Così la Polizia controlla Twitter
Tecnologia

Così la Polizia controlla Twitter

Si chiama BlueJay ed è uno strumento per monitorare in tempo reale il social network. 30 giorni in prova gratuita

Il rinnovato interesse sui programmi spia della NSA sta sollevando una serie di accortezze e problematiche finora riservate agli addetti ai lavori. Si scopre allora quanto è folto il mercato dei servizi che permettono di scandagliare il web per il bene, o meno, della nazione (qualunque essa sia). Il business che gira attorno all’open source intelligence (conosciuto come OSINT) è vasto e riguarda il web più nascosto (deep web) come quello in superficie, fatto di link e social network. Se il primo gode, ancora, del privilegio di essere di nicchia, visto che utilizza strumenti e tools spesso poco conosciuti anche dai più scaltri, il secondo è sotto l’occhio di tutti e sta perdendo molte delle sicurezze di cui andava fiero.

Tra queste il fatto che chi non è nella propria cerchia di amici non può leggere quello che scriviamo su Facebook, Twitter e così via. Le parole (e le slide) di Edward Snowden su PRISM hanno fatto cadere questo falso mito mostrando come gli organi di controllo possono fare un po’ quello che vogliono sul web. Consideriamo ad esempio BlueJay che ha lanciato il “Law Enforcement Twitter Crime Scanner”, ovvero uno strumento che permette alla polizia di accedere ad ogni singolo tweet in tempo reale che contiene determinati hashtag come #protest, #gunfire e #meth. BlueJay è prodotto da BrightPlanet che si avvale della targa di “Deep Web Intelligence”. A differenza della normale ricerca che tutti possiamo fare su Twitter, digitando un hashtag o un nome utente, BlueJay permette di avere un monitor che si aggiorna in tempo reale con chi ha postato certi termini, mappati e geolocalizzati.

Il servizio permette, anche con una prova gratuita di 30 giorni , di inserire una serie di account Twitter, parole chiave e luoghi di provenienza dei tweet (con un raggio di 25 miglia), per monitorare quello che si dice sul microblog rispetto ad un certo tema, il tutto in real time. Se i tweet sono dotati di posizione GPS (di default c’è su Android), l’iscritto al servizio può vedere una mappa e conservare un database fino a 100.000 post alla volta. Uno sguardo all'interfaccia fa capire come la piattaforma sia alquanto semplice ma il poter accedere ad un social network come Twitter la rende certamente devastante, almeno dal punto di vista dei big data.

 

Lo scopo di BlueJay è quello di tenere traccia di possibili criminali e dei loro movimenti ma il dubbio resta. Una volta che si ha una vasta gamma di informazioni su un individuo, o su un’intera comunità, si può decidere cosa fare, nel bene e nel male. La BrightPanel offre anche un servizio di GeoTime separata con cui si possono visualizzare dati accumulati di BlueJay e incrociarli per ottenere ricostruzioni fondamentali come i viaggi effettuati da un individuo (grazie ai tweet da varie località), dove è un telefono durante la notte o da chi viene utilizzato (se vi è accesso ad un profilo da due posizioni diverse allo stesso momento). “I cattivi sono in girospiega BrightPlanet dal suo sitovogliamo trovarli e aiutare la polizia a metterli dietro le sbarre”.

Usato bene, BlueJay può servire a rendere più consapevoli i dipartimenti di polizia su problemi locali e criticità da risolvere. Usato meno bene può essere ben più inquietante, una sorta di bicchiere in ascolto di una stanza piena di gente che parla, senza un preciso contesto di riferimento. Usato male può invece rappresentare uno strumento per tenere d'occhio i ribelli, dissidenti e critici di politici, governi, leggi e istituzioni. Più realmente BlueJay è un promemoria che ricorda come i tweet siano sempre pubblici; una cosa ovvia ma che è facile dimenticare. Non importa il numero e la qualità dei seguaci che si hanno, il flusso di Twitter viene sempre trasmesso al mondo. E il mondo lo sta guardando.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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