Tecnologia

Bitcoin: 3 motivi per cui è troppo presto

Il suo valore reale ha già superato i 1.000 dollari ma secondo gli esperti non sfonderà. Ecco perché

La popolarità di Bitcoin è cresciuta in maniera esponenziale, solo nelle ultime settimane. La sua posizione come moneta digitale però fa discutere; ci sono reali problemi che devono essere risolti prima che la gente cominci ad utilizzare i Bitcoin per comprare una più vasta serie di oggetti di utilizzo quotidiano, anche pane e pasta. Non è un mistero che i primi ad essersi interessati alla valuta elettronica sono stati gli hacker che, vista la crescita di interesse e di investimento economico, non hanno perso tempo nel violare le “banche” che conservano i Bitcoin, portandosi via i file che ne rappresentano il valore e lasciando utenti e gestori a bocca asciutta.

Qualche tempo fa avevamo anche riportato uno studio di un paio di ricercatori statunitensi che avevano gettato il sassolino della prima creazione di “lobby” all’interno della rete Bitcoin , nulla di preoccupante per il momento, ma un avvertimento necessario per far si che la nascente economia venga preservata dalle più varie manipolazioni. I Bitcoin sono stati descritti sia come moneta reale che come deposito “alternativo”. Difficilmente nel breve periodo si potrà dare una definizione completa del Bitcoin come componente dell’economia digitale, più plausibile elencarne le criticità tecnologiche presenti che ne bloccano un’espansione globale.

La diffidenza degli acquirenti

Come saprete, le transazioni che avvengono sulla rete Bitcoin sono irreversibili. Questo vuol dire che se si acquista qualcosa online sul sito di un negozio che accetta la valuta e la merce arriva rotta, spedita all’indirizzo sbagliato oppure resa indietro senza motivo, non riavrete mai più i vostri “soldi”.

La diffidenza dei commercianti

Il vento potrebbe cambiare presto. Recentemente Bitcoin ha ricevuto il sostegno da parte dei funzionari federali americani anche se molte banche non sanno ancora da che parte stare. Per gli utenti di Bitcoin, il fatto di non poter conservare la loro moneta in un posto sicuro potrebbe essere un problema. La valuta è progettata per non essere soggetta ad alcuna autorità finanziaria o legislativa ma forse una certa regolamentazione è necessaria, dopo tutto, visto che dietro ci sono non solo interessi individuali ma globali (espandere le modalità di pagamento non è da poco). La strada potrebbe essere aperta dai grandi imprenditori, non è un caso se una concessionaria della California, la Lamborghini Newport Beach, abbia venduto un modello di Tesla “S” qualche giorno fa, per 91,4 Bitcoin, l’equivalente di 103.000 dollari.

La sicurezza del deposito

Ogni Bitcoin è associato ad una chiave privata che, se decifrata, permette di trasferire la valuta ad un altro computer utilizzare un software p2p. I Bitcoin sono vulnerabili e soggetti al furto perché non hanno un deposito sicuro. Sono tutti conservati sui computer degli utenti e, al massimo, su quelli di agenzie terze che dedicano un po’ di spazio dei loro server alla conservazione dei Bitocin dei loro utenti. Inutile dire che in ogni caso non vi è la sicurezza necessaria a conservare una valuta elettronica, non quanto quella presente nei classici sistemi bancari attualmente utilizzati.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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