nuovo iPhone 7 Plus resta ancora una delle più pulite del circus, soprattutto ora che la schiena è stata ripulita da tutta quella gomma antiestetica.

Il restyling risulta ancora più azzeccato nelle due nuove varianti "all black", il nero opaco e il laccattissimo JetBlack: il nuovo iPhone 7 sarà pure uguale a se stesso, ma in abito scuro pare davvero tirato a lucido.

L'iPhone 7 in versione Jet Black

Tasto nuovo, vita nuova?
Mentre avvio la pratica di backup per recuperare i vecchi dati del mio account iOS, realizzo che quello che sento schioccare sotto il pollice non è più il vecchio tasto home ma un pulsante tutto nuovo. Ciò che è cambiato non è la forma, ma il feedback: l’iPhone 7, ci spiegano i responsabili di Apple, è il primo iPhone basato su un sistema aptico. Per dirla in modo più semplice: non esiste un vero e proprio tasto fisico con un meccanismo di ritorno, ma un sistema magnetico che vibra ad ogni tocco del polpastrello.

Il primo impatto, lo ammetto, non è dei migliori. Il nuovo tasto home sembra rispondere in maniera differente rispetto al vecchio comando fisico, quasi fosse più pigro. In realtà (lo capirò più avanti) si tratta solo di prenderci la mano, o meglio il dito. Una volta impostato il livello di sensibilità (io ho scelto il terzo, il più vigoroso) e compreso come e quanto “pigiare” tutto torna come prima. Se non addirittura meglio.

Di “aptico” l’iPhone 7 non ha solo il tasto home ma tutta una serie di interazioni interne ad iOS 10: il motore che si occupa di restituire il feedback tattile al pulsante home in alcuni casi fa vibrare anche il display, ad esempio cliccando su uno dei tanti interruttori on/off virtuali o facendo frullare la rotella virtuale della sveglia: sotto i polpastrelli si avverte un lieve picchettio, piuttosto ovattato, comunque credibile (detto da uno che non ha mai sopportato i feedback tattili dei telefonini di ultima generazione).

Il pensiero corre subito agli sviluppatori, che ora si ritrovano con una freccia in più per creare applicazioni coinvolgenti, giochi ad esempio, ma anche titoli basati sull’esperienza tattile. Guardare, anzi toccare per credere questa interessante app che trasforma l'iPhone in un mini-sintetizzatore ad alto livello di realismo.

iOS 10 in pagella
A proposito di iOS 10, qui installato di serie. Il nuovo sistema operativo di Apple – ne abbiamo parlato in questo approfondimento - introduce un nuovo sistema di notifiche, nuove anteprime funzionali (widget), un nuovo modello di organizzazione dei contenuti della gallery fotografica, un refresh piuttosto corposo di iMessage e una serie di potenziamenti sulle risorse native del telefono (fra cui anche 3D Touch e Siri).

Ciò che convince di più, al di là delle singole feature, è l’amalgama fra la parte hardware e software, la sensazione di avere fra le mani un oggetto che fa esattamente quello che ti aspetti. Tutte le interazioni più o meno complesse vengono gestite senza ritardi né incertezze: il 3D Touch, il sistema che capisce quanta forza stiamo mettendo sul display, funziona in modo impeccabile e lo stesso dicasi del lettore di impronte digitali.

Ciò che convince di più, al di là delle singole feature, è l’amalgama fra la parte hardware e software, la sensazione di avere fra le mani un oggetto che fa esattamente quello che ti aspetti.

Affidabile anche il nuovo sistema di risveglio automatico dallo stand-by: ogni qual volta smuoviamo l’iPhone dalla sua posizione di riposo (basta banalmente sollevarlo dal tavolo) siamo in grado di vedere l’ora e le notifiche più importanti.

Quanto a Siri...beh, a volte ti capisce al volo, a volte no, ma l’impressione è che anche l’assistente vocale di Apple stia piano piano diventando grande, o se preferite, meno tonto.


Tutto ciò – è evidente - non sarebbe possibile senza un motore potente alle spalle. Cosa che qui non manca. Lascio ad altri il compito di raccontare in modo analitico le prestazioni del processore, quel che mi preme sottolineare in questa sede è la differenza – apprezzabile – che si avverte sul piano della velocità grazie al nuovo chipset Apple A10 Fusion.

Basta aprire un’applicazione ex novo, ad esempio Facebook, per rendersene conto: a confronto il vecchio iPhone 6S Plus (sulla destra) sembra aver mangiato pesante.

Fotocamera: anche l'iPhone ci vede doppio
Ma veniamo a una delle novità più attese del nuovo iPhone 7 Plus, la fotocamera, irrobustitasi sia sul piano hardware che software. In linea di massima si può dire che le novità principali siano soprattutto due: la presenza di una nuova ottica a sei lenti sulla fotocamera principale, e l’integrazione di una seconda fotocamera (sempre posteriore) con con funzione di zoom.

Ciò che convince di più della fotocamera è la resa cromatica, davvero realistica tenuto conto che stiamo pur sempre parlando di un telefonino.

