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Perché l'auto che si apre "senza chiave" non è sicura

Uno studio elaborato dall’ACI tedesca rivela: i sistemi keyless per l’apertura delle portiere sono più vulnerabili. Ecco spiegati i motivi

Comoda è comoda, ma è anche sicura? A quanto pare no. La chiave smart, utilizzata sempre più spesso sulle autovetture di ultima generazione, aumenterebbe il rischio di furto. A rivelarlo l’ADAC, l’equivalente tedesca della nostra ACI, in un comunicato dal titolo piuttosto esplicito: I sistemi di apertura keyless (senza chiave) sono un preda facile per i ladri.

A motivare l’affermazione uno studio condotto dalla stessa associazione su 20 modelli diversi di autovetture - Audi A3/A4/A6, BMW 730d, Citroen DS4 CrossBack, Ford Galaxy/Eco-Sport, Honda HR-V, Hyundai Santa Fe CRDi, KIA Optima, Lexus RX 450h, Mazda CX-5, MINI Clubman, Mitsubishi Outlander, Nissan Qashqai/Leaf, Opel Ampera, Range Rover Evoque, Renault Traffic, Ssangyong Tivoli XDi, Subaru Levorg, Toyota RAV4, Volkswagen Golf GTD/Touran 5T - che non prevedono l’uso della chiave in senso stretto (per aprire le portiere e accendere la macchina è sufficiente tenere in tasca il piccolo telecomando in dotazione).

I ricercatori dell’ADAC sono stati in grado di aggirare il sistema di sicurezza delle auto indagate nel giro di pochi secondi, utilizzando un paio di dispositivi elettronici da poche centinaia di euro. La tecnica di hacking realizza infatti una sorta di ponte radio fra chiave e ricevitore posizionato sull'auto, captando le onde radio trasmesse dal telecomando originale, e rilanciando il segnale sull’auto anche a distanza di centinaia di metri.

In questo modo, precisa l’associazione teutonica, il ladro è in grado non solo di aprire le auto ma anche di accenderla e guidarla fino a quando il motore non viene spento. Quanto basta, insomma, a un malintenzionato per rubare una vettura e portarla all’estero per rivenderla.

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robertocatania