FaceShift
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Tecnologia

Perché Apple si è comprata Faceshift

Alla base dell’acquisizione della società l’interesse verso i sistemi di riconoscimento facciale

Negli ultimi quattro anni, più o meno dalla morte di Steve Jobs ad oggi, Apple ha acquisito circa una quarantina di società, di norma piccole e medie realtà impegnate nello sviluppo di tecnologie innovative in ambito hardware e software.

L’ultima in ordine di tempo risponde al nome di FaceShift, una delle società più intraprendenti nel settore del cosiddetto motion capture, quella branca delle nuove tecnologie che si occupa di studiare e registrare i movimenti del corpo umano per poi replicarli nella realtà virtuale.

FaceShift è - per intenderci - la società che ha realizzato gli avatar animati presenti all’interno dell’ultimo Star Wars. Dietro i volti virtuali di alcuni dei personaggi dell’ultimo epsiodio della celebre saga della LucasFilm c’è questa piccola ma intraprendete società svizzera che, sfruttando la tecnolgogia RealSense di Intel, è in grado di dare vita a personaggi animati dalla mimica incredibilmente simile a quella umana.

Una leva per migliorare la sicurezza? 
La domanda sorge spontanea: cosa se ne fa Apple di un’azienda che lavora in un campo tutto sommato distante dal suo core business? Per il momento si possono solo fare congetture (Apple ha declinato qualsiasi commento sulla trattativa): le tecnologie di FaceShift potrebbero essere impiegate nel mondo del gaming per migliorare e rendere più coinvolgente l’esperienza di gioco, nelle videochiamate FaceTime come metodo per la creazione di avatar animati o - più presumibilmente - per migliorare la sicurezza nell’accesso personale ai dispositivi mobili. Se l’impronta digitale è lo stato dell’arte dei sistemi di autenticazione utente, nel futuro potrebbe esserci spazio proprio per i sistemi di riconoscimento facciale, un po’ come già fatto di recente da Microsoft con Windows Hello.

Quando il virtuale si mischia col reale
Di certo si può dire che l’interesse di Apple verso il mondo del motion capture non nasca oggi. Negli ultimi tempi la società di Cupertino ha messo insieme un vero e proprio portfolio di brevetti legati al mondo della realtà virtuale e aumentata, grazie anche all’acquisizione di tre aziende europee del settore (PrimeSense, Polar Rose and Metaio). L’acquisizione di Faceshift potrebbe aggiungere sostanza a questo pacchetto di competenze, ma soprattutto potrebbe consentire ad Apple di ridurre sensibilmente le barriere all’ingresso verso un certo tipo di tecnologie fino ad oggi alla portata dei soli sudios hollywoodiani.

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Roberto Catania

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