AirPods: 3 motivi per comprare le cuffie senza fili di Apple (e tre per non farlo)
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AirPods: 3 motivi per comprare le cuffie senza fili di Apple (e tre per non farlo)

Design, connettività, audio, prezzo: pregi e difetti dei nuovi auricolari wireless di Cupertino

Raramente un paio di cuffie aveva catturato l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori in questo modo. Gli AirPods, i nuovi auricolari senza fili di Apple, in vendita da qualche giorno in Italia a un prezzo di 179 euro, fanno parte di quei gadget che dividono gli animi: si amano o si odiano, verrebbe da dire.

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Questione di design, certo, ma anche di tutta una serie di considerazioni soggettive legate a comodità, autonomia, connettività e ovviamente prezzo.

Dopo averli provati per qualche giorno vi raccontiamo le nostre impressioni. Le abbiamo raccolte qui di seguito in questa breve rassegna sui pregi e difetti del prodotto [Scorri Avanti per continuare].




SÌ: bye bye fili

Se Apple ha cancellato con un colpo di spugna il jack audio dall’iPhone è perché crede in un futuro senza fili. Gli AirPods rappresentano in questo senso il primo capitolo della nuova era del wireless secondo Cupertino. Intendiamoci, non stiamo parlando di quel genere di prodotto che mira a soddisfare le orecchie degli audiofili più esigenti, ma dopo qualche giorno di test possiamo dire che la qualità audio - sia in fase di chiamata che nell'ascolto musicale - è quanto meno paragonabile a quella delle tradizionali cuffie con filo (Earbuds). Senza però l’impiccio dei grovigli.

SÌ: connettività intelligente

La presenza di un minuscolo processore all'interno delle condotte dà ai nuovi AirPods tutta una serie di superpoteri. L’accoppiamento con l’iPhone, ad esempio, è rapido e indolore e abilita a cascata il funzionamento con tutti gli altri dispositivi registrati con lo stesso Apple ID (iPad, Mac, Apple Watch). Ma non solo. Gli auricolari capiscono quando vengono indossati e quando no: basta togliere un auricolare dall’orecchio, ad esempio, per mettere automaticamente in pausa la traccia che era in riproduzione. Chapeau.

Sì: la custodia

Ecco una di quelle cose che fanno di Apple il marchio più iconico del panorama teconologico. Senza esagerazione: la pochette in plastica rigida degli AirPods è quasi meglio del contenuto. E non solo perché è piccola, solida e ben disegnata. Questione di funzionalità e razionalità: la custodia dispone di due cavità magnetiche che assicurano una presa immediata e stabile delle cuffie a riposo, funge da caricabatterie (l’ingresso Lightning è situato sulla parte inferiore della scatoletta) e soprattutto da accumulatore di energia. Significa che è possibile ricaricare gli auricolari anche senza presa di corrente: all’interno della custodia porta cuffie c’è infatti una microbatteria integrata che garantisce 24 ore di ricarica in più oltre alle 5 garantite di default da un "pieno" sulle cuffie.

NO: non passano inosservate

Di primo acchito gli AirPods sembrano un paio di auricolari cui è stato "segato" il filo. Impressione che diventa certezza nel momento in cui si indossano. Insomma, viste da fuori le nuove cuffiette di Apple potrebbero risultare un po' destabilizzanti. Qualcuno le apprezzerà proprio per questo (in fin dei conti si tratta di un accessorio che porta un segno distintivo di stile), qualcun altro potrebbe trovarle troppo strane e ricercate.

NO: il volume si può abbassare solo tramite Siri

Il che significa (nell’ordine): chiamare in causa l’assistente vocale di Apple (doppio tap sul padiglione auricolare), pronunciare il comando (Abbassa il Volume) e attendere che il processo venga completato. Il tutto sperando che nel mentre ci sia campo. Alla fine si finisce per fare tutto da cellulare, più comodo, anche se poco smart.

NO: un altro oggetto da caricare

Ok, la schiavitù dei fili è terminata. Ma il conto da pagare (a parte i 179 euro del cartellino) è quello dell’ennesimo dispositivo da attaccare alla presa di corrente. Sotto questo punto di vista gli AirPods non sono molto diversi dagli altri auricolari wireless. La custodia che funge da sorgente di carica extra può aiutare, certo, ma la verità è che bisogna sempre ricordarsi della carica, se non si vuole rischiare di ritrovarsi d'un tratto con un paio di cuffie inutilizzabili.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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