Se il primo innesto ha come finalità il miglioramento della qualità fotografica, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità, il secondo si propone di sdoganare una nuova modalità di inquadratura ravvicinata: essendo basato su una focale pressoché doppia rispetto all’obiettivo principale (6,6 mm Vs 3,99 mm) il secondo obiettivo ci consente infatti di effettuare scatti con zoom 2x senza perdere in risoluzione.

Una bella trovata, non c'è che dire, utilizzabile anche da chi non ha particolare dimestichezza con le impostazioni manuali: basta toccare l'icona 1x/2x dall'interfaccia fotografica per passare immediatamente dall'inquadratura normale a quella ravvicinata, e viceversa.

Qui di seguito tre foto scattate con e senza zoom.

iPhone 7 Plus: qualche scatto con lo zoom 2x

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto con lo zoom 2x

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto con lo zoom 2x

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto con lo zoom 2x

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto con lo zoom 2x

iPhone 7 Plus: qualche scatto con lo zoom 2x

Roberto Catania

Depth effect: ovvero come trasformare uno scatto piatto in una foto "profonda"
La seconda fotocamera ha anche un altro scopo: può lavorare in combinazione con l’obiettivo principale per offrire effetti visivi altrimenti non possibili. Uno su tutti: lo sfocato. L’idea, per il momento ancora sulla carta (la funzione arriverà in concreto nelle prossime settimane grazie a un aggiornamento software), è quella di elaborare le immagini prodotte dalle due fotocamere per offrire un unico scatto combinato caratterizzato da un evidente effeto bokeh. Che – tradotto in italiano – significa possibilità di sfocare tutto ciò che non è in primo piano per migliorare la profondità di campo.

Non si tratta, va detto, di una novità a livello assoluto, già altri produttori in passato si sono cimentati sullo stesso tema (con risultati più o meno convincenti), ma l’interpretazione di Apple potrebbe fare la differenza. Questa anteprima mostrata in fase di presentazione dalla società fa ben sperare.

Apple

Con o senza luce: le differenze si notano
Ma al netto di tutti i discorsi tecnici e di tutte le funzioni futuribili, come vengono le foto scattate con il nuovo iPhone 7 Plus?

In condizioni di buona luminosità, il nuovo portacolori di Apple si dimostra un eccellente attrezzo fotografico. Gli scatti che abbiamo realizzato in questi primi giorni di test appaiono nitidi, incisivi, senza eccessive aberrazioni ottiche.


Ciò che convince di più è la resa cromatica, davvero realistica tenuto conto che stiamo pur sempre parlando di un telefonino. Giova a questo proposito la possibilità offerta dal nuovo display Retina di Apple di visualizzare una più ampia gamma di colori (quello che in gergo tecnico si definisce wide colour gamut), una qualità che si apprezza soprattutto dove più evidenti sono i passaggi di tono (l’esempio di una foglia che vira dal verde al giallo al rosso rende bene l’idea).

iPhone 7 Plus: qualche scatto in condizioni di buona luminosità

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto in condizioni di buona luminosità

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto in condizioni di buona luminosità

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto in condizioni di buona luminosità

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto in condizioni di buona luminosità

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto in condizioni di buona luminosità

Roberto Catania

iPhone 7 Plus: qualche scatto in condizioni di buona luminosità

Roberto Catania

Il risultato è meno convincente al calare delle tenebre. La scelta di Apple di non modificare le dimensioni del sensore fotografico (che resta da 1.22 µm) impedisce al nuovo iPhone 7 Plus di eccellere in tutte quelle situazioni in cui non si vuole ricorrere al flash.

La scelta di Apple di non modificare le dimensioni del sensore fotografico (che resta 1.22 µm) impedisce al nuovo iPhone 7 Plus di eccellere in tutte quelle situazioni in cui non si vuole ricorrere al flash.

Il confronto con il vecchio iPhone 6S su questa foto scattata in condizioni di semi-oscurità denota un leggero miglioramento nella gestione del rumore agli alti ISO ma non così apprezzabile da far gridare al miracolo.

Qui sotto lo stesso particolare confrontato con uno smartphone dotato di sensore di grandi dimensioni (Samsung Galaxy S7 Edge). La differenza, come si può vedere, è piuttosto marcata.

Doveroso, per finire, spendere due parole anche sull’obiettivo frontale, migliorato sia in termini di risoluzione (dai 5 megapixel del vecchio iPhone 6S agli attuali 7 megapixel), sia per ciò che riguarda la stabilizzazione. Un paio di selfie mi sono sufficienti per apprezzare il passo in avanti rispetto al passato.

Qui di seguito, Betty Boop ripresa dalla fotocamera anteriore dell'iPhone 7 Plus in condizioni di luce abbastanza precarie.

