La NSA ci spierà con la Xbox One?
Tecnologia

La NSA ci spierà con la Xbox One?

Microsoft dice di non aver mai collaborato con i federali. Che ci crediate o meno ecco cosa potrebbe succedere con un sensore Kinect sempre acceso

Noi siamo tra quelli che attendono con impazienza l’arrivo della Xbox One e del nuovo sensore Kinect. Il mondo dei videogiochi sta per entrare in una nuova era dove lo scontro, ne siamo certi, tra la console di casa Microsoft e la PS4 di Sony porterà la qualità videoludica su livelli mai raggiunti. Detto questo però non possiamo trattenerci dall'ipotizzare un utilizzo meno divertente, almeno per i clienti domestici, del sensore Kinect e della Xbox One. Come ha scritto ieri TheVerge , di solito quando non si utilizza un computer, desktop o portatile, di solito lo si spegne e lo si mette da parte. Una pratica che potrebbe perdere molto del suo significato proprio con l’arrivo della prossima Kinect, la telecamere “always-on” che arriverà a corredo della prossima Xbox One.

Come la stessa Microsoft ha detto, il sensore è sempre acceso per rispondere prontamente a comandi vocali, o anche per testare alcune attività quotidiane, come il battito cardiaco se in possesso del software giusto. Come ha espresso più di una volta, l’azienda di Redmond ha detto che non abuserà mai di un tale “potere” e che non potrebbe farlo anche se ci provasse. Dietro le righe ci sarebbero da intendere limiti tecnici all’accesso remoto dei sensori Kinect diffusi in tutto il mondo.

Ma dopo le vicende di PRISM voi vi fidereste?

I microfoni e le telecamere del Kinect non registrano o catturano immagini da inviare ai server di Microsoft, almeno secondo l’azienda, non senza il consenso esplicito degli utilizzatori. La raccolta dei dati viene fatta in anonimo, per migliorare l’interazione uomo-console e facilitarne l’accesso. Eppure i comandi vocali inviati al sensore vengono convertiti in testo, ancora prima di lasciare la macchina, e i dati biometrici vengono convertiti in valori numerici che servono a mappare le parti del corpo monitorate (che bel termine equivoco) dal Kinect.

La storia sembra ripetersi. Microsoft aveva assicurato i propri utenti che sarebbe stato impossibile decifrare le conversazioni, di testo e vocali, di Skype per essere ascoltate da esterni, governativi prima di tutto. Eppure i documenti di Edward Snowden hanno mostrato, almeno sulla carta, il contrario. “A causa dell’architettura peer-to-peer di Skype e delle avanzate tecniche di crittografia, il software non sarebbe in grado di soddisfare tale richieste” – aveva detto il client VoIP a CNET nel 2008 ” . Quattro anni dopo, quando alcuni hacker hanno accusato Microsoft di aver cambiato il backend del servizio per facilitare le intercettazioni del governo, la società ha negato categoricamente le accuse.

Certo c’è chi dice che una raccolta dati con Kinect nel privato di una famiglia sarebbe un bel grattacapo per Microsoft. Eppure non è detto che non ci siano leggi segrete che lo consentano. Questo è il timore di Christopher Soghoian, un analista politico dell'American Civil Liberties Union (ACLU). Dopo aver tweetato su come Microsoft appare alla luce delle accuse PRISM, ha espresso le sue preoccupazioni alla Rete. Soghoian ha sottolineato come ci sia un precedente giuridico  per l'applicazione della legge a riguardo della tecnologia di consumo a scopo di sorveglianza. Nel 2002, una corte d'appello federale ha condannato l'FBI  per aver monitorato un microfono che si attivava durante la chiamata di emergenza di un sistema di navigazione su un auto. Due giudici su tre dissero che l’FBI non poteva controllare in quel modo le persone. La parte interessante arrivò da un terzo che espresso il pensiero secondo cui il pulsante di emergenza stava facendo il proprio lavoro ascoltando ininterrottamente le conversazioni nell’auto per capire quando al suo interno c’era una situazione in cui bisognava intervenire. Una linea che, con i dovuti aggiustamenti, potrebbe essere perseguita anche dagli spioni del Kinect. 

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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