NSA e privacy: Zuckerberg contro Obama
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Tecnologia

NSA e privacy: Zuckerberg contro Obama

“Pensavamo di doverci difendere dagli hacker, non dal nostro stesso governo”. Così Mark bacchetta il Presidente

Sono passati quasi due mesi dal discorso in cui Obama annunciava, al mondo intero, i cambiamenti principali che avrebbero interessato il lavoro della National Security Agency. In realtà in questi due mesi è cambiato molto poco, anzi le rivelazioni di Edward Snowden, diffuse anche dal nuovo sito di Gleen Greenwald, The Intercept , hanno contribuito a riportare l’attenzione generale su quello che realmente sta facendo il governo degli Stati Uniti per proteggere maggiormente la privacy dei cittadini.

Il primo a fare la voce grossa e a chiedere che la Casa Bianca intervenga quanto prima sulla questione NSA è Mark Zuckerberg che ieri ha utilizzato Facebook per postare un suo messaggio sulla mancanza di un cambio di rotta da parte della politica americana nei confronti del lavoro degli agenti federali. “Ho telefonato al Presidente Obama per esprimere la mia frustrazione circa il danno che il governo ha creato per il nostro futuro”.

L’idea di Zuckerberg è che Obama, nell’immaginario collettivo, fosse il “campione” in difesa di internet e non una minaccia. Per questo il ragazzo ha invocato “maggiore trasparenza” non solo nelle operazioni effettuate dalla NSA ma anche in quello che viene detto alla gente, per evitare che le persone perdano la fiducia nella politica statunitense.

Le parole del CEO di Facebook fanno eco a quelle espresse pochi giorni fa da Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web, che aveva parlato della necessità di pubblicare una “magna carta” della rete , una sorta di documento condiviso che regoli l’approccio di governi e istituzioni nei confronti delle informazioni trasmesse su internet.

È alquanto evidente che le parole di Zuckerberg nei confronti del governo USA (e di tutto il Datagate) vogliano essere una presa di posizione netta in favore dei consumatori. Non è un caso che da quando l’azienda sia sbarcata in borsa il ragazzo abbia assunto un approccio molto più disponibile nei confronti della critica e di chi invoca una maggiore trasparenza nella gestione della privacy, anche all’interno dello stesso Facebook.

“Dipende da tutti noi costruire l’internet che vogliamo – si legge nel post- possiamo costruire insieme uno spazio che sia molto più grande e importante di quanto sia ora, ma anche più sicuro e protetto. Mi sono impegnato perché questo accada, e potete star certi che noi di Facebook faremo la nostra parte”. Ipse dixit.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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