Egbert van Acht Philips
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Tecnologia

Perché gli oggetti connessi vi faranno stare meglio (e spendere di meno)

Il futuro della salute - e della sanità - passa dalla rivoluzione digitale. L’intervista a Egbert van Acht (Philips Personal Health)

Si fa presto a dire Internet delle cose, ma quanti sono al giorno d’oggi gli oggetti connessi che possono davvero definirsi utili? In fin dei conti quello dell’IoT non è un marchio di origine controllata, ma un semplice attributo che definisce tutti quegli oggetti che - sfruttando un protocollo di rete - sono in grado di trasmettere i propri dati a un server remoto o ad altri dispositivi connessi. Da qui a soddisfare bisogni concreti, però, ne passa, ed è su questo punto che le società tecnologiche dovrebbero concentrarsi.

A sottolineare un concetto che a ben vedere dovrebbe essere dato per scontato (ma che in realtà non lo è, o perlomeno non lo è ancora) è Egbert van Acht, Chief Business Leader di Philips Personal Health.

"Oggi c'è di tutto, dal tostapane smart alla carta igienica connessa", spiega a Panorama.it il responsabile di quella che è diventata la più importante divisione dell’azienda olandese dalla grande ristrutturazione di inizio decennio; "il punto però è un altro: bisogna puntare ai veri bisogni delle persone. La connettività non deve essere fine a se stessa, altrimenti stiamo parlando di gadget. Deve esserci un miglioramento o comunque a un soddisfacimento di necessità reali. Ad esempio quelle che riguardano la salute e il benessere delle persone".

Verso una salute digitale

Per capirne di più ci è sufficiente fare un giro nel grande stand che Philips ha allestito in occasione di IFA, la più grande rassegna europea dedicata all’elettronica di consumo. Qui, fra uno spazzolino connesso e un purificatore d’aria, tocchiamo con mano quello che è - o potrebbe essere - l'impatto di Internet nelle nostre vite secondo l’accezione fornita dalla casa: praticamente una vera e propria rivoluzione digitale che punta a cambiare le nostre abitudini,  trattando la salute come qualcosa di più proattivo e meno dipendente da medici e strutture ospedaliere.

La si potrebbe definire digitalizzazione della salute: "Ci sono Paesi che continuano a invecchiare e questo significa un aumento delle patologie e dei costi sia a livello individuale che di collettività; le cure mediche rappresentano la prima voce di spesa in molte nazioni. Allo stesso tempo vediamo sempre più persone interessate ad avere soluzioni che rendano più democratico l’accesso alle cure. In questo senso crediamo che la tecnologia sia un abilitatore, qualcosa che può farci capire i pericoli che possiamo correre e assumere un ruolo più attivo e continuo nella comprensione del nostro stato di salute.  L’idea è utilizzare in modo efficace la grande quantità di dati proveniente dagli strumenti connessi per avere la salute sotto controllo direttamente in casa, senza cioé bisogno di recarsi dal medico".

Un aiuto concreto (anche per il medico)

Non si tratta, è bene precisarlo, di una ricetta per l'assistenza medica fai-da-te, quanto piuttosto di un nuovo approccio al concetto di benessere e soprattutto alla prevenzione, che sarà complementare a quello tradizionale. Il medico non verrà rimpiazzato dagli strumenti connessi, insomma, ma potrà anzi interagire con essi per poter meglio orientare le sue cure.

È proprio dalla combinazione fra tecnologia e assistenza medica che deriveranno i vantaggi più evidenti: sarà possibile ridurre il trasporto ospedaliero, le visite ER, il ricovero, diminuendo al contempo i costi di assistenza sanitaria. "I nostri sistemi Lifeline di rilevamento automatico delle cadute, ad esempio, sono in grado di comprendere i movimenti di una persona anziana e addirittura di prevederne una caduta così di chiamare un soccorso ancora prima che si verifichi un evento avverso", precisa van Acht. Possiamo salvare delle vite e farlo abbassando la spesa sanitaria".

L'importanza del dato

In un’ottica di questo tipo, la gestione del dato diventa chiaramente centrale. "Se analizzate e tradotte in modo opportuno, le informazioni captate dai sensori presenti nei nostri prodotti connessi possono non solo orientare i comportamenti delle persone ma anche agevolare il processo di diagnosi e cura", chiarisce il responsabile. "Il dentista, ad esempio, potrà consultare i report sui lavaggi effettuati mediante uno spazzolino connesso e suggerire comportamenti correttivi".

Ciò avrà ripercussioni (positive) anche sul fronte assicurativo: "Stiamo esplorando nuovi modelli di business che aiutino le persone a ridurre i premi assicurativi e avere un’assistenza a basso costo", ci tiene a sottolineare il responsabile.

Privacy: è l'utente a decidere

Con queste premesse è più facile capire perché Philips stia orientando la sua selezione del personale nella ricerca di data scientist, data analyst, esperti digital e altri profili specializzati nell’analisi dei dato. "Alcuni dei nostri migliori dipendenti arrivano dalle grandi multinazionali dell’economia digitale, come Facebook e Amazon", spiega van Acht. "Sono giovani talenti che al di là delle opportunità di carriera sono attratti dalla nostra mission: migliorare la qualità della vita delle persone".

Già ma come la mettiamo con la privacy? "I dati generati dalle soluzioni connesse non sono né di Philips né del medico, restano dell’utente", ci tiene a sottolineare van Acht. "Sarebbe stupido prendersi rischi su un aspetto così delicato, per questo motivo ci adeguiamo alla normativa più stringente. Ci adeguiamo cioé a tutte le più stringenti norme nazionali in materia".

Si spiega così l'idea di dirottare tutti i dati all'interno di health suite platform, una piattaforma cloud basata sul permesso che raduna le informazioni individuali, analizzandole e rendendole disponibili in forma più utile. L'attività di condivisione resta a discrezione del singolo, conclude van Acht. "Noi non condividiamo dati con medici e strutture ospedaliere, è l’utente che potrà farlo qualora lo ritenesse opportuno. Qualora cioé percepisse un beneficio reale per la propria salute o il proprio benessere".

Philips: le soluzioni Health & Wellness mostrate a IFA

Roberto Catania
Lo spazzolino connesso Philips Sonicare DiamondClean Smart

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