Roberto Catania

Audio: un jack in meno (ma uno speaker in più)
Ma veniamo all’altra faccia del reparto multimediale, quello relativa all’audio. Due, anche in questo caso, le novità di rilievo. La prima riguarda l’innesto di un secondo altoparlante stereo sulla parte superiore del telefono, un’aggiunta che a mio modesto avviso migliora sensibilmente le prestazioni del vivavoce. L’iPhone 7 Plus suona più forte del suo predecessore, ma soprattutto suona meglio; nonostante la distanza ravvicinata fra i due speaker, la stereofonia si sente.

La seconda novità ha che fare con l’eliminazione del jack audio: laddove un tempo c'era il connetore da 3,5 millimetri ora c'è una seconda fila di micro-fori per la diffusione del suono. Le cuffie, ora, si attaccano sull'ingresso Lightning (sì, quello utilizzato per ricaricare il telefono).


Non starò qui a dilungarmi sui motivi che hanno portato Apple a rinunciare a un componente così diffuso e apprezzato (l’ho già fatto in questa sede), ci tengo però a sottolineare che l’impatto che questa scelta ha avuto sulla mia vita digitale è prossimo allo zero. La verità è che non ci sono compromessi a livello di performance, anzi, sul piano squisitamente qualitativo mi sembra che le nuove cuffie con attacco Lightining offrano un suono più vigoroso di quelle precedenti.

La vera scocciatura, in fin dei conti, riguarda la necessità di portarsi appresso l’adattatore (che Apple ha già inserito in confezione); un fardello necessario se si dispone di una cuffia esterna di buona qualità, oppure in tutte quelle situazioni (ad esempio in viaggio) nelle quali c’è di mezzo un secondo dispositivo (PC, tablet, un altro smartphone) dotato di attacco cuffie tradizionale.

Roberto Catania

La batteria ci guadagna
Si tratta, comunque, di un handicap che viene ampiamente compensato dallo spazio che l’iPhone 7 Plus è riuscito a ricavarsi per ospitare la nuova batteria. Sulla carta sono 150 mAh in più (dai 2.750 del vecchio iPhone 6S Plus agli attuali 2.900 mAh), ma nella realtà stiamo parlando di qualche ora extra di autonomia.

Qui di seguito gli screenshot scattati durante una giornata di intenso lavoro. Dopo 18 ore di utilizzo ininterrotto, senza alcuna modalità di risparmio energetico attivata, mi resta ancora un confortante 28% di autonomia residua. Un risultato impensabile con il vecchio modello.

iPhone 7 Plus: i consumi della batteria durante la giornata

Ore 7:00 di mattina. L'iPhone 7 Plus è completamente carico pronto per iniziare la giornata.

iPhone 7 Plus: i consumi della batteria durante la giornata

Dopo 4 ore di utilizzo, la batteria è ancora al 92%

iPhone 7 Plus: i consumi della batteria durante la giornata

Meta pomeriggio: dopo un sessione con molte chiamate, messaggi, app e navigatore, il contatore della batteria segna il 60%

iPhone 7 Plus: i consumi della batteria durante la giornata

La giornata lavorativa è finita, ma l'iPhone 7 Plus ha ancora il 41% di energia nel serbatoio.

iPhone 7 Plus: i consumi della batteria durante la giornata

Dopo una serata con gli amici torniamo a casa. Prima di spegnere la luce diamo un'ultima controllata al telefono. Dopo 18 ore di utilizzo ininterrotto la batteria segna 28% di carica residua.

iPhone 7 Plus: i consumi della batteria durante la giornata

Qui nel dettaglio come sono stati ripartiti i consumi durante la giornata

Conclusioni
E quindi, per tornare da dove siamo partiti, cosa si può dire in definitiva di questo iPhone 7 Plus? Che pur senza sfoggiare innovazioni dirompenti, rappresenta un miglioramento sostanziale rispetto agli ultimi modelli della casa.

Apple ha lavorato in maniera chirurgica su tutte quelle voci che oggigiorno fanno la differenza – dalla
velocità al software, dalla fotocamera alla batteria - con risultati in alcuni casi davvero interessanti. L'unico vero appunto che ci sentiamo di muovere agli ingegneri di Cupertino riguarda la scelta di non intervenire sulle dimensioni del sensore della fotocamera principiale, una modifica che avrebbe consentito di affrontare con più spavalderia tutte quelle situazioni al limite della luminosità.

L'iPhone assomiglia sempre di più a quelle berline Made in Germany che ogni automobilista sogna di possedere. Non perché siamo le più veloci o le più sorprendenti a livello estetico. Ciò che piace è il dispositivo nel suo insieme, la cura nei particolari, la qualità dei materiali, l'affidabilità dei componenti e del software, l'esperienza d'uso.

Per il resto c'è poco da obiettare. L'iPhone assomiglia sempre di più a quelle berline Made in Germany che ogni automobilista sogna di possedere. Non perché siamo le più veloci o le più sorprendenti a livello estetico. Ciò che piace è il livello qualitativo del dispositivo nel suo insieme, la cura nei particolari, lo studio dei materiali, l'affidabilità dei componenti e del software, l'esperienza d'uso. Chiamatelo, se vi pare, "piacere di guida".

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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