Autenticazione a due fattori: perché è importante
Google, Facebook e tanti altri permettono di attivarla. Vi spieghiamo come fare
È di ieri la notizia del furto (ancora non completamente verificato) dei 7 milioni di account Dropbox. Come abbiamo spiegato nel nostro articolo, secondo il team della piattaforma di cloud, le credenziali rubate dagli hacker e diffuse in rete non apparterebbero ai loro clienti ma a servizi esterni, come i client di posta elettronica e i forum di discussione, nella peggiore delle ipotesi portali di home banking. Si tratta, in ogni caso, di un massiccio furto di nomi utente e password, utili per tentare di accedere a siti web conosciuti, qualora una stessa combinazione venisse usata per diversi accessi.
Una pratica purtroppo comune, quella di usare sempre le stesse password, che mette a rischio la sicurezza dei dati e dei contenuti (foto, video, file) caricati su internet. Un inconveniente che le aziende stanno tentando di arginare attivando la cosiddetta “autenticazione a due fattori”, ovvero la possibilità di inserire un codice temporaneo ricevuto sul cellulare oltre alla password scelta in fase di registrazione ad un servizio.
Come ha fatto Apple con il suo iCloud, dopo la diffusione in rete di centinaia di foto hot rubate dagli account di attrici e sportive, anche le altre aziende puntano sulla necessità la procedura di sicurezza. Attualmente è uno dei modi migliori per prevenire l’ingresso di sconosciuti nel proprio account, vista la possibilità non solo di avere un codice temporaneo sul cellulare ma anche di registrare i dispositivi personali sulla piattaforma; cosi se un iPhone che non è il nostro accede all’account di iTunes, Apple ci manda un’email per avvisarci, spiegando anche come agire in difesa dei propri dati.
Per questo abbiamo voluto indicare i principali servizi che oggi offrono l’autenticazione a due fattori, spiegando come si procede all'attivazione. Del resto come dice il profetico Edward Snowden: “Quando dite ‘Non ho nulla da nascondere’ in realtà non preservate un vostro diritto". Siamo vittime di pigrizia; e i pigri sono l'obiettivo numero uno dei criminali informatici.