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Tecnologia

Palazzi e condomini, come saranno nel 2050

Pannelli solari su tetti e pareti, sensori dappertutto e consumi nulli o quasi. Viaggio nelle costruzioni sostenibili, a tre decenni da oggi

Sensori sparsi lungo le scale che rilevano la qualità dell’aria e, se non è ottimale, aprono le finestre tramite meccanismi motorizzati. Sistemi che aggiustano l’illuminazione dell’androne e di ogni piano in base all’intensità della luce solare. Impianti che regolano il riscaldamento e l’aria condizionata in automatico, affinché la temperatura all’interno del palazzo sia sempre ottimale. Non è un sogno, piuttosto una visione ragionevole del condominio standard nell’anno 2050. Una data non scelta a caso, che anzi coincide con un traguardo: avere costruzioni in grado di non emettere più anidride carbonica. Che siano a impatto climatico zero, o quasi. Ad auspicarlo è la Commissione Europea nella sua strategia di lungo termine per l’ambiente (scadenza: 2050 tondo, per l’appunto), a prometterlo è pure il World Green Building Council, il consorzio globale che fa rete nell’edilizia in 70 Paesi. Pura utopia? «No, se si ragiona in un’ottica di ecosistema» risponde Cristian Pulitano dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Che stringe sul concetto: «Ogni impianto è intelligente di per sé, mentre lavora con gli altri in maniera congiunta. Ciò che rende realmente smart un edificio, è il controllo e il funzionamento integrato dei suoi componenti».

Affinché ciò avvenga, diventa cruciale la connettività. Ovvero che i sistemi siano in grado di parlarsi tra loro senza intoppi. Dove non arriverà il Wi-Fi a fare da direttore d’orchestra di sensori e dintorni, provvederanno le reti superveloci mobili di prossima generazione. Quello che oggi si chiama 5G e domani diventerà 6G o 7G. La sigla importa poco o nulla: «Conta invece la capacità di queste tecnologie di elaborare e trasmettere una grande mole di dati» insiste Pulitano.  

Il condominio del futuro esiste in quanto somma di virtù, combinazione di varie evoluzioni che lavorano all’unisono. Non per il mero gusto di assecondare il progresso, bensì per effetto di circostanze inevitabili che diventeranno urgenze: «Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite» ricorda Pulitano «il nostro pianeta raggiungerà i 9,8 miliardi di abitanti entro il 2050 e circa il 68 per cento della popolazione mondiale vivrà nelle città. Qui verrà consumato l’80 per cento delle risorse, con un analogo peso in termini di emissioni di gas serra». Studiare un rimedio è doveroso. La buona notizia è che, in parallelo a tale esplosione demografica, crescerà la produzione da fonti di energie alternative: «In Italia, già nel 2030, sarà di 2,5 volte rispetto a oggi se parliamo di fotovoltaico, mentre l’eolico quasi raddoppierà» sottolinea l’esperto. E tale produzione non avverrà ai margini delle megalopoli. Potrebbe avvenire anche nelle città: «Non solo sul tetto degli edifici. Si stanno iniziando a sperimentare pellicole e vetri fotovoltaici che possono consentire alle pareti esterne e alle finestre di generare costantemente elettricità». Da usare per il fabbisogno interno del condominio, dagli ascensori fino agli elettrodomestici delle singole abitazioni, come per ricaricare le vetture elettriche che sono parcheggiate nel garage. 

Si tratta di una transizione che richiede un investimento iniziale strutturale (e ingente), i cui effetti saranno però capillari. Sia in termini di benefici per l’ambiente che per le nostre tasche: un condominio che punta sul fotovoltaico, va oltre il concetto di autosufficienza. Può vendere alla rete l’energia generata in eccesso o fare parte del cosiddetto mercato del bilanciamento, che oggi paga, in alcune zone d’Italia, fino a nove volte in più rispetto alla semplice cessione dell’elettricità superflua ai mercati tradizionali dell’energia.

Semplificando, funzionerà così: quando ci sarà più vento o più sole rispetto al previsto, la produzione extra di energia sarà difficilmente immagazzinabile in toto, in modo sostenibile dal punto di vista economico. È probabile che risulterà più conveniente consumarla in parallelo alla sua produzione. E se per effetto delle mutate condizioni meteo gli impianti produrranno meno energia del previsto, sarà più appropriato ritardare nel tempo il consumo. Grazie ai sistemi di automazione presenti nelle case del condominio, si potranno programmare le lavatrici, i robot che fanno le pulizie, le stazioni di ricarica delle auto e così via, a comportarsi di conseguenza: «Oltre a produrre energia» conferma Pulitano «l’edificio del futuro avrà la capacità di consumarla al momento opportuno». Con esiti oggi impensabili: se ci saranno le condizioni ideali, nel 2050 le bollette della luce e le spese condominiali potrebbero ridursi notevolmente. Si verrà premiati per il fatto di abitare in un palazzo intelligente, connesso e green.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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