Privacy, noi stiamo con il Garante
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Privacy, noi stiamo con il Garante

Nell’anno di PRISM e della sorveglianza perenne Antonello Soro se la prende con i governi e le autorità che calpestano i diritti delle persone. Ecco perché siamo con lui

Una presa di posizione che gli americani ci invidieranno ne siamo certi. Quando oggi Antonello Soro, Garante italiano della privacy, ha presentato la prima relazione sulla privacy inerente il 2012,  l’Europa, almeno a livello teorico, si è sentita più forte. Soro ha utilizzato parole dure, schiette e decise contro chi si impegna a sbriciolare anni e anni di lavoro sulla protezione dei dati personali con la “scusante” di proteggere l’incolumità dei cittadini, statunitensi in primis. Un discorso che ha coinvolto, sempre dietro le righe senza citare i soggetti, non solo NSA, Obama e agenzie governative ma anche i big del web come Google, Facebook e compagnia bella che dal Datagate non sono di certo usciti puliti.

Come non essere d’accordo con parole come: “Sempre più pressanti sono le istanze delle autorità di polizia ad accedere ai dati raccolti per ben altre finalità. Le notizie provenienti dagli Stati Uniti accrescono i nostri timori. La sorveglianza generalizzata e indiscriminata dei cittadini, ragionevolmente anche europei, al di fuori di qualunque indizio di reato, attraverso i dati di traffico telefonico o di rete, è una cosa molto, molto grave”? (qui la relazione completa ).

Il discorso di Soro è quello che Obama avrebbe dovuto fare subito dopo il caso Verizon , quando gli americani stavano cominciando ad aprire gli occhi sull'utilizzo scellerato che si stava facendo delle intercettazioni telefoniche, senza alcun motivo preciso. Col senno di poi è chiaro che Obama quel discorso non lo ha mai fatto perché sapeva di essere pienamente coinvolto nella vicenda, come hanno poi mostrato i documenti su PRISM e Boundless Informant diffusi grazie a Edward Snowden che mostravano chiaramente come il Presidente USA venisse periodicamente informato sui dati raccolti.

Ma siamo davvero una società iper-controllata?

Noi stiamo con il Garante perché oramai si è raggiunto il limite. E non stiamo parlando solo del web, ma di tutte quelle azioni quotidiane che nascondono minacce alla privacy di ognuno. Andare a fare la spesa, portare bimbi al parco, persino quando stipuliamo una finanziaria (il Garante stesso ha ammesso come da alcune ricerche sia uscito fuori che queste conservano i dati personali dei clienti oltre ogni limite consentito). Non possiamo stare tranquilli mai, per dirla alla Jovanotti “io lo so che non sono solo anche quando sono solo”.

Secondo Davide Bennato, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e Sociologia dei media digitali: "Se è vero che è importante mettere in campo qualunque strumento per la sicurezza di un paese, questo non può essere fatto a discapito dei diritti civili e delle libertà fondamentali dell'individuo. Usare il discorso sulla sicurezza per intaccare le libertà dei cittadini rischia di confondere le due parti della barricata, chi attacca e chi difende. Fa bene Soro a porre sotto la lente la vicenda del progetto PRISM, anche perché queste sono le avvisaglie di un potentissimo impatto politico dei Big Data sulla società civile".

Il boom di violazioni riscontrate in Italia (oltre 600 nel 2012) lascia pensare che non vi sia la benché minima idea delle best practices sulla privacy. Se supermercati, istituti bancari, luoghi di lavoro e ristoranti hanno cominciato a filmare e registrare chiunque passi sotto le proprie telecamere è anche perché, finora, nessuno glielo ha vietato. E se qualcuno c’ha provato era troppo solo per far capire che siamo ben oltre la soglia del comprensibile. Antonello Soro ha voluto segnare un punto di svolta in questo far west dove (quasi) tutto è possibile. Il primo cambiamento arriverà nelle prossime settimane e riguarderà le intercettazioni che, in quanto “risorsa investigativa fondamentale”, necessitano di una precisa regolamentazione per evitare censure ma anche soprusi, alla stregua di tutto ciò che riguarda dati sensibili e informazioni personali.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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