Olympus Pen E-P5, quando lo stile incontra la tecnologia
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Olympus Pen E-P5, quando lo stile incontra la tecnologia

Look curato e dotazioni di primo livello per una mirrorless con prestazioni da reflex che strizza l'occhio agli smartphone

Il look è un omaggio esplicito alla Pen F, macchina fotografica iconica presentata esattamente cinquant’anni fa. Ma con la nuova E-P5, la Olympus non si è limitata soltanto a ripescare splendide linee datate mezzo secolo: ha creato un prodotto che ha il pregio di farsi ammirare, costruito con una cura estrema per i dettagli. Il corpo è in metallo, le viti quasi non si vedono, sono disponibili diverse personalizzazioni, inclusa un’impugnatura in legno fatta a mano. Quanto ai colori, si può scegliere tra nera, silver e bianca, in base al proprio gusto, ma sia chiaro: questa non è una mirrorless per «fighetti», che esalta la forma dimenticando la sostanza.

L’estetica è sì pregevole, però l’involucro racchiude una tecnologia di ultima generazione, all’altezza delle più elevate aspettative. La promessa di valore della casa madre, abbastanza ricorrente un po’ in tutto il segmento, è eguagliare gli standard delle reflex digitali. Per riuscirci troviamo tante pennellate, a partire da un tempo di otturazione pari a 1/8000 di secondo (il produttore dichiara che è un primato mondiale tra le compatte) e un generoso sensore Live MOS da 16 megapixel.

Disponibile da fine giugno a un prezzo che dovrebbe aggirarsi intorno ai mille euro solo per il corpo, la EP-5 brilla soprattutto per la sua voglia di trasversalità. Accanto a caratteristiche tecniche di bordo apprezzabili anche da un pubblico di professionisti, che magari possono utilizzarla come seconda macchina, ci sono tutta una serie di funzioni che strizzano l’occhio a una clientela meno specializzata, che non si accontenta della qualità di uno scatto realizzato con uno smartphone. E però, anziché fare la guerra ai telefonini, la Olympus decide di integrarli in maniera armonica nell’esperienza d’uso con la sua nuova creatura.

Ecco allora la connettività Wi-Fi, che trasforma lo schermo del cellulare in un mirino e dà la possibilità di realizzare scatti a distanza, azionando la Pen dallo smartphone. Funzione utile per includere se stessi in immagini di gruppo oppure se si deve immortalare una scena delicata (per esempio un animale), in cui la nostra presenza ravvicinata può disturbare. Utile pure la possibilità di inserire le coordinate Gps dalle foto, per sapere sempre dove sono state realizzate e la possibilità di inviarle sempre al telefonino per condividerle con gli amici e fare un figurone su Instagram.

Ancora, dai cellulari di ultima generazione è mutuato la possibilità di mettere a fuoco un dettaglio di un’inquadratura semplicemente sfiorando in un punto il luminoso display da 3 pollici che è orientabile e ha un elevato livello di contrasto. Da citare poi un autofocus estremamente rapido e una disposizione molto pratica delle ghiere per settare tempo e diaframma. Anche grazie a un sistema di personalizzazioni che dà rapido accesso alle impostazioni usate più di frequente. Ulteriore bonus è il sistema di stabilizzazione dell’immagine su 5 assi.

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La EP-5, comunque, asseconda pure chi vuole utilizzarla per usi professionali. Grazie agli obiettivi intercambiabili, ovvio, ma anche alla possibilità di montare un mirino elettronico opzionale (fattore di ingrandimento 1,48x), la compatibilità con le schede Eye-Fi, o la capacità di controllare fino a tre gruppi di flash esterni per gestire la luce al meglio. Insomma, vale proprio la pena non fermarsi alle (pur splendide) apparenze.  

 

 

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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